Altre ombre sul nuovo Prefetto del DDF.
"Secondo BishopAccountability, l'arcivescovo Fernández, quattro anni fa, "appoggiò con fermezza il sacerdote accusato e si rifiutò di credere alle vittime", e perciò, osserva la sig.ra Barret Doyle in una dichiarazione, il prelato "dovrebbe essere indagato e non promosso ad una delle cariche più importanti della Chiesa a livello mondiale"".
Vedere il secondo articolo per le prime scuse di Fernández: "L'arcivescovo Victor Manuel Fernández, scelto da papa Francesco a capo dell'ufficio vaticano che garantisce l'ortodossia dottrinale, ha ammesso domenica di aver commesso degli errori nel gestire un caso del 2019 di un prete accusato di abusi sessuali su minori. (NdR. P. Eduardo Lorenzo, suicida). Il caso ha suscitato accuse da parte dei critici secondo cui Fernández ha cercato di proteggere il prete, un'accusa che lui ha respinto. "Oggi mi comporterei sicuramente in modo molto diverso e certamente la mia performance è stata insufficiente"".
QUI Associated Press.
QUI Nico Spuntoni sulla Bussola che ha intervistato un giornalista argentino esperto coniscitore della vicenda: «Quando il caso non poté più essere nascosto, Lorenzo fu trasferito dalla parrocchia dove aveva abusato per anni di un adolescente ad una sede della Cáritas a La Plata dove gli costruirono una speciale “suite” dove trascorrere le sue giornate». Satur ha da ridire anche sulla condotta di Fernández dopo il ritrovamento del cadavere del sacerdote perché, a suo dire, si sarebbe «sistematicamente rifiutato di rilasciare interviste alla stampa per chiarire la sua posizione, parlando solo attraverso "comunicati" che dicevano poco o niente». In merito all'affaire Sidders, secondo l'autore di Izquierda Diario l'arcivescovo lo «mandò dopo la morte di Lorenzo da La Plata a Misiones dove fu nominato da Baisi, ex vescovo ausiliare di La Plata, cappellano della Gendarmeria Nazionale e quando venne alla luce la prima denuncia contro di lui, Sidders era già a migliaia di chilometri di distanza».
Qui altri post sulla nomina di mons. Fernández Prefetto del DDF.
Luigi
Il Sismografo, 4-7-23
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Il 17 dicembre 2017, l'agenzia dei vescovi italiana SIR in un suo dispaccio scrisse: "Di fronte alla morte di nostro fratello Eduardo Lorenzo, che si è tolto la vita dopo lunghi mesi di enormi tensioni e sofferenze, possiamo solo unirci alla preghiera per lui affinché, il Dio della vita lo accolga nel suo infinito amore”. L'agenzia poi aggiungeva: "Così, in un breve comunicato, l’arcivescovo di La Plata (città argentina che si trova nei pressi della costa, a circa 60 chilometri a sudest di Buenos Aires), mons. Víctor Manuel Fernández, dà la notizia del suicidio del sacerdote che era accusato di abusi sessuali, con violenza carnale, contro cinque minori di età, commessi negli ultimi tre anni." [1]
Questo racconto è la conclusione tragica della vita di un prete argentino, accusato di pedofilia seriale, morto prima della fine del processo. E’ una vicenda che s'intreccia con il ministero episcopale del neo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Víctor Manuel Fernández, chiamato "Tucho".
Il presbitero suicida, Eduardo Lorenzo, aveva 67 anni il giorno del suo suicidio il quale avvenne nei locali della Caritas di La Plata poco prima di essere arrestato secondo l'ordine emesso da Marcela Garmendia, giudice del processo. La stampa argentina, quasi sei anni fa, nell'amplificare molto la notizia, sottolineò con insistenza due passaggi della vicenda: che il corpo senza vita del sacerdote era stato trovato con accanto l’arma da fuoco usata, e poi parole dell'arcivescovo Fernández. “Il Signore stesso ci aiuterà a capire qualcosa nel mezzo di questo oscuro mistero e ci insegnerà qualcosa anche attraverso questo dolore”, disse allora mons. Tucho.
Sabato 1° luglio scorso, qualche ora dopo che la Sala stampa della Santa Sede pubblicasse la notizia che Papa Francesco aveva nominato mons. Fernández nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, dagli Stati Uniti l'organizzazione Bishop Accountability [2] ha fatto sapere all'Associated Press (AP) che il nome di mons. Tucho era coinvolto nel caso del prete Eduardo Lorenzo, sostanzialmente per presunti occultamenti.
