Pubblichiamo la traduzione di un interessante articolo di The Pillar (QUI).
Vedere QUI, su La Nuova Bussola Quotidiana altre sciatterie della Messa esequiale.
L'articolo è stato scritto prima della Celebrazione delle esequie di Benedetto XVI: il mancato uso del Canone Romano non è stato, in seguito, spiegato dal Vaticano né ufficialmente, né ufficiosamente. Chissà perché?
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L'articolo è stato scritto prima della Celebrazione delle esequie di Benedetto XVI: il mancato uso del Canone Romano non è stato, in seguito, spiegato dal Vaticano né ufficialmente, né ufficiosamente. Chissà perché?
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
Luigi
Il Canone Romano non sarà usato nella Messa funebre di Benedetto XVI. È un problema?
The Pillar, 04/01/2023
Quando martedì il Vaticano ha pubblicato il libretto per la Messa funebre di Benedetto XVI, un'omissione ha sollevato delle perplessità.
Invece di usare il Canone Romano, la preghiera recitata per secoli ai funerali papali, il celebrante dirà la Terza Preghiera Eucaristica.
Quanto è significativo? The Pillar lo analizza.
La Preghiera Eucaristica è una preghiera di ringraziamento prolungata recitata durante le parti più solenni della Messa, quando il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Cristo.
Il Canone Romano è la più antica Preghiera Eucaristica utilizzata nelle Messe di Rito Romano, il principale rito liturgico della Chiesa latina. Risalente almeno al VII secolo [n.d.r. ma, lo cita Sant'Ambrogio nel IV secolo], il Canone Romano è stato l'unica Preghiera Eucaristica utilizzata dal clero di Rito latino fino alla fine del XX secolo. È stato quindi anche un punto fermo dei funerali papali, e diversi commentatori suggeriscono che sia stato usato in ogni Messa da Requiem di un romano pontefice dal 604 d.C..
Nel 1970, sulla scia del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI curò la pubblicazione di un nuovo Messale Romano, il libro contenente le preghiere approvate per l'uso nelle Messe in Rito Romano.
L'edizione del 1970 conteneva tre nuove Preghiere Eucaristiche, che insieme al Canone Romano furono chiamate Preghiere Eucaristiche I-IV.
L'antico Canone Romano era designato come Preghiera Eucaristica I.
La nuova Preghiera Eucaristica II, la più breve delle quattro, si apriva con un preambolo che iniziava con "È veramente giusto e corretto, nostro dovere e salvezza, renderti grazie sempre e ovunque...".
La Preghiera Eucaristica III iniziava "Tu sei veramente Santo, o Signore, e tutto ciò che hai creato ti rende giustamente lode....".
E il prefazio della Preghiera Eucaristica IV iniziava con le parole "È veramente giusto renderti grazie, è veramente giusto renderti gloria...".
Le Preghiere Eucaristiche erano destinate ad essere utilizzate in diverse occasioni.
L'Istruzione Generale del Messale Romano spiega che la Preghiera Eucaristica I "può essere usata sempre" ed "è particolarmente adatta all'uso domenicale".
La Preghiera eucaristica II, che è lunga circa la metà del Canone Romano, "si usa più opportunamente nei giorni feriali o in circostanze particolari".
La Preghiera Eucaristica III si usa preferibilmente nelle domeniche e nei giorni di festa ed è un'opzione per le Messe per i defunti, in quanto ha una formula speciale per commemorare i defunti.
La Preghiera Eucaristica IV, invece, "ha un prefazio invariabile e presenta un riassunto più completo della storia della salvezza. Può essere usata quando una Messa non ha un prefazio proprio e nelle domeniche del Tempo Ordinario". Ma non può includere una formula speciale per un defunto a causa della sua struttura.
Dal 1970 in poi, i cattolici di orientamento tradizionale hanno guardato alle nuove Preghiere Eucaristiche con un certo sospetto. Una storia spesso raccontata è che la versione finale e rivista della Preghiera Eucaristica II fu composta frettolosamente una sera in un ristorante romano.
I critici hanno denigrato le nuove preghiere come il prodotto banale di un commissione, mettendole in contrasto con il Canone Romano, che considerano il culmine di secoli di riforma liturgica organica.
