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giovedì 16 marzo 2023

Difesa della Messa tradizionale: 76ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

76ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA IN DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE 
DAVANTI AGI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

L'ultima Lettera di Paix Liturgique ( Paix Liturgique France ) trattava della stupefacente incompetenza del cardinale Arthur Roche, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza delle circostanze della promulgazione del messale del 1570 da parte di san Pio V. Ora questa ignoranza è condivisa da un un certo numero di prelati – è il caso di monsignor de Kerimel, ora arcivescovo di Tolosa ( cfr. Lettera 835 di PL: Paix Liturgique France ) – che pensano che Pio V abbia attuato una riforma simile a quella di Paolo VI!
Tuttavia, l'opera liturgica di san Pio V non fu in alcun modo quella di sviluppare un nuovo messale, che avrebbe aggiornato le decisioni del Concilio di Trento, come fece Paolo VI per il suo messale che intendeva attuare quelle del Vaticano II. “San Pio V, con la promulgazione del suo messale, non intendeva imporre né una liturgia, né una nuova ecclesiologia, né una nuova teologia, ma al contrario, il suo scopo era quello di conservare la fede di Roma che sembrava la più perfetta. Infatti il ​​Concilio di Trento, riaffermando la dottrina del sacrificio della Messa, si appoggiò sull'attestazione più sicura di questa dottrina, che era la Messa celebrata nella Curia di Roma. La caratteristica del Missale Romanum per lunghi secoli è stata quella di riflettere perfettamente, attraverso la preghiera liturgica, la regula fidei di Roma, cioè l'autentica fede cattolica secolare. Non si trattava per San Pio V di comporre nuovi libri liturgici che utilizzassero vecchie forme scomparse, o una nuova creazione, ma di conservare, unificandolo, il tesoro liturgico accumulato per secoli nell'Ordo della Curia Romana . Fin dal XIII secolo, infatti, il messale della Curia era diventato un modello quasi universale grazie alla diffusione che ne fecero gli ordini religiosi mendicanti, in particolare i francescani. »

E mentre i nostri pastori spendono tutte le loro energie nel provare di sradicare la liturgia tradizionale, che peraltro produce notori frutti pastorali e vocazionali, la vicenda del “cammino sinodale” tedesco, dall’altre parte, mostra quanto sia grande il lassismo dottrinale e disciplinare degli organi del magistero. "Di fronte allo spettro dello scisma, la Chiesa di Germania in confusione", è il titolo di una rubrica dell'astrofisico Raphaël Duqué su La Croix del 10 marzo 2023 ( « Face au spectre du schisme, l’Église d’Allemagne dans la confusion » (la-croix.com) ). E l’attuale Synodal Weg ha già votato proposte ben radicali: legittimazione dell'onanismo; rifiuto dell'alterità maschio-femmina nella morale sessuale; probabilmente seguirà la benedizione delle unioni omosessuali, già diffuse in Germania; ordinazione di donne o uomini sposati; partecipazione dei laici alle elezioni episcopali; istituzione di un Weg sinodale permanente, il “Consiglio sinodale. »

Si può tuttavia – ahimè! – dubitare che si verificherà uno scisma. Lutero ei suoi seguaci lasciarono la Chiesa non di loro spontanea volontà, ma perché Roma, per conservare la fede e la disciplina e indurre gli eretici alla conversione, dichiarò che essi si erano messi fuori: li scomunicò. Ma negli ultimi 50 anni non è successo niente del genere: ci si prendiamo la cosa con calma, si scende a compromessi, si tratta con gli autori degli errori più gravi, e il male si diffonde e corrompe il resto degli altri membri del Corpo.

D'altra parte, non si perde tempo nell’affermare chiaramente che i fedeli della liturgia tradizionale non sono in comunione, e non ci si ferma davanti a nulla per spingerli ad "uscire". Due pesi...

Continuiamo quindi a chiedere giustizia e libertà per una liturgia inequivocabilmente cattolica. Preghiamo il rosario per questa intenzione nella chiesa di Saint-Georges de La Villette, i mercoledì alle 17:00, davanti a Notre-Dame du Travail, ogni domenica alle 18:15, e davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître- Notre Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13:00 alle 13:30