Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
71a SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGLI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Sull'aereo di ritorno dall'Africa, domenica sera, il Papa ha pensato bene di soffiare su alcune braci. L'arcivescovo Gänswein, segretario di Benedetto XVI, in un libro pubblicato subito dopo la morte del pontefice, "Nient'altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI", ha rivelato il dolore che questo ha provato quando è stata promulgato Traditionis Custodes, che capovolge il suo lavoro per la pace. In modo ancora più forte, il cardinale Müller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con il suo libro "In buona fede. La religiosità nel XXI secolo", dove ha affermato che con Traditionis Custodes, "invece di apprezzare l'odore delle pecore, il pastore le colpisce duramente con il suo bastone".
Il Santo Padre, noto per essere un buon politico, avrebbe potuto lasciar passare questi attacchi mostrando disprezzo per due persone che considera marginali. Invece, ha ritenuto opportuno raccogliere il guanto di sfida dicendo ai giornalisti: "Credo che la morte di Benedetto XVI sia stata strumentalizzata da persone che vogliono aggiungere benzina al proprio fuoco."
Questo è più che sufficiente per rilanciare le voci di un nuovo giro di vite: eventuali restrizioni sarebbero imposte da Papa Francesco alla forma tradizionale, e la morte di Benedetto XVI potrebbe aprire la strada a questo sviluppo. Si parla di una norma secondo cui nessuna chiesa può celebrare esclusivamente o ogni domenica la Messa preconciliare, di un divieto esplicito di amministrazione di sacramenti diversi dall'Eucaristia nella forma preconciliare e di un divieto per i sacerdoti di celebrare solo nella forma straordinaria. Si tratta di voci incerte che vanno prese con le molle, basate su testimonianze di seconda o terza mano, molto meno certe e precise di quelle che avevano annunciato in anticipo la pubblicazione della Traditionis custodes.
In ogni caso, nel frattempo, nei seminari della Società San Pio X, in particolare in quello degli Stati Uniti, una coorte di giovani leviti ha preso l'abito talare il 2 febbraio. Lo stesso avverrà presto a Courtalain per l'Istituto del Buon Pastore e poi nei seminari della Fraternità San Pietro. È come se le restrizioni romane avessero per risultato proprio il fornire una mativazione ulteriore per un maggior numero di vocazioni tradizionali!
Se pensiamo, inoltre, alla situazione catastrofica della Chiesa in Occidente - e anche altrove sotto vari aspetti, la vita dei sacerdoti, la conservazione della fede - questo odio verso una liturgia che produce tanti frutti evidenti e che attrae sorprendentemente moltitudini di giovani fedeli, è fuori luogo, aberrante e alimento infatti di un'azione di regressione.
Per questo la nostra protesta per una libertà completa della liturgia tradizionale continua e non si fermerà. I sindacati manifestano in Francia contro la riforma delle pensioni; noi manifestiamo, modestamente ma tenacemente, contro la persecuzione della tradizione. A Parigi, a Saint-Georges de La Villette, i fedeli recitano un rosario nella loro chiesa ogni mercoledì alle 17.00. Davanti a Notre-Dame du Travail, i fedeli del collettivo Paris Tradition 14 recitano anche loro il rosario ogni domenica alle 18.15, mentre al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, davanti agli uffici dell'arcidiocesi, dal lunedì al venerdì, dalle 13.00 alle 13.30, recitano il rosario le sentinele.