Altri, invece, hanno espresso gratitudine per le opzioni ampliate e apprezzamento per lo stile ridotto della Preghiera Eucaristica II.
Qual è il problema della Preghiera Eucaristica III?
L'ultima Messa funebre di un Papa ha avuto luogo nel 2005. Il celebrante era il Cardinale Joseph Ratzinger, che di lì a poco sarebbe stato eletto papa Benedetto XVI. Per quanto riguarda la Liturgia Eucaristica, egli seguì la tradizione di utilizzare la Preghiera Eucaristica I (il Canone Romano).
Una delle parole spesso associate a Benedetto XVI è "continuità". Nel 2005, durante un discorso storico ai funzionari vaticani, Benedetto ha criticato quella che ha definito "un'ermeneutica della discontinuità e della rottura", che poneva così tanta enfasi sulle differenze tra la Chiesa prima e dopo il Vaticano II da farle sembrare quasi due entità distinte.
Proponeva invece un'"ermeneutica della riforma", in cui la Chiesa rimaneva "un unico soggetto" che "cresce nel tempo e si sviluppa, pur rimanendo sempre lo stesso".
Questo è stato il pensiero alla base della decisione liturgica più significativa (e controversa) del suo pontificato: la promulgazione del Summorum Pontificum, un documento che liberalizza l'uso della liturgia romana prima della riforma del 1970.
Molti cattolici intuiscono che, dato il suo rispetto per la tradizione liturgica, Benedetto XVI avrebbe optato per la continuità quando si fosse trattato della sua Messa funebre, preferendo il Canone Romano alle moderne Preghiere Eucaristiche.
I cattolici sui social media hanno definito la decisione di usare la Preghiera Eucaristica III "triste", "vergognosa" e "una disgrazia". Alcuni hanno ipotizzato che si sia trattato di un deliberato affronto a un Papa che ha a cuore la tradizione da parte di forze vaticane contrarie alla sua visione liturgica.
Il caso della Preghiera Eucaristica III
Ma altri cattolici hanno esitato. Hanno fatto notare che lo stesso Benedetto XVI usava regolarmente la Preghiera Eucaristica III. Alcuni hanno suggerito che il Papa emerito la preferisse personalmente al Canone Romano, anche se la fonte di questa affermazione non è chiara.
Diverse persone hanno notato che la Preghiera Eucaristica III ha una preghiera che può essere aggiunta per le Messe funebri e che questa è una probabile ragione per il cambiamento.
La preghiera, che sarà recitata ai funerali di Benedetto XVI in latino al termine della Preghiera Eucaristica, recita come segue:
"Ricordati del tuo servo Papa Emerito Benedetto, che hai chiamato da questo mondo a te. Concedi a colui che è stato unito al tuo Figlio in una morte come la sua, di essere un tutt'uno con lui anche nella sua risurrezione, quando dalla terra risusciterà nella carne coloro che sono morti, e trasformerà il nostro umile corpo secondo il modello del suo corpo glorioso".
"Anche ai nostri fratelli e sorelle defunti, e a tutti coloro che ti sono stati graditi al momento della loro dipartita da questa vita, concedi una benevola ammissione nel tuo regno. Lì speriamo di godere per sempre della pienezza della tua gloria, quando asciugherai ogni lacrima dai nostri occhi".
"Perché vedendo te, nostro Dio, come sei, saremo simili a te per tutti i secoli e ti loderemo senza fine, per Cristo nostro Signore, per mezzo del quale tu doni al mondo tutto ciò che è buono".
Il Vaticano non ha offerto una spiegazione per l'uso della Preghiera Eucaristica III. I media ufficiali del Vaticano hanno descritto la Messa funebre solo a grandi linee e il libretto che accompagna la Messa presenta semplicemente il testo senza commenti.
Forse la ragione emergerà il giorno stesso della Messa funebre - o potrebbe semplicemente rimanere un piccolo mistero vaticano.
Salvo miglior giudizio tendo a pensare che si sia evitato il Canone romano perché è la sola preghiera eucaristica del rito tridentino. In questo modo si è fatto un piccolo dispetto. Ho pensato troppo male?
RispondiEliminaUna preghiera della Chiesa viene chiamata “dispetto”.
EliminaE la moderazione approva.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
EliminaGiulio Andreotti
o forse perchè la III è usata come 'anafora dei funerali' da qualsiasi parroco che abbia un minimo di cura della liturgia?
