Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 1 giugno 2022

La devozione al Sacro Cuore di Gesù. Cor Iesu, del M° Aurelio Porfiri

Una buona premessa al mese del Sacro Cuore
Luigi

17 Maggio 2022, Stilum Curiae 

Carissimi StilumCuriali, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione questa riflessione – corredata dallo spartito – del maestro Aurelio Porfiri sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù. Buona lettura, ed esecuzione.

COR IESU

La devozione al Sacro Cuore di Gesù è sempre stata molto sentita nella vita della Chiesa. Pio XII nella Haurietis Aquas del 1956, tra l’altro affermava: “Non essendovi allora alcun dubbio che Gesù Cristo abbia posseduto un vero corpo umano, dotato di tutti i sentimenti che gli sono propri, tra i quali ha chiaramente il primato l’amore, è altresì verissimo che Egli fu provvisto di un cuore fisico, in tutto simile al nostro, non essendo possibile che la vita umana, priva di questo eccellentissimo membro del corpo, abbia la sua connaturale attività affettiva. Pertanto il Cuore di Gesù Cristo, unito ipostaticamente alla Persona divina del Verbo, dovette indubbiamente palpitare d’amore e di ogni altro affetto sensibile; questi sentimenti, però, erano talmente conformi e consonanti con la volontà umana, ricolma di carità divina, e con lo stesso infinito amore, che il Figlio ha comune con il Padre e con lo Spirito Santo, che mai tra questi tre amori s’interpose alcunché di contrario e discorde. Tuttavia, il fatto che il Verbo di Dio abbia assunto una vera e perfetta natura umana, e si sia plasmato e quasi modellato un cuore di carne, che, non meno del nostro, fosse capace di soffrire e di essere trafitto, questo fatto, diciamo, se non è visto e considerato nella luce, la quale emana non solo dall’unione ipostatica e sostanziale, ma anche dalla verità della umana Redenzione, ch’è, per così dire, il complemento di quella, potrebbe ad alcuni apparire « scandalo » e « stoltezza », come infatti tale sembrò « Cristo Crocifisso » ai Giudei e ai Gentili. Orbene, i Simboli della fede, perfettamente concordi con le Divine Scritture, ci assicurano che il Figlio Unigenito di Dio ha assunto la natura passibile e mortale in vista principalmente del Sacrificio cruento della croce, che Egli desiderava offrire allo scopo di compiere l’opera dell’umana salute. È questo del resto, l’insegnamento espresso dall’Apostolo delle genti: « Poiché sia chi santifica sia i santificati provengono tutti da uno; è per questo che non ha scrupolo di chiamarli fratelli dicendo: « Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli ». E ancora: « Eccomi, io e i figlioli che Dio mi ha dato ». Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch’egli ugualmente ne ebbe parte… « Ond’è ch’egli doveva in tutto essere fatto simile ai suoi fratelli, per diventare misericordioso e fedele sacerdote nelle cose divine, affinché fossero espiate le colpe del popolo. Perché appunto per essere stato provato lui e avere sofferto, per questo può venire in aiuto a quelli che sono nella prova ». I Santi Padri, veridici testimoni della divina rivelazione, ben compresero, dietro il chiaro insegnamento dell’Apostolo Paolo, che il mistero dell’amore divino è in pari tempo il fondamento e il culmine sia dell’Incarnazione, sia della Redenzione. Infatti, nei loro scritti sono frequenti e luminosi i passi, nei quali si legge che lo scopo per cui Gesù Cristo assunse una natura umana integra e un corpo caduco e fragile come il nostro, fu appunto quello di provvedere alla nostra salvezza e di manifestare a noi nel modo più evidente il suo amore infinito, compreso quello sensibile”. Quindi, la devozione al Sacro Cuore di Gesù ci richiama fortemente al fatto dell’amore di Dio per noi, un fatto che è centrale nella nostra fede.

Ecco perché era molto diffusa un tempo una invocazione che così recitava:

Cor Iesu flagrans amore nostri, inflamma cor nostrum amore Tui.

Ecco una traduzione:

Cuor di Gesù, ardente di amore per noi, infiamma il nostro cuore di amore per te.

Questa preghiera era molto popolare e veniva costantemente recitata o cantata. Sarebbe bello poter ritornare a comprendere il profondo significato che questa devozione ha e dovrebbe avere per noi.

Sarebbe bello che nelle classi di Catechismo fosse insegnato ai bambini a cantare questa invocazione, in latino, per spiegarli che sono parte di un lungo processo di bambini come loro, magari anche santi in alcuni casi, che hanno visto nella devozione al Sacro Cuore di Gesù un modo per affacciarsi su quel mistero che è l’amore di Dio per noi.