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venerdì 16 giugno 2023

Sacro Cuore di Gesù: le grazie e le benedizioni #sacrocuore

Belle riflessioni nella festa odierna del Sacro Cuore.
Luigi


Schola Palatina, di Don Marino Neri | 30 Dicembre 2022

Infiniti tesori di grazie e di benedizioni sono racchiusi nel Sacro Cuore di Gesù. Recitarne le litanie è un esercizio di devozione efficace, per innalzare l’anima alla più alta perfezione. Matilde di Hackenborn e santa Geltrude la Grande vi videro un rifugio ed una sorgente d’acqua viva. A santa Margherita Maria Alacoque Gesù promise le effusioni della Sua grazia a quanti le recitassero, riunendo le famiglie divise e riportando la pace nella comunità umana.
Era il 15 maggio 1956 quando il venerabile Pio XII pubblicava l’enciclica Haurietis Aquas con cui intendeva ricordare e promuovere l’istituzione della festa del Sacro Cuore – estesa a tutta la Chiesa – da parte di Pio IX il 23 agosto 1856.

Santificare e convertire

La prima, in ordine cronologico, a concentrare la propria devozione privata sul Cuore del Redentore fu Matilde di Hackenborn (1241-1299), che contemplò nel cuore del Cristo il rifugio dove entrare per trovare pace gioia anche nei giorni di angoscia e tristezza.

L’altra fu santa Geltrude la Grande (1256-1303), che nei suoi scritti contemplò il Cuore del Cristo risorto, «sorgente d’acqua viva», che si effuse sulla terra per santificare i giusti e convertire i peccatori, nel Purgatorio per recar refrigerio alle anime sofferenti.

La propagazione del culto al Cuore di Gesù in età moderna fu dovuta all’apostolato dei Gesuiti. Grande tuttavia fu l’opera di S.Giovanni Eudes (1601-1680), il quale si adoperò molto nella diffusione della devozione ai SS. Cuori di Gesù e Maria. A lui si deve la prima composizione della Messa e dell’ufficio in onore del Sacro Cuore. Cinque anni dopo l’approvazione della Messa avvennero le rivelazioni a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690), a Paray-le Monial, dal 1673 al 1675.

Il gesuita S. Claudio la Colombière, confessore della veggente, ritenne autentiche le rivelazioni e ne radicò la spiritualità nei suoi figli spirituali, tra cui molti sacerdoti (su tutti, si pensi al padre G. Gallifet, che assimilò fortemente il messaggio delle rivelazioni e dedicò grande cura nell’illustrare e diffondere la devozione al Cuore di Gesù).

Una devozione costante

Sin dal principio, Gesù ha fatto comprendere a Santa Margherita Maria Alacoque, che avrebbe sparso le effusioni della sua grazia su tutti quelli che si fossero interessati a questo amabile culto di latria, promettendo di riunire le famiglie divise e di riportare la pace nella societas degli uomini. Vale la pena leggere quanto la monaca visitandina ebbe a scrivere a un sacerdote gesuita, forse padre Croiset: «I tesori di grazie e di benedizioni che questo sacro Cuore racchiude sono infiniti. Io non so se vi sia nessun altro esercizio di devozione, nella vita spirituale, che sia più efficace, per innalzare, in poco tempo, un’anima alla più alta perfezione e per farle gustare le vere dolcezze, che si trovano nel servizio di Gesù Cristo».

«In quanto alle persone secolari, troveranno in questa amabile devozione tutti i soccorsi necessari al loro stato, vale a dire, la pace nelle loro famiglie, il sollievo nel loro lavoro, le benedizioni del cielo in tutte le loro imprese, la consolazione nelle loro miserie; è proprio in questo sacro Cuore che troveranno un luogo di rifugio durante tutta la loro vita e principalmente all’ora della morte. Ah! come è dolce morire dopo avere avuto una tenera e costante devozione al sacro Cuore di Gesù Cristo».

«Cor Iesu, miserere nobis»

Tangibile sintesi di tutta la teologia e la spiritualità connessa al culto del S. Cuore sono le litanie a Lui votate, costituite, nella loro forma attuale, da Leone XIII il 2 aprile 1899, con le loro 33 invocazioni. Sono le stesse, nel numero, delle prime litanie, quelle che padre Giovanni Croiset pubblicò nel 1691 contemporaneamente alla sua opera La devozione al sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo. A queste si ispirò fondamentalmente la Sacra Congregazione dei Riti nel dover disporre e approvare le preci litaniche per il culto della Chiesa: delle 33 invocazioni attuali, 22 provengono dalle litanie di Croiset.

Esse, così come ancora oggi si pregano, dipendono fortemente da quelle di Croiset, sia pure attraverso la mediazione della visitandina Anna Maddalena Remusat, la quale, nel 1718, unisce al suo libro di devozioni una silloge di litanie, che per la maggior parte si ricollega al Croiset, oltre alla presenza di altri autori.

L’andamento regolare delle litanie si costituisce da invocazioni dottrinali o biblico-teologiche ritmate dalla regolare invocazione Cor Iesu… miserere nobis: si va da invocazioni relative alla natura divina del Verbo all’esplicitazione dei doni spirituali a Lui connessi ad affermazioni più squisitamente dottrinali o devozionali. Il richiamo insistente al Gesù, mite e umile di Cuore affinché abbia pietà del suo popolo è professione di Fede fermissima nella Misericordia divina, ma altresì nel fatto che nulla siamo senza la sua Grazia che perfeziona i doni di natura.

Nell’egocentrismo soffocante della società attuale, che ha escluso Dio dai luoghi più importanti della vita pubblica, vale la pena richiamare l’importanza capitale del culto al S. Cuore di Gesù, abisso infinito di verità, di giustizia e di ogni altra virtù, per una rinascita dei singoli cuori al palpito del Cuore, che tanto ha patito per gli uomini.

A tanto esorta, del resto, l’enciclica di Leone XIII Annum sacrum (25 maggio 1899), con cui intende consacrare l’umano consorzio al Cuore di Gesù per un vero progresso nella verità e nella pace: «In questi ultimi tempi si è fatto di tutto per innalzare un muro di divisione tra la chiesa e la società civile. Nelle costituzioni e nel governo degli stati, non si tiene in alcun conto l’autorità del diritto sacro e divino, nell’intento di escludere ogni influsso della religione nella convivenza civile.

In tal modo si intende strappare la fede in Cristo e, se fosse possibile, bandire lo stesso Dio dalla terra. A lui si deve ricorrere, che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Si è andati fuori strada? bisogna ritornare sulla giusta via. Le tenebre hanno oscurato le menti? è necessario dissiparle con lo splendore della verità.

La morte ha trionfato? bisogna attaccarsi alla vita. Solo così potremo sanare tante ferite. Solo allora il diritto potrà riacquistare l’autentica autorità; solo così tornerà a risplendere la pace, cadranno le spade e sfuggiranno di mano le armi. Ma ciò avverrà solo se tutti gli uomini riconosceranno liberamente il potere di Cristo e a lui si sottometteranno; e ogni lingua proclamerà “che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,11)».

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