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mercoledì 23 febbraio 2022

Don Parade: la riflessione di Massimo Gramellini sul «prete canterino»

Non avevamo voluto dare visibilità alla misera esibizione di don Matteo Selmo, parroco di Lonato del Garda (BS), il quale, durante l’omelia di domenica 6 febbraio, si è prodotto nella esibizione delle tre canzoni finaliste del Festival di Sanremo, ponendole a fondamento della sua spiegazione al Vangelo.
Ovviamente applausi scroscianti da parte dei sostenitori della «Chiesa in uscita» (e l’ultimo si ricordi di chiudere la porta…) ed articoli lodanti sui giornali, dai quali abbiamo appreso che tale è la prassi parrocchiale.
Nella rubrica Il Caffè di Massimo Gramellini, pubblicato sul Corriere della Sera del 22 febbraio, ci siamo però imbattuti in una serie di condivisibili riflessioni «fuori dal coro» (è il caso di dirlo) da parte di un giornalista che certo non può essere definito né «clericale» né tantomeno «tradizionalista».
In calce all’articolo – per chi proprio non potesse farne a meno – vi proponiamo anche il video integrale dell’omelia concertata in stile sanremese.

L.V.


Un prete canta i successi dell’ultimo Sanremo durante la Messa, viene rilanciato da Gianni Morandi sui social e ottiene il suo quarto d’ora di celebrità televisiva: si chiama pure don Matteo. Niente di male né di grave, intendiamoci. Anzi, ha persino strappato un sorriso quando si è inerpicato sulle note per intonare dal pulpito «brividi, brividii, brividii», attribuendoli a un dialogo immaginario tra San Pietro e San Remo (che tra l’altro non esiste) su cui Fiorello potrebbe campare per anni. Niente di grave, ripeto. Ma è sulla motivazione del prete canterino che avrei qualcosa da eccepire, là dove afferma di averlo fatto per avvicinarsi ai giovani. È la frase più conservatrice che si possa sentire, nel senso che mi risuona falsa nelle orecchie fin da quando «i giovani» ero io.
Da Bach a Mozart, un tempo erano i musicisti che componevano per i preti, non i preti che scimmiottavano i musicisti. La Chiesa si limitava a fornire la materia prima: il senso del sacro, quello di cui i ragazzi hanno più fame, e basta affacciarsi a un qualsiasi convegno ad argomento spirituale per trovarli nelle prime file. Ma davvero qualcuno crede che lo svuotamento delle chiese dipenda dalla musica d’organo e non piuttosto dall’evanescenza di certe omelie? Al di là del concertino di don Matteo, non so quanto sia giusta questa idea che, per piacere ai giovani, si debba fare qualcosa che i giovani fanno meglio degli adulti, anziché qualcosa che loro non sanno fare e si aspettano proprio dagli adulti.


14 commenti:

  1. Gramellini cita Bach, che però era luterano e non componeva certo per "i preti".

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    1. In realtà Bach compose anche delle opere per la Chiesa cattolica.

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    2. A ridàje con ste' fregnacce su Bach..
      E' chiarissimo cosa voglia dire Gramellini..

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  2. Come sempre, ho avuto la conferma che non bisogna credere a nulla di ciò che raccontano giornali e siti internet, e andare invece direttamente alle fonti. Bellissima l'omelia di questo sacerdote, in cui le citazioni di poche parole di quelle canzoni durano pochi secondi su 11 minuti; brevissime citazioni, per parlare poi di cose ineccepibili dal punto di vista evangelico: se invece di canticchiarle, le avesse citate parlando, nessuno se ne sarebbe accorto. E non c'entra nulla il discorso di Gramellini su Mozart che componeva musica per la chiesa: qua non c'è stata un'esecuzione di canzoni sanremesi in accompagnamento alla liturgia. Certo, voi avreste preferito che invece di qualche secondo di canzoni, il prete si fosse lanciato in lunghe e dotte citazioni della Summa Theologiae, ma ha preferito ispirarsi all'attualità per trarre qualcosa di bene da cose in apparenza poco edificanti come delle canzonette sanremesi. Dagli 11 minuti di omelia, naturalmente voi non ritenete di avere nulla da imparare, come al solito, perché voi siete già perfetti. Questo orete ha detto di aprire la porta e far entrare il sole di Cristo nella propria vita, ullallà che scandalo. Forse dovreste chiedervi se non dovreste anche voi aprire un po' di porte (che poi il discorso di aprire la porta lo faceva già un altro ahah) e fare entrare un po' di sole nelle vostre vite che paiono così tristi, sempre a dover trovare motivi per mugugnare su tutto.

