ed. EMP 2002 |
37° appuntamento della rubrica sulla storia del Movimento Liturgico a cura del M° Aurelio Porfiri: oggi presentiamo un altro benedettino, padre M. Festugière OSB.
Qui i precedenti medaglioni.
Roberto
Pionieri della riforma liturgica:
Maurice Festugière (1870-1950)
Mano mano che ci si avvicina alla fine del diciannovesimo secolo, cominciano ad apparire nomi che avranno una importanza straordinaria per la riforma liturgica del Vaticano II e per tutto il movimento liturgico.
Uno di questi è il benedettino Maurice Festugière dell’abbazia di Maresdous, il cui libro "La liturgia cattolica" sarà un testo di riferimento dei decenni recenti.
Manlio Sodi, presentando un numero di Rivista Liturgica che si occupa di Festugière così lo inquadra:
“Uno sviluppo di notevole interesse sarà quello tentato da Maurice Festugière con la pubblicazione della sua celebre opera: La Liturgie catholique. Essai de synthèse suivi de quelques développement (Maredsous 1913) allo scopo di tracciare e approfondire il dialogo tra culto e realtà antropologiche, per meglio approfondire l’esperienza religiosa e sviluppare le implicanze in ambito di spiritualità liturgica”.
Quindi l’annoso tema dell’incontro fra liturgia e scienze umane, un tema che non deve essere evitato con l’avvertenza che le scienze umane non prendano il sopravvento per poterba tutti i costi naturalizzare il soprannaturale. Anna Morena Baldacci nella sua tesi dimoaurea chiamata "Interiorità e rito" osserva in merito al nostro autore:
“Festugière entra in dialogo con la spiritualità contemporanea su un terreno filosofico e antropologico, cercando di indagare sul rapporto tra l’azione rituale e l’esperienza religiosa. Così facendo, egli mette in luce la grande crisi che tocca la liturgia nel mondo contemporaneo: da una parte, a causa dell’influsso protestante, che rifiuta ogni mediazione nell’incontro con Dio, dall’altra, nella fuga della spiritualità cattolica dall’azione liturgica"
Il dialogo con il mondo moderno diviene un’urgenza.
D’altronde questa tendenza si ritroverà in certa teologia della prima parte del secolo ventesimo e il ricorso alle scienze umane è l’appoggio più semplice per dare una base naturale anche a quello che non lo è. C’è da dire che il pensiero di Festugière si contrappose a quello dei gesuiti, il che non fece buon gioco al monaco benedettino che a un certo punto della sua attività fu prevenuto dallo scrivere di liturgia.
Il suo nome è tra quelli più popolari tra i liturgisti del nostro tempo e non è da negare che probabilmente alcune delle sue domande andavano in qualche modo poste. Ovviamente bisogna sempre considerare il modo a cui si risponde a queste domande e da quale prospettiva ci si pone. Questo fa tutta la differenza.
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