P. Lorenzo al momento della sua morte era parroco della Parrocchia "Inmaculada Madre de Dios" in Gonnet, e in passato era stato Cappellano dei Servizi penitenziari di Buenos Aires nonché confessore di padre Julio César Grassi, in carcere, condannato nel 2009 a 15 anni perché considerato colpevole di almeno 17 casi di abusi di minori e altri reati connessi (corruzione, abuso di autorità). In questo caso si parlò molto sulle responsabilità dell'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio che anni fa fece di tutto per difendere padre Grassi. L'AP, in un articolo di Nicole Winfield, raccontò questa vicenda dicendo: "Il ruolo di Papa Francesco nel più celebre caso di abuso clericale in Argentina torna in esame mentre questi affronta la più grande crisi del suo pontificato, a motivo della travagliata eredità di coperture e accuse nella Chiesa Cattolica nella quale è ora dalla parte degli imputati. Francesco, all’epoca ancora Cardinal Jorge Maria Bergoglio, nel 2010 commissionò un’indagine forense in 4 volumi, per più di 2000 pagine complessive sul caso legale di un sacerdote condannato [P. Grassi], la quale concluse che fosse innocente, che le vittime stessero mentendo e che il caso non avrebbe mai dovuto entrare a procedimento giudiziale." (19 settembre 2018) [3] [4]
Anne Barrett Doyle, co-direttrice di BishopAccountability.org, ha dichiarato che mons. Fernández, da poco tempo a capo della diocesi de La Plata, nel 2019 si rifiutò di dare credito alle persone che allora denunciavano padre Eduardo Lorenzo per abusi sessuali. La questione si era aperta con la prima accusa contro il sacerdote nel lontano 2008 e che non ebbe in pratica nessun seguito. Secondo BishopAccountability, l'arcivescovo Fernández, quattro anni fa, "appoggiò con fermezza il sacerdote accusato e si rifiutò di credere alle vittime", e perciò, osserva la sig.ra Barret Doyle in una dichiarazione, il prelato "dovrebbe essere indagato e non promosso ad una delle cariche più importanti della Chiesa a livello mondiale".
Quindi, per quest'associazione in difesa delle vittime di abusi, la scelta del Papa "è sconcertante e preoccupante" (...) “Nulla del comportamento [di Fernández] permette di pensare che sia adatto per guidare la battaglia del Papa contri gli abusi e gli occultamenti", aggiunge [5] BishopAccountability che ricorda che nel 2019, dopo le denunce di padre Lorenzo, quest'ultimo ha potuto scrivere una lettera sul sito ufficiale della diocesi (con il permesso del vescovo Fernández) per negare le accuse e denunciare una campagna di calunnie. Come se non bastasse, l'arcivescovo Fernández visitò la parrocchia dell'accusato e concelebrò con padre Lorenzo. Intanto le denunce di abusi continuarono.
Alla fine, la diocesi, comunicò il ritiro del sacerdote per "motivi di salute". Non sono state mai date altre spiegazioni o dettagli che sarebbero stati utili per chiarire i fatti e trovare almeno una verità giuridica.
Forse si è pensato, come accade spesso, che il silenzio risolve tutto quando in realtà complica tutto. Nel caso di abusi, Papa Francesco ha sempre sottolineato, oltre al fatto della violenza sulla persona, la gravità assoluta dell'occultamento, accusa contro il vescovo argentino che oggi si rinnova.
Juan Pablo Gallego, avvocato delle cinque presunte vittime di p. Lorenzo, ha confermato in queste ore quanto era già conosciuto in conformità con i racconti e le testimonianze delle persone denuncianti, mai considerate dall'arcivescovo Fernández "vittime". [6]
Nella messa da lui celebrata il giorno dei funerali di Eduardo Lorenzo, non ci furono parole per le vittime, anche se giuridicamente presunte. Nella nota del prelato pubblicata sul sito della diocesi per dare la notizia della morte del presbitero accusato, alla fine si dice: "Nonostante non si sia potuto concludere il processo per le accuse presentate, preghiamo anche per coloro che potrebbero esserne rimasti offesi o colpiti." [7]
***
[1] Agenzia SIR
[7] Nota dell'arcivescovo Fernández - 17 dicembre 2019
Queridas hermanas y hermanos de la Comunidad arquidiocesana, ante la muerte de nuestro hermano Eduardo Lorenzo, que se quitó la vida después de largos meses de enorme tensión y sufrimiento, solamente nos cabe unirnos en oración por él para que el Dios de la vida lo reciba en el amor infinito. El mismo Señor nos ayudará a comprender algo en medio de este misterio oscuro, y nos enseñará algo aún a través de este dolor.
Acompañamos con la plegaria a sus familiares, amigos y a quienes lo apreciaban como sacerdote. Más allá de que no se había concluido un juicio por las acusaciones presentadas, también oramos por quienes puedan haberse sentido ofendidos o afectados por él.
