Nel corso della Santa Messa di ieri per la Giornata dei Poveri, il Santo Padre dal suo variopinto campionario di epiteti ed etichette ha ne ha coniato uno nuovo per i "restaurazionisti", rei non solo di volere una "Chiesa rigida" ma anche di "rigidità interiore". Evidentemente ne scruta i cuori, leggendovi però quel che gli pare. Notiamo, en passant, che questa mania di etichettare ha fatto schizzare alle stelle la ricerca per parola chiave nel sito vaticano (QUI). Digitando "rigidi" i risultati sono ben 90 per Francesco (il termine compare anche negli altri pontefici ma in minor numero e soprattutto con altro significato). Ed è francamente sorprendente l'allarme sui cattolici rigidi quando, a guardarsi intorno, li si direbbe piuttosto flaccidi...
Stefano
[...]
Compassione che ti porta alla tenerezza. Sta a noi superare la chiusura, la rigidità interiore, che è la tentazione di oggi, dei “restaurazionisti” che vogliono una Chiesa tutta ordinata, tutta rigida: questo non è dello Spirito Santo.
[...]
Già, lui invece vuole una Chiesa 'floscia', amebizzata, senza più Dottrina né morale.E il suo 'magistero' - chiamiamolo ancora così, per pura pietà nei suoi confronti - è diretto appunto a quello scopo, distruggere la vera Chiesa Cattolica Romana per farne un'altra secondo le sue idee filo-massoniche.
RispondiEliminaOvviamente, il tutto tra gli applausi entusiasti delle Logge del mondo, che fanno a gara a congratularsi con lui per la sua opera di distruzione.
Gesù, Maria SS.ma, San Giuseppe, salvateci e dateci infine un Papa Cattolico e santo!
don Andrea Mancinella, eremita della Diocesi di Albano
Sarei proprio curioso di sapere cosa intende il Santo Padre per persone che"operano per la giustizia".Anzi vorrei conoscere i nomi di alcune di queste persone.Altro piccolo dettaglio:Perchè un povero dovrebbe perdere la sua dignità?La dignità la perde un delinquente ,un vizioso, un fannullone non certo una persona che si guadagna da vivere onestamente.
RispondiEliminaMai una volta che vi sentiate tirati in ballo, eh voi con la vostra perfezione... Voi tutti puri, tutti santi, tutti perfetti col vostro Denzinger nella mano destra e il Catechismo di s. Pio X nella sinistra... Voi non avete bisogno di guardarvi dentro e giudicare voi stessi, perché dall'alto della vostra perfezione potete giudicare h24 ogni parola e atto del Papa, dei vescovi, dei laici che non frequentano la messa tridentina, di tutti. Tutti potenzialmente dannati, tranne voi, i detentori della Verità. Voi non avete bisogno di riflettere sulle parole del Papa e chiedervi se sapete intenerirvi di fronte ai drammi del mondo, compatire le sofferenze, spezzare il pane con gli affamati, operare per la giustizia... no, voi dovete andare sul sito vaticano a fare la statistica sulla parola "rigidità", non avete tempo per chiedervi se voi siete rigidi interiormente o sapete provare tenerezza per le sofferenze del prossimo. Presi come siete dalla fregola di polemizzare sempre e comunque su ogni cosa dica e faccia il Papa, non vi sfiora nemmeno il dubbio che quelle parole possano riguardare anche voi, che tra l'altro avete postato un articolo in cui si polemizza sulla lettura di una poesia e il lancio di un palloncino al funerale di un ragazzo. Ecco, a proposito di tenerezza, di intenerirci di fronte ai drammi del mondo, di compatire il dolore altrui: ad un funerale di un ragazzo bisogna scandalizzarsi e polemizzare per una poesia e un palloncino, non commovuoversi per il dolore della famiglia e degli amici; il prete avrebbe dovuto applicare rigidamente le regole del manuale di liturgia, non cercare di consolare le persone nel dolore; avrebbe dovuto impedire loro di leggere la poesia e lanciare il palloncino, piccoli gesti per esprimere il loro affetto per il ragazzo morto, perché nelle rubriche in rosso del messale non si parla di poesie e palloncini. Andiamo al funerale di un ragazzo a scandalizzarci per il gel e la suora che lo distribuisce, a inorridire per la poesia e il palloncino, poi stupiamoci se il Papa ci invita a non essere rigidi e a provare tenerezza per le sofferenze, mi raccomando. Dario Fo raccontò in televisione che da piccolo faceva il chierichetto: al funerale di un bambino suo compagno di scuola, lui e altri bambini al momento delle esequie stavano intorno al feretro con le candele in mano, il prete li sgridò perché tenevano le candele storte e facevano colare la cera a terra. Fo rimase colpito dal fatto che il prete, in quel momento drammatico pensasse alle candele storte, invece di provare empatia per quei bambini provati dal lutto per la morte di un compagno. Scandalizzato da tanta durezza (rigidità?) di cuore, da quel giorno si allontanò dalla chiesa e divenne ateo. Forse sarebbe il caso, ogni tanto, di posare i manuali, i codici e i catechismi e prendere in mano i Vangeli.
RispondiEliminanon ha del tutto ragione ma ha molte ragioni
Eliminapersonalmente a me piace che la Liturgia venga eseguita sentendo le rubriche, però un minimo di flessibilità bisogna che ci sia. ci vuole poi un po' di buon senso, teologia e comprensione per inserire le cose giuste nel posto giusto ed evitare abusi e cose sconvenienti (per esempio per me leggere la poesia prima della predica può anche starci, il palloncino no), e ricordarsi che la Liturgia deve mostrare che 'anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale di Gesù Cristo morto e risorto' (Prefazio del buon samaritano)
Se prendi in mano i Vangeli non puoi che condannare questo papato ipocrita.
Elimina