Stefano
L'Istituto del Buon Pastore è stato espulso oggi da Curitiba. P. Thiago Gaspar doveva incontrare l'arcivescovo Peruzzo. I fedeli hanno pregato davanti alla Curia. Ma il vescovo aveva già annullato l'incontro e oggi ha deciso di sradicare l'IBP dal suo territorio. Ha ammonito le suore, proprietarie della cappella, e anche l'esercito, cui appartiene l'altra cappella. Ma il buon pastore proteggerà le sue pecore. P. Thiago non lascerà la città, e farà tutto il necessario.
Il messaggio di P. Gaspar ai fedeli:
Ave Maria Immacolata
Vengo a darvi la triste notizia che la "misericordia e la tenerezza" del nostro Arcivescovo ha chiuso tutte le porte delle nostre cappelle.
Siamo stati cacciati, buttati fuori, e peggio: senza alcuna ragione giusta e proporzionata. Noi, pur essendo cattolici, siamo gettati in strada, per il momento senza alcun posto decoroso per celebrare il Santissimo Sacrificio.
Nell'ottava del Santo Natale abbiamo scalato un doloroso calvario. Proprio perché il Presepe e il Calvario sono inseparabili.
Anche per la Sacra Famiglia non fu facile: non trovarono un luogo adatto per la nascita di Gesù, dovettero fuggire in fretta e furia in Egitto, e lì vissero una vita di penuria e di fatica.
Nostro Signore ci dà la grazia di poter soffrire per il suo Santo Nome. Perseguitati da coloro che dovrebbero difendere la fede, mantenere la tradizione e onorare il nome di Dio.
Allo stesso tempo, un pensiero ci consola: attraverso la Croce abbiamo raggiunto la Gloria! Prima della mangiatoia i cieli cantavano la Gloria di Dio; dopo il Calvario la gioia della Risurrezione.
Ma dobbiamo abbracciare la croce, portarla con coraggio, combattere con questa santa bandiera in mano. Unitevi, valorosi, al nostro paziente Signore.
Il pastore resterà in piedi, con la grazia di Dio, perché vogliono colpire il pastore in modo che le pecore si disperdano. Il pastore si alzerà e darà la sua vita affinché le pecore siano riunite
Restiamo tutti uniti! Leviamo il capo! Nostro Signore ci chiama, facciamoci trovare pronti. Questa croce è nostra!
Non cederemo sui principi, non collaboreremo con le ingiustizie, difenderemo l'onore di Nostro Signore difendendo il sacro rito della Messa antica e venerabile.
Possono portarci via gli edifici, le immagini, i candelabri, la reputazione. Possono accusarci ingiustamente di tutto: di essere ribelli, scismatici, disobbedienti! Non potranno portarci via una sola cosa: il desiderio di cantare la gloria dell'Altissimo con questo rito venerabile. Di una cosa non potranno accusarci: di aver abbandonato la causa di Nostro Signore che soffre per noi.
Nella nostra deplorevole situazione non abbiamo ancora un posto per festeggiare.
Non avremo più la Messa nella cappella del convento e certamente (vista la persecuzione draconiana dell'arcivescovo) non l'avremo nemmeno nella cappella militare.
Domani la Messa sarà alle 7.30 nella casa del sacerdote.
Per quanto riguarda gli altri giorni, confidiamo nella Provvidenza. Cercheremo di darvi notizie...
Una cosa è certa: NON VI ABBANDONEREMO.
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