Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’intervista esclusiva rilasciata dal card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, al vaticanista Michael Haynes e pubblicata il 4 luglio sul sito LifeSiteNews.
Il card. Müller ha risposto alle domande del sito LifeSiteNews sull’importanza della nuova nomina di papa Francesco al Dicastero per la Dottrina della Fede.
QUI altri post di MiL sulla nomina di mons. Victor Manuel Fernández.
L.V.
Di M. Haynes, LifeSiteNews 4/7/2023
Quella che segue è un'intervista che il card. Gerhard Ludwig Müller ha rilasciato al sito LifeSiteNews via e-mail, rispondendo alla recente notizia della nomina di mons. Victor Manuel Fernández, Arcivescovo metropolita di La Plata, a nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Il sito LifeSiteNews ha riportato l’annuncio il 1º luglio, sottolineando la posizione controversa di mons. Victor Manuel Fernández su una serie di questioni, come la ricezione della Santa Comunione per i divorziati e risposati, la promozione dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia e i suoi scritti sulla sessualità.
Il card. Gerhard Ludwig Müller è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2012 al 2017, quando papa Francesco lo ha sostituito con il card. Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I.
La seguente intervista è stata leggermente modificata per chiarezza nella traduzione inglese e viene presentata nella sua interezza.
Michael Haynes: Eminenza, lei ha già definito «eretiche» alcune dichiarazioni di mons. Victor Manuel Fernández. Che pericolo rappresenta ora come capo del Dicastero per la Dottrina della Fede, soprattutto se si considera che ha scritto e promosso l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia per aprire la Comunione ai divorziati e «risposati»?
Card. Gerhard Ludwig Müller: La decisione su
chi diventerà Prefetto del principale Dicastero che assiste direttamente il Romano Pontefice nel suo magistero universale spetta solo al Santo Padre. Egli deve anche risponderne in coscienza davanti a Cristo, Signore e Capo della sua Chiesa. Ciò non esclude la preoccupazione di molti Vescovi, sacerdoti e fedeli in tutto il mondo. Essi hanno il diritto di esprimere liberamente le loro preoccupazioni (costituzione Lumen gentium, 37).
L’opinione, da me allora criticata, che qualsiasi Diocesi potesse diventare la sede del successore di Pietro è già direttamente qualificata dai Padri del Concilio Vaticano I come una contraddizione eretica alla fede rivelata nel 2º canone della costituzione Pastor aeternus (Denzinger-Hünermann, 3058). Il concetto che «il Romano Pontefice ha su questa [tutta la Chiesa] una potestà piena, suprema e universale» (costituzione Lumen gentium, 22), cioè la plenitudo potestatis, non ha nulla a che vedere con il comando illimitato di potentati secolari che fanno riferimento a un potere superiore.
Anche la Chiesa del Dio Trino non ha bisogno di nuove fondamenta o di ammodernamenti, come se fosse diventata una casa fatiscente e come se uomini deboli potessero superare il capomastro divino. È già storicamente fondata in Cristo una volta per tutte e perfettamente concepita nella sua dottrina, costituzione e liturgia nel piano di salvezza di Dio.
Nello Spirito Santo, serve continuamente gli uomini come sacramento della salvezza del mondo. Il suo insegnamento non è un programma da migliorare e aggiornare da parte degli uomini, ma la testimonianza fedele e completa della rivelazione escatologica di Dio nel suo Figlio incarnato «pieno di grazia e di verità» (Gv. 1, 14).
Il compito del Dicastero, al servizio del magistero papale, è quello di mostrare come la dottrina della fede sia fondata biblicamente, come si sia sviluppata nella storia del dogma e come il suo contenuto sia espresso in modo autorevole dal magistero. L’obbedienza religiosa che tutti i Cattolici devono all’Episcopato universale, e in particolare al Papa, si riferisce solo alle verità soprannaturali della dottrina della fede e della morale (comprese le verità naturali dell’ontologia, dell’epistemologia e dell’etica, che sono i presupposti della conoscibilità della Parola di Dio nella nostra mente umana).
Il Papa e i Vescovi non possono pretendere obbedienza per le loro opinioni private, e certamente non per insegnamenti e azioni che contraddirebbero la rivelazione e la legge morale naturale. Questo fu dichiarato già nel 1875 dai Vescovi tedeschi contro l’errata interpretazione degli insegnamenti del Concilio Vaticano I da parte di Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen, Cancelliere del Reich. Papa Pio IX era espressamente d’accordo (Denzinger-Hünermann, 3115; 3117).
Il Papa e i Vescovi sono vincolati alla Sacra Scrittura e alla Tradizione apostolica e non sono affatto fonti di una rivelazione supplementare o di una rivelazione che si suppone debba essere adattata allo stato attuale della scienza.
