Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
Quest'ultimo sabato 5 marzo, alle 12 e fino alle 12.30, eravamo in molti come sempre davanti alla Nunziatura Apostolica.
Lí, abbiamo aprofitato per commentare alcuni avvenimenti recenti: la "concessione" alla Fraternità di San Pietro, con un decreto del Papa (che, stranamente, non è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Santa Sede), di poter usare i libri liturgici tridentini nelle sue "proprie chiese". Sembra, anche se non è del tutto certo, che questa concessione sia valida anche per gli altri istituti "Ecclesia Dei". Purtroppo non si applica ai sacerdoti diocesani, che sono ancora soggetti al pieno rigore di Tradtionis Custodes e dei Responsa della Congregazione per il Culto Divino. Ci troviamo oggi nella situazione paradossale che i matrimoni e i battesimi tradizionali non possono certamente essere celebrati dai sacerdoti diocesani (a meno che non ignorino i divieti), che possono possibilmente, se il vescovo locale è favorevole o chiude un occhio, essere celebrati da sacerdoti di comunità "Ecclesia Dei", ma che per contro possono sicuramente, sempre e di pieno diritto, essere celebrati da sacerdoti della FSSPX.
Certo, gli aspetti positivi della concessione alla FSSP sono innegabili: crea un'apertura simbolica all'interno della legislazione repressiva (e anche, perché non dirlo? crea un caos legislativo favorevole, con i vescovi che non sanno più cosa possono o non possono fare); apre anche la possibilità di ordinazioni tradizionali, che le comunità Ecclesia Dei farebbero forse bene a sfruttare. D'altra parte, la questione delle cresime diocesane rimane incerta: i vescovi diocesani possono accettare o meno di celebrarle nel rito tradizionale. Attualmente, non c'è più la certezza che le cerimonie di cresima tradizionali saranno celebrate in Francia quest'anno. Tranne, naturalmente, per le conferme della SSPX.
Inoltre, in un'intervista riportata dal blog di Jeanne Smits, l'arcivescovo Roche, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha dichiarato inequivocabilmente: "È chiaro che Papa Francesco, così come i suoi predecessori, presta grande attenzione a coloro che si trovano in difficoltà, e quindi è ancora possibile usare il Messale del 1962, ma non è la norma. È una concessione pastorale." Il Prefetto della Liturgia ha aggiunto che non era in grado di sapere se in futuro l'antica forma della Messa sarebbe caduta in disuso, ma che lo scopo di Traditionis Custodes era chiaramente quello di portare coloro che hanno delle difficoltà con la nuova liturgia a "una comprensione di ciò che il Concilio ha richiesto".
Per questo continuiamo a chiedere che sia data vera libertà alla liturgia tradizionale per tutti i sacerdoti e per tutti i fedeli del Rito Romano. Che ai cattolici sia permesso di praticare un culto pienamente cattolico nella Chiesa Cattolica!
Quest'ultimo sabato 5 marzo, alle 12 e fino alle 12.30, eravamo in molti come sempre davanti alla Nunziatura Apostolica.
Lí, abbiamo aprofitato per commentare alcuni avvenimenti recenti: la "concessione" alla Fraternità di San Pietro, con un decreto del Papa (che, stranamente, non è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Santa Sede), di poter usare i libri liturgici tridentini nelle sue "proprie chiese". Sembra, anche se non è del tutto certo, che questa concessione sia valida anche per gli altri istituti "Ecclesia Dei". Purtroppo non si applica ai sacerdoti diocesani, che sono ancora soggetti al pieno rigore di Tradtionis Custodes e dei Responsa della Congregazione per il Culto Divino. Ci troviamo oggi nella situazione paradossale che i matrimoni e i battesimi tradizionali non possono certamente essere celebrati dai sacerdoti diocesani (a meno che non ignorino i divieti), che possono possibilmente, se il vescovo locale è favorevole o chiude un occhio, essere celebrati da sacerdoti di comunità "Ecclesia Dei", ma che per contro possono sicuramente, sempre e di pieno diritto, essere celebrati da sacerdoti della FSSPX.
Certo, gli aspetti positivi della concessione alla FSSP sono innegabili: crea un'apertura simbolica all'interno della legislazione repressiva (e anche, perché non dirlo? crea un caos legislativo favorevole, con i vescovi che non sanno più cosa possono o non possono fare); apre anche la possibilità di ordinazioni tradizionali, che le comunità Ecclesia Dei farebbero forse bene a sfruttare. D'altra parte, la questione delle cresime diocesane rimane incerta: i vescovi diocesani possono accettare o meno di celebrarle nel rito tradizionale. Attualmente, non c'è più la certezza che le cerimonie di cresima tradizionali saranno celebrate in Francia quest'anno. Tranne, naturalmente, per le conferme della SSPX.
Inoltre, in un'intervista riportata dal blog di Jeanne Smits, l'arcivescovo Roche, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha dichiarato inequivocabilmente: "È chiaro che Papa Francesco, così come i suoi predecessori, presta grande attenzione a coloro che si trovano in difficoltà, e quindi è ancora possibile usare il Messale del 1962, ma non è la norma. È una concessione pastorale." Il Prefetto della Liturgia ha aggiunto che non era in grado di sapere se in futuro l'antica forma della Messa sarebbe caduta in disuso, ma che lo scopo di Traditionis Custodes era chiaramente quello di portare coloro che hanno delle difficoltà con la nuova liturgia a "una comprensione di ciò che il Concilio ha richiesto".
Per questo continuiamo a chiedere che sia data vera libertà alla liturgia tradizionale per tutti i sacerdoti e per tutti i fedeli del Rito Romano. Che ai cattolici sia permesso di praticare un culto pienamente cattolico nella Chiesa Cattolica!