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venerdì 14 gennaio 2022

Riscopriamo la devozione della “Missa Sicca”

Un interessante articolo tratto da Croce-Via.
Luigi

BY SIMON DE CYRÈNE 2-1-21

In primissima gioventù, prima dei miei 20 anni, riflettei più volte ad una possibile vocazione cartusiana e passai più settimane di ritiro spirituale alla Certosa de “la Valsainte” nel cantone svizzero di Friburgo. I certosini vi praticano quotidianamente, in più della messa conventuale e di quella individuale, anche la “Missa Sicca“, ovviamente secondo l’ordo missae millenario proprio al loro ordine.

Quando , ormai quasi due anni fa, ci fu imposto il lockdown totale e il divieto, questo sì sempre abusivo, di partecipare alla Santa Messa nelle nostre diocesi, ritrovai “naturalmente” questa pratica devozionale per sostentarmi spiritualmente, in quanto guardare messe alla televisione (che non ho) o via internet non corrispondeva assolutamente a nulla sul piano spirituale, per quanto mi riguarda personalmente.

Dal “Dictionnaire de l’Académie françoise” del 1831: “Una “missa sicca” è la recita delle preghiere della messa che non è accompagnata dalla consacrazione. I parrocchiani, privati del loro prete, recitavano una messa secca, cantavano una “missa sicca”.”

Da Qui : La Missa Sicca era una forma comune di devozione nella Chiesa cattolica romana medievale quando un matrimonio o un funerale veniva celebrato dopo mezzogiorno e una messa normale non poteva essere detta; la messa secca poteva anche essere detta in alcune circostanze speciali, come quando il prete era assente o impedito. Questo ufficio consiste nel dire i testi propri della Messa, senza consacrazione delle specie o comunione

Per qualche informazione supplementare consiglio di dare un’occhiata anche a questo link.

Questa pratica devozionale dovrebbe essere reintegrata nella nostra vita di laici come recitazione meditativa e devozione costante quotidiana o perlomeno settimanale, e quando impediti di andare a messa, ad esempio per assenza di sacerdoti o a causa di quarantene sanitarie: i benefici spirituali ne sono evidenti, in particolare meglio approfondire la nostra relazione spirituale, liturgica e culturale con duemila anni di Santi che hanno pregato queste preghiere della Santa Messa; ci aiuterà a tramandare alle generazioni future questo tesoro che à la lex orandi e quindi credendi che hanno nutrito i cattolici dalla Pentecoste del 33 fino ad oggi senza adulterazioni della nostra Fede; manterrà vivo il nostro amore per la Santa Chiesa, che non può errare né indurci in errore, in tempi di persecuzione interna e esterna.

Non tutti voi avete accesso al Messale quotidiano in versione cartacea secondo l’Usus Saeculorum: mi permetto di consigliarvi di “downloadare” gratuitamente l’app chiamata “Vetus Ordo Missa App” dove vi troverete anche la liturgia delle ore e le traduzioni in italiano se necessarie.

E per iniziarvi alla Missa Saeculorum , vi spingo di nuovo tutti a comperare l’eccellente libro “Il Sacrificio della Messa , Una introduzione alla bellezza della Liturgia antica” di Don Alberto Zanier (rinvenibile qui https://www.fedecultura.com/?store-page=Il-Sacrificio-della-Messa-p411256185 o su Amazon ovviamente ) e che è “Un commento a uso dei fedeli che assistono alla Messa in Rito romano antico incentrato sulla sua natura di sacrificio salvifico.“

Per giunta se volete comperare qualche messale, breviario o altri messalini date pure un’occhiata al sito seguente : Cristomorfosis. Il tempo è venuto di sostenere queste realtà e chi può anche partecipare alla riedizione laica di tutti i libri liturgici che l’onda corrente di “rivoluzione culturale à la mode de Mao” di stampo “cancel culture woke ecclesiale” vieta di riprodurre.

Con questi strumenti sottomano, amerete la Santa Messa come mai l’avete amata, capita e assimilata: come insegna l’Aquinate “Si ama quel che si conosce, e si conosce quel che si ama”. Buttatevi testa in giù in questo cerchio virtuoso!

Buon Anno 2022 in questo 2 Gennaio, Festa del Santo Nome di Gesù, e che è, tradizionalmente, la festa di tutti i nostri cari i cui nomi evocano, che siano vivi o morti, tutte le qualità per le quali sono da noi tanto amati!

In Pace

4 commenti:

  1. Dal Motu Proprio e successive istruzioni, sono necessariamente diventato NO-VAT. Riguardo alla Santa Messa in italiano, senza disconoscerla come Messa, sono però in isciopero bianco: ci vado, ma non la seguo, non ascolto neanche l'omelia, leggendomi il mio messalino del 1962 o recitando il rosario, salvo fermarmi orando durante la Consacrazione, e ricevendo la Comunione. Che tocca fa' pe campa' da cattolico !

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    1. Ti capisco. Io fortunatamente ho la possibilità di avere messe tridentine vicine, ma se non avessi questa possibilità cercherei messe novus ordo senza omelia. Comunque la comunione va fatta, tendenzialmente tutti i giorni, quindi bisognerebbe in ogni caso partecipare alla santa messa (so che definire la messa novus ordo "santa" è un azzardo, ma ce ne sono alcune celebrate dignitosamente). Un saluto.

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  2. Giusto per sapere, questo Simon de Cyrène è lo stesso che, anni fa, in veste di commentatore, infarciva i suoi commenti di odio verso la tradizione e, insultando gli altri utenti a destra e a manca, arrivò perfino ad apostrofare una commentatrice dandole della vacca (sic!) perché non era d'accordo con i suoi interventi non ricevendo mai, nonostante tutto ciò, un solo richiamo dalla moderazione?

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  3. Per carità! Già il mondo del tradizionalismo brulica di laici che si credono più preti dei preti, manca solo che qualcuno dica loro di dirsi la messa da soli!

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