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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

venerdì 17 marzo 2023

21 marzo "Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie".

 Tra pochi giorni (il 21 marzo) sarà la Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, e nel nostro piccolo vorremmo apportare il nostro ricordo proponendo quest'opera - quanto mai pertinente - del siciliano Vincenzo Consolo (1933): si tratta del "Requiem per le vittime della mafia", composta nel 1993 (nell’anno precedente erano stati assassinati, con gli agenti di scorta e non solo: Giovanni Falcone il 23 maggio e Paolo Borsellino il 19 luglio).

Si tratta della traduzione in italiano –  peraltro con un registro alto, con venature arcaiche, arricchita da parole provenienti dalla tradizione dialettale siciliana – dei testi latini della Messa tradizionale per i defunti e del rito tradizionale delle esequie, musicata da un gruppo di giovani compositori ed eseguita per la prima volta nella cattedrale di Palermo il 27 marzo del ’93
Per l’esattezza, l’Introito e il Kyrie furono affidati a Lorenzo Ferrero, il Dies irae a Carlo Galante, l’Offertorio a Paolo Arcà, il Sanctus a Matteo D’Amico, l’Agnus Dei a Giovanni Sollima, il Communio (Lux aeterna) a Marco Betta, il Libera me Domine a Marco Tutino (ideatore dell’iniziativa e coordinatore).

Per dare un’idea della robustezza e dell’efficacia dell’impasto linguistico - elaborato per l’occasione da Vincenzo Consolo- riportiamo qui di seguito il testo del Dies irae, dell’Offertorio (Domine Jesu Christe) e del Libera me Domine:
Roberto 
*

Il giorno dell’ira, giorno tremendo,
in bagliore finirà questo mondo,
disse David, profetò la Sibilla.

Rigore, attasso, tremore d’ossa
allor che il Giudice dall’alto seggio
fredda la mente, grave inquisirà.

Lancia la tromba orrendo suono
per ogni tomba dissolta, remota,
suscita, spinge davanti al Trono.

Stupirà Morte, stupirà Natura
quando s’alza, risorge il sepolto
per la sentenza del Giudice sommo.

Implacabile denunzia quel libro
... (continua qui).

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