La notizia che abbiamo pubblicato questa mattina (QUI) ci è sembrata troppo grave per essere affrontata con un solo articolo: il teologo à la page, biblista, religioso e soprattutto commentatore del Vangelo su Tv2000 che si esibisce in una lunga serie di dichiarazioni al limite dell’eresia merita (!!!) un ulteriore approfondimento (a cura della redazione del sito Unione Cristiani Cattolici Razionali), affinché chiunque fosse «indotto in tentazione» ritorni subito sulla retta e veritiera via.
L.V.
I miracoli di Gesù non furono storici ma teologici? È la tesi di padre Alberto Maggi, biblista Lgbt. Un vecchio argomento in voga nel XIX secolo con Butlmann e Strauss, superato dalla ricerca contemporanea sul Gesù storico. Un Gesù senza miracoli non è più considerato storico dagli studiosi moderni.
Presentarne un Gesù dal profilo “light”, più digeribile dalla dieta intellettuale razionalista e secolarizzata.
Questa è stata a lungo l’ossessione di un gruppo di teologi liberali del secolo scorso.
Fortunatamente, l’approccio antiscientifico di Rudolf Bultmann e seguaci è morto da decenni, ma ancora oggi troviamo qualche prelato progressista che nei rimpiange i metodi.
Parliamo di padre Alberto Maggi, 76 anni, biblista e religioso dell’Ordine dei Servi di Maria.
È noto per frequentare i salotti di Repubblica assieme al collega Vito Mancuso e per aver definito Radio Maria il «marciume di una teologia seppellita». Tifoso delle nozze Lgbt e del ddl Zan sull’omofobia, è solito celebrare messa coprendo l’altare con vivaci bandiere arcobaleno.
Non che sostenga sempre tesi assurde, ci mancherebbe, e non ci risulta che le sostenga quando è ospite a Tv2000, la rete televisiva della CEI.
Ieri, in una intervista, dopo aver sostenuto una tesi controversa sul significato evangelico dell’inferno, ha giustamente sostenuto che la Bibbia può essere “pericolosa” se non correttamente interpretata, dando ragione alla Chiesa quando ne impedì la diffusione in lingua volgare, al contrario di quanto fece Martin Lutero.
Le eresie medievali, socialmente pericolose e criminali (vedi dolciniani e hussiti/taboriti), si nutrirono proprio di interpretazioni letterali dei testi biblici (ma ne parleremo dettagliatamente in un dossier che sarà pubblicato a breve).
«Nessun miracolo, Gesù fece solo segni teologici».
Tutto (quasi) bene, insomma, fino a quando non ha parlato dei miracoli di Gesù.
Il quale, sostiene Maggi, non avrebbe fatto alcun miracolo ma solo «segni per favorire la fede, non ha stravolto le leggi della fisica». E che dire della resurrezione di Lazzaro? «Ha un suo significato teologico, non storico».
Fa sorridere pensare che sono le stesse, identiche obiezioni dei seguaci ottocenteschi di Bultmann e David Friedrich Strauss, con la differenza che per loro anche la resurrezione di Cristo non fu un evento storico, ma semplicemente simbolico-teologico. Chissà cosa ne pensa Maggi di questo.
Eppure la cosiddetta third quest, cioè la ricerca contemporanea sul Gesù storico avviatasi dagli anni ’90, ha spazzato via le interpretazioni liberali.
Gli studiosi: «Senza miracoli non è il Gesù della storia».
«Le attuali ricerche sulle fonti bibliche ed extrabibliche confermano che un Gesù senza miracoli non solo non è storico, ma non è neppure concepibile», ha scritto Gianmario Pagano, biblista ed autore dell’ottimo studio I miracoli di Gesù (Paoline 2008).