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    1. Sanremo è blasfemo e non andava citato. La TV come viene usata è il diavolo e non andrebbe proprio accesa. Se accettiamo che può convivere Cristo con il bordello mediatico non ci siamo proprio. Se avesse citato qualche altra canzone profana lo avrei pure capito ma ormai Sanremo è anticristiano. Piuttosto "A Chi" di F.Leali, le italiane di una volta, piene di sentimento. O anche altre dei vecchi Sanremo più rispettosi

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    2. chiaramente deve essere approvato...quindi non sarà pubblicato

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  3. Come dice mil..."c'è sempre qualcosa di cattolico"...Forse è la sede non adatta...

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  4. Ho sentito e risentito l'omelia del giovane sacerdote trovandola costruita ottimamente dal punto di vista logico e lessicale.
    Davvero quel giovane prete è un piccolo genio della comunicazione e anche, se permettete, dellaa teologia comunicativa, quella che non rimane fra la polvere degli scaffali ma va a fecondare la fede del popolo.
    Purtroppo, per mia formazione culturale e per mia vetustità anagrafica, non conosco minimamente le creazioni sonore del festival sanremese (conoscco invece il grande e bellissimo Organo nuovo della Cattedrale della rinomata Città).
    Gli illustri commentatori del video in questione, fra i quali l'ottimo Gramellini, sanno che nei secoli XVIII e XIX in chiesa, soprattutto in Italia, anche nella cattedrali e nelle chiese insigni a messa ( alla benedizione eucaristica) si cantavano le arie d'opera più popolari alle quali venivano solo cambiate le parole ( Kyrie-Amami Alfredo// Agnus Dei- Parigi o cara///Tantum ergo- Largo al factotum ecc ecc: tutto documentato non sto inventando nulla fa parte della storia della musica e della ...chiesa
    Del filmato preso in considerazione avrei solo da osservare l'aspetto estetico-liturgico: come hanno trattato l'Altare (ad Crucem) della bellissima chiesa dove l'ottimo omilita fa officiato.
    Per il resto, lo dico da tridentino della prima ora, faccio mia l'osservazione dell'Anonimo delel 15:48 "...un po' di sole nelle vostre (nostre) vite che paiono così tristi, sempre a dover trovare motivi per mugugnare su tutto..." Un caro saluto a tutti!

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    1. Concordo in tutto con lei, letti la notizia e il commento di Gramellini mi ero detto: ma perché i preti si abbassano a questo? Visto il filmato e ascoltata l'omelia ho verificato la pretestuosità delle contumelie contro il sacerdote. Ho conseguito il magistero in Canto Gregoriano all'Istituto Pontificio di Milano, non ho certo simpatia per le canzonette in ambito liturgico, ma qui non c'è nulla di tutto ciò, c'è un "pretesto" di attualità da cui si prende spunto per un'omelia che mi ha commosso. Ciò non toglie che io apprezzi anche omelie di altra tipologia e struttura. Sono però un po' stufo che chi non è credente o praticante, chi è lontano dalle difficoltà quotidiane del voler essere cristiani e del voler essere Chiesa ritenga ovvio insegnare la liturgia, il gusto musicale, come si deve dir messa e predicare...
      Cordialmente
      Claudio

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  5. Al di là dell'esibizione canora decisamente fuori luogo, ha ragione Gramellini a definire l'omelia evanescente. Aggiungo banale e vuota, piena dei soliti concetti triti e ritriti alla volemose bene tanto va tutto bene fate quello che volete Dio alla fine perdona tutti... Ma si legga attentamente il brano di Vangelo che parla della Fede in Gesù, ecco mi sarei aspettato un commento sulla Fede, e ce ne sarebbero di cose da dire, non il solito brodino allungato..

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  6. Se Bergoglio ne avrà il tempo lo farà vescovo.Omelia che parla dell'amore di Dio in modo quasi infantile.Certo non ha detto eresie ,e di questi tempi è già tanto ,ma non è bene in un'omelia far riferimento al festival di Sanremo .

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  7. Chi ci sa dire come si chiama la stupenda chiesa del filmato in questione? Grazie.

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  8. C’è poco da commentare, perché chi non ha apprezzato l’omelia, era già sta ben descritto da Gesù duemila anni fa: chi ha orecchi per intendere, intenda

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