Mostafa Mohamed, attaccante del FC Nantes e della Nazionale Egiziana |
In mezzo all’ubriacatura filo-sodomita con le veglie nelle chiese cattoliche di cui stiamo scrivendo in questi giorni (QUI, QUI, QUI, QUI e QUI), con viva efficacia l’autore (che fa suo il nostro interrogativo sull'8xMille) racconta la storia di alcuni calciatori africani (musulmani) che giocano in Francia e che hanno rifiutato di esibirsi con la maglietta arcobaleno voluta dalla nota lobby.
Certo, che ora dobbiamo confidare nei musulmani per vedere rispettati alcuni valori del Cristianesimo, è un paradosso! Siamo proprio alla frutta...
Certo, che ora dobbiamo confidare nei musulmani per vedere rispettati alcuni valori del Cristianesimo, è un paradosso! Siamo proprio alla frutta...
L.V.
Oltre al peggio offerto dal Comune piddino di Roma, troviamo nella cronaca degli ultimi giorni anche il meglio che ci viene dalla Francia. Meglio: da alcuni calciatori africani che quasi tutti giocano nel massimo campionato transalpino.
Per sabato 12 e domenica 13 maggio la Federazione francese aveva deciso per il quinto anno di aderire alla richiesta di organizzazioni arcobaleno di una giornata «contro l’omotransfobia» e «per i diritti LGBT» sui campi di calcio. I giocatori avrebbero dovuto indossare magliette arcobaleno e i capitani anche bracciali ben visibili con gli stessi colori. Il tutto pagato dalla Federazione. La grande maggioranza dei giocatori ha aderito, come le altre volte, per convinzione (alcuni), per rassegnazione e per non avere guai (una parte consistente).
Se l’anno scorso solo il senegalese Idrissa Gana Gueye (Paris Saint-Germain) si era rifiutato di scendere in campo (appoggiato anche dal presidente del Senegal) – ai mondiali in Quatar però l’allora capitano della nazionale francese Hugo Lloris non aveva voluto indossare la fascia arcobaleno come i colleghi inglese e tedesco – quest’anno invece i contestatori del diktat arcobaleno (ripetiamo: della nota lobby, che non c’entra con i diritti delle singole persone omosessuali) sono stati almeno cinque: tre giocatori del Toulouse, uno del Nantes, uno del Guingcamp (serie B).
Ha spiegato l’egiziano Mostafa Mohamed (musulmano, Nantes): «Rispetto tutte le differenze, le credenze, le convinzioni. Questo rispetto […] comprende anche quello delle mie credenze personali. Considerate le mie radici, la mia cultura, l’importanza che attribuisco alle mie convinzioni e credenze, non era possibile per me partecipare alla campagna. Spero che la mia decisione sia rispettata».
Analogamente il marocchino Zacharia Aboukhal (uno degli eroi della fantastica cavalcata della nazionale ai mondiali del Quatar, pure musulmano, Toulouse) ha osservato che «il rispetto è un valore che conta molto per me. Si estende agli altri, ma vale anche per le mie convinzioni».
Calciatori di qualità, ma anche persone con la schiena diritta. Come loro il bosniaco Said Hamulic, il maliano Moussa Diarra (ambedue del Tolosa) e il senegalese Donatien Gomis (del Guingcamp).
Si sa che almeno Mostafa Mohamed è stato multato dal Nantes. La società ha eseguito l’ordine dato dal ministro francese dello Sport, tale Amélie Oudéa-Castéra, che ha tuonato: «È responsabilità delle società adottare sanzioni» contro i reprobi.
Immaginate se la Federcalcio italiana imponesse il prossimo anno una domenica con maglietta LGBT? Quanti sarebbero pronti a sfidare pubblicamente la nota lobby (consci che qui non si tratta di rispettare l’omosessualità della singola persona, ma di promuovere con tutti i mezzi l’agenda antropologica sovversiva)? Quante dichiarazioni tipo quelle di Mustafa Mohamed e Zakaria Aboukhal leggeremmo? Quasi sicuramente di qualche musulmano… ma quanti cattolici o credenti in genere o non credenti avrebbero il coraggio necessario? Abbiamo l’impressione che, ove qualcuno si manifestasse in tal senso, dovrebbe subire i rimbrotti di Avvenire, quel giornale di cui il Turiferario Guastalamessa (al secolo Luciano Moia) scandisce i ritmi arcobaleno. Per non parlare della disapprovazione da parte di non pochi vescovi, in brodo di giuggiole se richiesti di aprire le chiese alle «veglie arcobaleno» (in realtà cavallo di Troia della nota lobby), e invece sbirri intransigenti per impedire la celebrazione di pericolosissime, sovversive Messe «in latino» oppure implacabili censori di chi – secondo le norme canoniche – riceve la santa Comunione in bocca. Avanti così, vescovi e sacerdoti arcobaleno per convinzione, rassegnazione, fessaggine, opportunismo… e poi non lamentatevi se emergeranno conseguenze non proprio positive sul gettito dell’8 per mille!
Si direbbe: "finalmente un uomo!"
RispondiEliminaSi', gli stessi paesi slamici che lapidano le donne e impiccano i gay, begli esempi di paesi progrediti che avete.. le culle del progresso proprio
RispondiEliminaSono islamici,i cattolici sono più inclusivi.Chi sono loro per giudicare?
RispondiEliminaMe li aspettavo certi commenti. Ormai questo blog, che pubblica molte cose condivisibilissime anche x chi, come il sottoscritto, non necessariamente è " tradizionalista" nel senso stretto del termine, è diventato il bersaglio preferito di leccapiedi e frustrati bergogliani. Ao....Sempre il solito disco rotto dell' essere " inclusivi"...e dei "paesi islamici" che " impiccano i gay "ecc.cc.. ( ma poi..non eravare a favore dell' islam e dell' islamizzazione dell' Europa e dell' Occidente??..attenti che qui potreste passare x razzisti xenofobi ...birichini!! :))) comunque, tornando in argomento, voi vi ostinate a voler far credere che essere contrari a unioni, matrimoni e adozioni x invertiti e galassia annessa e connessa significhi metterli alla forca. Ma è proprio una fissa la vostra :))) ...del resto, quando non si hanno argomenti.... Un plauso a questi coraggiosi giocatori!!
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