Il romano Pontefice e i vescovi nella coscienza del loro ufficio e della gravità della cosa, prestano la loro vigile opera usando i mezzi convenienti però non ricevono alcuna nuova rivelazione pubblica come appartenente al deposito divino della fede (costituzione Lumen gentium, 25).
Michael Haynes: Mons. Victor Manuel Fernández ha anche sostenuto che i rapporti sessuali tra coppie conviventi non sono sempre peccaminosi. Che pericolo rappresenta per lui mantenere una tale posizione nel Dicastero per la Dottrina della Fede?
Card. Gerhard Ludwig Müller: Invocando la volontà originaria del Creatore, Gesù stesso ha definito il divorzio e il «risposarsi» come adulterio nelle discussioni con i Farisei dal cuore duro, che facevano leva sulla realtà della vita dei loro contemporanei e sull’incapacità di adempiere ai comandamenti di Dio (Mt. 19, 9).
Ogni peccato grave ci esclude dal Regno di Dio finché non viene pentito e perdonato (1 Cor. 6, 10). La misericordia di Dio consiste nel riconciliare a sé il peccatore pentito attraverso Gesù Cristo. In nessun modo possiamo giustificarci in riferimento alla nostra fragilità, a persistere nel peccato, cioè in fatale contraddizione con la volontà santa e santificante di Dio.
Ben diverso è il trattamento pastoralmente sensibile delle molte persone il cui matrimonio e la cui famiglia sono stati danneggiati o spezzati per colpa propria o di altri. Tuttavia, la Chiesa non ha l’autorità di relativizzare le verità rivelate sull’unità del matrimonio (monogamia), sulla sua indissolubilità e sulla sua fecondità (accettazione dei figli come dono di Dio). Una buona pastorale si basa su una buona dogmatica, perché solo un buon albero con radici sane produce anche buoni frutti.
Michael Haynes: Mons. Victor Manuel Fernández ha dichiarato che «in molte questioni sono molto più progressista di papa Francesco». Come Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, quale consiglio darebbe a Mons. Fernández affinché possa proteggere con sicurezza le dottrine della fede?
Card. Gerhard Ludwig. Müller: In America Latina la Chiesa ha perso metà dei suoi membri. Nella Germania sinodale, più di 500 mila Cattolici hanno rinunciato pubblicamente alla loro comunione con la Chiesa solo nel 2022. Ovunque, i seminari sono vuoti, i monasteri chiudono e il processo di scristianizzazione delle Americhe e dell’Europa è guidato in modo sofisticato e violento da élite anticlericali.
Solo un pazzo può parlare di una primavera della Chiesa e di una nuova Pentecoste. Le lodi dei media mainstream per i riformatori progressisti non si sono ancora tradotte in una svolta delle persone verso la fede in Gesù Cristo. Perché è solo nel Figlio del Dio vivente che possono riporre la loro speranza di vivere e di morire.
Pensare ancora alle vecchie categorie teorico-culturali di «progressisti/liberali e conservatori» o classificare i credenti sulla scala politica da «destra a sinistra», è già penalmente ingenuo.
Ciò che conta non è dove ci collochiamo nello spettro ideologico, ma se «a Dio che rivela [rendiamo] “l’obbedienza della fede” […] e [assentiamo] volontariamente alla Rivelazione che egli fa» (costituzione Dei Verbum, 5). Non ci orientiamo agli uomini e alle loro ideologie, ma al Figlio di Dio, che solo può dire di sé: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv. 14, 6).
Non è certo che il mio consiglio sia desiderato dai destinatari in questione. Per quanto riguarda la dottrina della Chiesa sulla fede vera e salvifica, e ciò che il Prefetto e il suo Dicastero sono obbligati a fare alla luce del magistero universale del Romano Pontefice, preferiamo lasciare che siano i Padri del Concilio Vaticano II a dirlo:
Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi dello spirito e dia «a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità». Affinché poi l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni (costituzione Dei Verbum, 5).
Da stampare leggere e meditare per i tempi oscuri che ci aspettano. Grazie!!!!
RispondiEliminaAnni fa lo consideravate eretico!
EliminaCome si cambia, per non morire.
Anonimo 5 luglio ore 10 41...È vero, me lo ricordo anche io. Correva l'anno 2012 e Papa Benedetto xvi lo aveva appena nominato prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede. In quel frangente questo blog ( che leggo e apprezzo in molti aspetti) aveva effettivamente preso un cossale granchio. Non fidandosi della saggezza, onestà e grandezza di un Papa che a differenza del tanghero ( salva reverentia direbbe qualcuno..ma non io!!) che c'è oggi aveva affidato questa importantissima congregazione curiale che lui stesso aveva guidato, ad un uomo serio, integro, preparato e soprattutto competente. Ben consapevole della serietà, centralità e importanza del dicastero. Ma poi si è ricreduto, vedendo come lo amministrava.
