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lunedì 17 ottobre 2022

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sull’avocazione pontificia della nomina dell’Abate di Montecassino

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato e per via diplomatica attraverso il Cancelliere Don Pietro Zecchini, abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Arcivescovo di Synossi in partibus, Assistente al Sacro Soglio e Giudice Ordinario della Curia Romana e suo Distretto, nonché Abate Commendatario di Santa Cecilia in Urbe.
La «magniffica cronica di Roma» segue la notizia dell’avocazione da parte di Papa Francesco della nomina dell’Abate di Montecassino, dopo che il Capitolo dei monaci, riunitosi ad agosto, aveva eletto padre Mauritius Wilde O.S.B., che ora non ha ottenuto la conferma da parte della Santa Sede, in quanto non gradito (QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», che altrimenti passerebbero inosservate o non verrebbero evidenziate come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.

L.V.

«Multo romor corse pe’ Roma quando giunse notitia che l’abbate electo casinense, rev.mo Vilde ora prior del monisterio urbano delli benedectini, non avea auuto dal Ss.mo Segnor la bolla di provvisione dell’archicenobbio di talché alcuni cardenali & prelati palatini et etiam parochi romani et abbatini in abbito curto andaan dicendo ch’el ditto Vilde era riggido & pelagiano e che il Beatissimo Pomtiffice avea in animo supprimer la badia casinese cum tucto el palagio et bibliotecha et romitorio laonde farne, postea ch’avea jam suppresso la diocese abbatiale or non è guari, taberna sceltissima et restaurante stelato cum ostello di prima classe nomato “Coelestis aula”, a mente della bolla che se dicea pronta da mesi sull’appostolicho scrittojo pella suppression dell’ordine di santo Benedicto che al sig. Papa parea tutto cosa riggida & pelagiana & disutile inquantoché cotesti homeni stavan tota die in oratione, ma quando che tali voci & laji giunser all’apostoliche oreglie, rise l’Augusissimo segnor di gran gusto, tenendosi l’ampia epa con ambo le man e spiegò a mons. Segretario et all’abbatina anconetana che ognor tenea presso di sé pelle concioni et sermoni del Concilio coelebrando, che trattavasi viceversa de mera question de censi et pesi ch’el novello abbate electo non avea honorato, over il menar alla mensa pontificia 300 rotoli di farecchiata in memoria delli natali norcini del Santo patriarcha, 300 stara di pappaciucco, in memoria del retiro del Santo Padre Benedicto sul monte Subasio, 300 boccalacci di birra, in honor dell’ascesa del sagro monte da parte del mentovato san Benedicto, ma tali censi et donativi unqua eran giunti alla mensa papale et dipoi all’augustissimo piatto di talché la Santetà Sua avea meditato a lungo et negando la bolla di provisione al ditto abbate Vilde, volea vider se i mentovati monachi casinensi eran tanto riggidi da negar ad esso Papa il dritto et l’obligation loro pella continuation di tal dist.mo romitorio ch’è alle soglie delle quindecime feste centenarie et che, già i sapienti riflessi del Ss.mo Segnor Nostro papa Francesco avean privato di kelle terre che pur possidute da Santo Benedicto inde a primordiis, or son date, per augusta dispositione alla giurisdition del Casino et del Sorano, et meditava l’Augusto celabro de menar qual commissario sul sagro Monte il quondam abbate Vittorello ch’era hom santo et de vita retirata come certuni appostolichi sicofanti avean sigurato alla Santetà Sua et certe potea far nel ditto Casino le reformationi, massime adatte alle celestissime reforme che il beatissimo avea fatto già in Roma e nelli felicissimi Stati, per modo di casino etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI


3 commenti:

  1. Chiedo all'illustre Monsignore di citare cortesemente gli estremi della bolla che concede a questo blog di giudicare la fede dei propri fratelli e dei propri pastori concedendo patenti di cattolicità o esponendo al dileggio chi si avversa. Leggerei volentieri questa bolla.

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    1. Sarà nostra cura richiedere al Segretario ed al Cancelliere di Sua Eccellenza copia della bolla pontificia munita delle dovute apostille e legalizzata per l’uso in territorio italiano, con espressa autorizzazione ad ostenderla alla pubblica conoscenza dei fedeli sul nostro blog 😉

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    2. Spessissima sembra che il dileggio se lo vadano cercando col lanternino.Senza la benevolenza dei un nemici della Chiesa tanti di loro sarebbero delle macchiette.

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