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La cristianofobia avanza e si afferma.
Luigi
Unione Sarda, Sara Pinna, 6-4-23
Voleva solo augurare ai bambini un buon Natale recitando con loro due preghiere. E creando tutti assieme un piccolo rosario fatto di perline. Il gesto della maestra però non è stato gradito: per lei una sospensione dal posto di lavoro per venti giorni con anche la riduzione dello stipendio. Marisa Francescangeli, maestra nella scuola primaria di San Vero Milis, quando racconta la sua storia, piange a dirotto: «Sto vivendo un incubo. Tutto mi sarei aspettata ma non un provvedimento simile. Mi mancano i miei bambini, mi manca il mio lavoro. Non ho fatto nulla di male».
La storia. Marisa Francescangeli, classe 1965, potrà fare l’appello solo a partire dal 16 aprile. Prima non potrà varcare la soglia della scuola di via Umberto, la sua seconda casa. «Tutto inizia il 22 dicembre, quando mi trovavo in una classe per sostituire un mio collega. Visto che Natale era alle porte ho deciso di realizzare con i bambini un braccialetto che rappresentava il rosario. Poco prima di uscire abbiamo recitato assieme il Padre nostro e l’Ave Maria. Insomma, per me normalità, non mi sembrava di avere fatto nulla di grave. In tutte le mie classi non c'è un bambino che non presenzi durante l’ora di religione». C’è però chi non ha gradito il gesto. Due mamme si sono lamentate dell’accaduto con il dirigente scolastico Alessandro Cortese: «A quel punto - racconta la maestra - sono stata convocata per partecipare a un incontro con questi genitori e il preside. Mi sono persino scusata del gesto, ricordando però che all’inizio dell’anno avevo chiesto a tutti i genitori il permesso di poter recitare con i bambini alcune preghiere. Nessuno si era dimostrato contrario».
La sospensione. La vicenda non si chiude con le scuse. Lo scorso 2 marzo Marisa Francescangeli viene convocata in direzione per firmare la notifica di sospensione da parte del dirigente Alessandro Cortese e dell’Ufficio scolastico provinciale. Per lei una doccia fredda, l’inizio di un calvario: «Ho avuto il coraggio di leggere il contenuto della lettera solo una volta arrivata a casa - racconta - C’era scritto che ero stata sospesa per venti giorni e che il provvedimento iniziava dal giorno in cui sarei dovuta rientrare a scuola perché in quel momento mi trovavo in malattia. C’era anche scritto che mi avrebbero diminuito lo stipendio».
Le accuse. A quel punto interviene il suo sindacato che chiede all’Ufficio scolastico provinciale di revocare il provvedimento perché non c’era il tempo utile per produrre materiale a suo favore. Questo però viene negato. Intanto, Francescangeli chiede alla scuola di poter fare l’accesso agli atti per capire bene quali fossero le accuse mosse contro di lei: «Mi hanno contestato di aver fatto pregare i bambini, di aver realizzato un rosario ma anche di averli terrorizzati quando, prima di Natale, avevo spiegato la pericolosità del fumo, dopo varie domande da parte dei piccoli. Una lezione educativa insomma». La maestra si è rivolta ad un legale: «Stiamo preparando il ricorso da presentare in Tribunale. Io non merito questo, è devastante, è umiliante».
La scuola. Il dirigente dell’istituto Alessandro Cortese non fa tanti giri di parole: «Sulla vicenda non posso rilasciare nessuna dichiarazione». Tante mamme invece sono un fiume in piena: «Non vediamo l’ora che la maestra rientri a scuola dai nostri bambini - racconta Alessia Mirisola - Si tratta di un provvedimento troppo forte». Veronica Pinna, un’altra mamma: «Tutto questo è assurdo. Per tante cose gravi la scuola chiude gli occhi, per questa no. Mi dissocio dalle accuse avanzate alla maestra da parte di due mamme e dal comportamento del dirigente che anziché chiedere l’intervento dell’Ufficio scolastico doveva risolvere la vicenda a scuola solo con la diretta interessata». Per le mamme non finisce qui: «Chiederemo di fare l’accesso agli atti - conclude Pinna - Vogliamo capire come mai sono state ascoltate solo le pochissime mamme che si sono lamentate e non tutti i genitori della classe».