EliminaPurtroppo con il "disastroso" pontificato di Bergoglio tutto è andato in malora, anche la sacra liturgia in Vaticano e non solo. Da quando è stato eletto papa Bergoglio ha pochissime volte usato il Canone Romano nelle messe papali. Il funerale di Papa Benedetto XVI non poteva essere l'eccezione, purtroppo.
RispondiEliminaViene usato molto molto di più di quanto viene usato nelle parrocchie
EliminaMa che spiegazione deve dare il Vaticano? La Preghiera Eucaristica III è adattissima per i funerali per la parte che è al termine di essa... non è che è uno scandalo.
RispondiEliminaLa tradizione, non è obbligo: si può cambiare!
non devono spiegare niente in quanto:
RispondiElimina- ufficialmente le 4 preghiere eucaristiche del Nuovo Rito hanno pari dignità;
- le PEIII è nata per essere usata nelle Messe per i defunti grazie alla sua toccante intercessione propria.
manco avessero usato la PEII... il Canone era il top ma anche la III non sfigura
Quelli che guardano le messe in televisione solo per criticare o passare al VAR ogni gesto sperando si cogliere qualcuno in castagna, non solo sono dei poveretti, ma pensano che tutto il mondo debba loro spiegazioni e chiarimenti su ogni cosa. Niente va bene finché non ha ricevuto il loro timbro di approvazione.
EliminaNon ho mai visto un atteggiamento più anticristiano e lontano dall’Amore di Dio come questo.
Magari l'unico motivo è che i cardinali leggono il latino in modo così stentato che si è preferito non fare troppi pastrocchi al funerale del Papa emerito... Basta vedere come erano spaesati celebrante e concelebranti principali che pareva quasi non sapessero cosa stavano leggendo. La terza preghiera Eucaristica viene usata come via di mezzo tra la prima e la seconda... un modo per cercare di accontentare tutti insomma...
RispondiEliminaPer gente che normalmente non celebra in latino mi parevano onesti come pronuncia
EliminaMi spiace ma non sono proprio d'accordo sull'affermazione che "il celebrante principale (il Card. RE) non sapesse cosa stava leggendo"
EliminaConosco personalmente S. Em. Il cardinale e posso garantire che gode della piena padronanza della lingua latina, ancor più nella liturgia. Il suo ruolo di Decano del collegio cardinalizio, calza perfettamente al prestigioso ruolo di rappresentanza che è chiamato a sconvolgere anche in momenti di estrema solennità come un funerale di un Papa.
VERGOGNA!
RispondiEliminaSemplice! il testo della messa è stato riutilizzato da una canonizzazione. tanto che il cardinale cita il nome di san Artemide, che non compare nello schema normale di quella preghiera.
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/artemide-un-int ... -benedetto
RispondiElimina[..]
Possibile? Sul libretto della Messa dato ai fedeli e ai sacerdoti celebranti in Piazza San Pietro non compariva nessun riferimento alla sorellina preferita di Apollo. Quindi, soltanto un orecchio attento all’onusta lingua dei padri poteva accorgersi di quel nome così greco e così pagano pronunciato solo dai celebranti e dunque scritto soltanto nel Messale d’altare preparato per loro dai cerimonieri pontifici.
La soluzione è in questo capoverso, sveliamo l’arcano grazie alla segnalazione di un attento lettore. L’Artemide a cui ci si riferiva nella preghiera, non era ovviamente la dea della fertilità, inseguitrice di cervi dal piede veloce e saetta infallibile, ma il santo Artemide Zatti, omonimo della figlia di Zeus e Latona, appena canonizzato il 9 ottobre scorso e già finito in cima nell’elenco dei santi da invocare nel momento più solenne della Messa, appena dopo la Vergine Maria, il suo sposo San Giuseppe, gli apostoli, i martiri, ma prima di tutti i santi della Chiesa. Che scalata per il missionario salesiano che dalle rive padane di Boretto si conquistò nella prima metà del ‘900 i galloni della santità nelle lande patagoniche di Viedma dove ancora oggi è venerato: citato in cima ai santi da invocare durante il funerale di un Papa.
Avranno riciclato i libretti per i concelebranti principali, non accorgendosi della cosa
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