Padre Alberto Maggi dirigerà pure il Centro studi biblici Giovanni Vannucci, ma la comunità accademica che studia il Gesù storico non sa nemmeno chi sia. Non è mai citato da alcuno studioso serio delle fonti cristiane, né nei testi specialisti né nelle opere divulgative. Non stupisce che la tesi contro i miracoli sia respinta da tutti gli studiosi biblici, compresi gli atei.
John P. Meier, uno dei principali biblisti viventi e docente all’Università di Notre Dame, nella sua monumentale opera ha studiato a lungo i miracoli di Gesù di Nazareth, ed è stato piuttosto chiaro nelle sue conclusioni:
«Un Gesù esente da miracoli è stato il santo Graal cercato da molti studiosi dall’Illuminismo in avanti. Ma una tale presentazione va completamente contro i dati empirici. Essi sono un monito salutare a prendere atto che il Gesù storico non combacia con la visione di molti accademici postilluministi. I criteri della storicità, sempre che non li vogliamo gettare a mare, ci impongono un’immagine di un ebreo palestinese del I secolo capace di compiere azioni sorprendenti, che tanto lui quanto i suoi uditori hanno considerato gesta potenti e miracolose. Estrapolare queste gesta dal ministero pubblico del Gesù storico vuol dire eliminare gran parte di quello che era per lui fondamentale»¹.
Lo stesso Meier sottolinea inoltre che «c’è la prova che la Chiesa primitiva non ha inventato i miracoli di risuscitamento da parte di Gesù, i discepoli ritenevano che Gesù compisse miracoli e lui stesso ammise di farlo»².
Nessuno ovviamente sta sostenendo che dal punto di vista storico Gesù realmente operò dei miracoli, l’indagine storica ha dei limiti oggettivi e non può accertare eventi metafisici. Tuttavia, gli storici sono oggi assolutamente convinti che per i suoi contemporanei, amici e nemici, Gesù di Nazareth operò certamente miracoli e lui stesso li interpretò in questo modo.
Dicevamo che ciò è confermato da tanti studiosi atei, tra essi Marcus Borg, già presidente della Society of Biblical Literature, il quale ammise: «Nonostante la difficoltà che i miracoli comportano per la mente moderna, per motivi storici è virtualmente indiscutibile che Gesù fu un guaritore ed esorcista»³.
Uno dei più importanti biblisti italiani conosciuti all’estero (a differenza di Maggi), Giuseppe Barbaglio, ha riferito a sua volta che «quella di un Gesù guaritore di malati fisici e psichici o, più in generale, taumaturgo è una dimensione storicamente attendibile e universalmente accettata dagli studiosi».
Ma, ha saggiamente precisato Barbaglio: «Storicamente sicuro non è che egli ha operato senz’altro dei miracoli, opere trascendenti i limiti della natura per noi moderni: tale giudizio non spetta, per statuto epistemologico, allo storico. I documenti ci attestano, ed è indiscutibile, che Gesù fu ritenuto taumaturgo e guaritore, e che tale è stato secondo i criteri di valutazione del tempo»⁴.
Potremmo citare altri innumerevoli studiosi di primo piano del Gesù storico, ma il risultato non cambierebbe. La tesi di Alberto Maggi dei miracoli come semplici simboli teologici è respinta dalla comunità scientifica che si occupa delle fonti cristiane nelle principali università occidentali.
Come ha concluso il biblista Gianmario Pagano, «un Gesù senza miracoli non è né il Gesù della fede né quello della storia, è un Gesù di comodo»⁵.
¹ J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol. 2, Queriniana 2003, p. 1032, 1033.
² J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol. 2, Queriniana 2003, p. 1025.
³ M.J. Borg, Jesus: A New Vision, HarperCollins 1987, p. 61.
⁴ G. Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica, EDB 2002, p. 102, 103.
⁵ G. Pagano, I miracoli di Gesù, Paoline 2008, p. 6-12.
Ma anche se leggesse questo articolo non ammetterebbe mai di aver sbagliato.
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