Los abrazo a todos con afecto en Cristo
Mons. Víctor Manuel Fernández
Arzobispo
Il neo Prefetto Víctor Manuel Fernández: nel caso del prete suicida, P. Eduardo Lorenzo, accusato di abusi su 5 ragazzi, ora dice di aver sbagliato
Il Sismografo, 10-7-23
Mons. Fernández: nel caso del prete Eduado Lorenzo non ho agito bene, avrei potuto fare di più e meglio, soprattutto con i cinque ragazzi allora presunte vittime. Avrei dovuto agire con più tempestività
(a cura Redazione "Il sismografo") Nella sua intervista all'Associated Press, oggi lunedì, il neo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Víctor Manuel Fernández, cambia versione, abbassa i toni e ammette di aver sbagliato. In parte si assume le responsabilità e in parte scarica il peso della questione dicendo che allora (2019) le norme anti-pedofilia non erano così puntuali come oggi.
Traduzione nostra di stralci dell'intervista dell'AP:
"L'arcivescovo Victor Manuel Fernández, scelto da papa Francesco a capo dell'ufficio vaticano che garantisce l'ortodossia dottrinale, ha ammesso domenica di aver commesso degli errori nel gestire un caso del 2019 di un prete accusato di abusi sessuali su minori. (NdR. P. Eduardo Lorenzo, suicida). Il caso ha suscitato accuse da parte dei critici secondo cui Fernández ha cercato di proteggere il prete, un'accusa che lui ha respinto.
"Oggi mi comporterei sicuramente in modo molto diverso e certamente la mia performance è stata insufficiente", ha detto all'Associated Press durante un'intervista dopo aver celebrato la messa a La Plata, a circa 70 chilometri a sud di Buenos Aires.
Papa Francesco ha nominato Fernández il 1° luglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede della Santa Sede, che garantisce l'ortodossia dottrinale e una delle cui aree riguarda la gestione delle accuse di abusi sessuali mosse contro il clero. Fu anche nominato cardinale ieri domenica insieme a circa due dozzine di religiosi .
BishopAccountability.org, un gruppo statunitense che mantiene un archivio online sugli abusi nella Chiesa cattolica romana, ha messo in dubbio la nomina dell'arcivescovo a capo del dicastero. Ha detto che Fernández ha rifiutato di credere alle accuse di minorenni che hanno indicato Eduardo Lorenzo, un sacerdote dell'arcidiocesi di La Plata, come colpevole di abusi su di loro.
Alla fine del 2019, dopo aver appreso che un giudice argentino aveva ordinato il suo arresto per presunti abusi sessuali su cinque bambini, Lorenzo è stato trovato morto in quello che è stato giudicato un suicidio.
In risposta alle critiche dell'organizzazione statunitense, lunedì Fernández ha dichiarato ad AP di non aver mai detto di non credere alle accuse e di aver preso provvedimenti per allontanare il sacerdote dalle presunte vittime.
Domenica, però, è stato più autocritico nei confronti delle sue azioni, che ha attribuito al fatto di essere arrivato nel 2018 come arcivescovo di La Plata “senza alcuna esperienza in un'altra diocesi”. Ha detto che le procedure della chiesa per trattare le accuse di abusi commessi dai religiosi "erano meno chiare" in quel momento.
“Non posso dire di aver commesso un delitto o qualcosa contro quanto stabilito in quel momento, ma che avrei potuto essere un padre molto migliore, un pastore molto migliore e molto più efficiente. Questo, ovviamente, lo riconosco”, ha detto ad AP.
“Con tutto quello che dico è chiaro che non ho agito nel modo migliore”, ha detto.
Fernández ha detto che avrebbe dovuto "trattare le vittime più da vicino" e agire "un po' prima" rimuovendo Lorenzo dai suoi doveri di prete mentre era indagato.
“Stavo aspettando di vedere come ha agito la giustizia, cosa ha fatto il pubblico ministero, quali elementi oggettivi sono arrivati a noi”, ha detto.
Anne Barrett Doyle, condirettrice di BishopAccountability.org, ha espresso incredulità alle parole dell'arcivescovo.
"Si dichiara sconcertato, ma è un uomo sofisticato ed educato", ha detto, aggiungendo che "le affermazioni di ignoranza non sono credibili".
Barrett Doyle ha detto che Fernández ha "ripetutamente" dimostrato sostegno al sacerdote.
"Se l'arcivescovo Fernández alla fine si è pentito di come ha gestito questo caso, perché non ha mai contattato le vittime di Lorenzo?", si chiede Barret Doyle.
Stretto consigliere del pontefice di origine argentina, Fernández è stato soprannominato il “teologo del papa″ perché è opinione diffusa che abbia aiutato a scrivere alcuni dei documenti più importanti di Francesco. Il Papa lo ha nominato a capo dell'arcidiocesi di La Plata nel 2018.
Fernández ha detto di aver parlato con il pontefice delle critiche ricevute sul caso di Lorenzo e gli è stato detto: "Spiega la realtà com'era".
FOTO: Mons. Víctor Manuel Fernández e p. Eduardo Lorenzo