EliminaSe solo tutti si ricordassero che la morte prima o poi tocca a tutti ,quante eresie ci verrebbero risparmiate.
EliminaSi percepisce chiaramente nel Card. Müller il tratto teologico di Papa Benedetto XVI... altra statura.... e aimè altra Chiesa
RispondiEliminaIl compito di ogni vero credente irà è quello di resistere nella fede vera, non inquinata da tanti errori dottrinali propostici come veri. La posta in gioco è convertire il mondo al Vangelo, non adeguare la Chiesa al mondo. Il Signore Gesù, la Vergine Immacolata e S. Giuseppe custode della Chiesa ci assistano e ci proteggano dal menzognero e dai suoi accoliti.
RispondiEliminaRisposte diplomatiche
RispondiEliminaCose dette e ripetute,sapute è risapute.Non c'era bisogno di questa ennesima pessima nomina per prendere atto della situazione drammatica in cui versa la Chiesa.
RispondiEliminase Mgr Müller avesse sottoscritto la supplica ai papa Francesco su ,,Amoris Laetitia" con le quattro cardenali coraggiosi - e famosi - non ci troveremmo in questa situazion nello governo della Chiesa oggi.
RispondiEliminaCommento molto interessante. Se il cardinale Muller non si è unito ai quattro cardinali firmatari della lettera al papa per dirimere i noti Cinque Dubia, un motivo ci deve essere. Chissà se un giorno lo sapremo..
EliminaNessun pontificato è eterno. Passerà anche questo tempo drammatico. E passeranno anche teologucoli da 4 soldi che come grilli parlanti e saltellanti minano la fede cattolica. Lodi al card. Müller il quale, se Dio vuole, in un futuro conclave avrà la possibilità di essere tra gli elettori; e dunque ci sarà speranza di fare dei passi seri in avanti nell’annuncio della fede cattolica e nell’abbandono di processi assurdi e folli innescati in questi anni. Deus adiuvet nos.
RispondiEliminasi ecco continuiamo a dormire....il futuro conclave non offrirà altro che un nuovo bergoglio;
EliminaDio non aiuta i vili che mettono la testa sotto la sabbia fingendo di non vedere
GRAZIE EMINENZA!!!.
RispondiEliminaMAX 75
troppo in ritardo Eminenza!!
EliminaFinché si farà di Benedetto un dogma della Chiesa non andremo avanti…
RispondiEliminaSe vi piace quello che ha scritto Mueller, ricordatevi che El papa pro-tempore lo ha definito "immorale".
RispondiEliminaIn che cosa consisterebbe l'immoralità di Mueller?? prima di dare definizioni bisognerebbe motivare le stesse. Oggi assistiamo ad un potente ritorno del nepotismo . Il nuovo corso della Chiesa Cattolica sarebbe dato solo dagli Ispanici. Peggio i cosiddetti "cattolici Adulti"il cui motto è " O sei con me altrimenti sei contro di me"
EliminaMolta teologia e poca voglia di comunione ecclesiale. Questi “grandi” dovrebbero imparare meglio cosa sia il silenzio…
RispondiEliminaQuesta storia del "volemose bene" sta vanificando il messaggio evangelico. Non mi risulta che Gesù ci abbia insegnato il pressapochismo.
EliminaUn elefante nella sala dei cristalli, ma quasi nessuno lo vede. Soprattutto coloro che avrebbero il compito di difendere la Chiesa e fanno finta di niente.
RispondiElimina“Non avete minimamente idea di chi siano i fedeli tradizionalisti e di quanto siano normali e in comunione col Papa e con la Chiesa”
EliminaRobertus, 8 Giugno 2023
Viva la comunione ecclesiale.Non disturbare l'autista ,anche se stiamo andando a forte velocità a schiantarci....
RispondiEliminachi si tranquillizza pensando che poi arriverà Dio a mettere tutto a posto,trova solo un escamotage per nascondere la propria viltà: quando lutero ha portato il nord europa all'eresia o quando Enrico VIII ha abbandonato la Chiesa ,Dio non è intervenuto e questi popoli sono sprofondati nell'apostasia; Dio lascia agli uomini la totale libertà e non forza nessuno,quindi se si continua a mettere la testa sotto la sabbia e a digerire eresie sempre più enormi ,ciò che otterremo è di essere complici della distruzione della Chiesa. Gli antichi cristiani lottarono contro le eresie senza concedere neppure una singola deviazione e morirono spesso per questo, ma preservarono la fede. Oggi i cardinali che brontolano e non fanno nulla ,o peggio vedono il male e tacciono,sono più responsabili degli stolti che compiono il male perchè questi davvero ignorano ciò che fanno
RispondiElimina