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sabato 27 novembre 2021

La vocazione dell’Ordine Teutonico

Contro la decadenza degli ordini cavallereschi: "l’ideale monastico-guerriero non è morto. Oggi la lotta contro la Rivoluzione non si fa con i mezzi bellici di allora. Ma l’ideale è lo stesso. Dobbiamo difendere la Cristianità oggi come i cavalieri gerosolimitani, templari e teutonici la difendevano nel Medioevo. Dio Nostro Signore e la Madonna ci aiuteranno".
Luigi

di Paul Herzog von Oldenburg, Rivista TFP

L’Ordine Teutonico ha una storia lunga 816 anni, difficile da riassumere in qualche riga. Vorrei, però, narrare alcuni fatti rilevanti, salvo poi tessere alcune osservazioni sulla vocazione religioso-militare dell’Ordine.

Un po’ di storia

Il grande merito dell’Ordine Teutonico, lo dico subito, è di aver edificato una civiltà cristiana in Prussia e nel nord della Polonia, un’area allora ancora pagana. L’Ordine Teutonico fu chiamato per evangelizzare e pacificare quella regione, che trasformò in uno degli stati più moderni del Medioevo. I frutti della sua azione permangono fino ai giorni nostri. Una catena di magnifici castelli, molti dei quali ancora in piedi, danno testimonianza del fervore, della forza imprenditrice e della costanza dei cavalieri teutonici. Essi fondarono più di cento città e 1400 villaggi che si beneficiarono di un’economia fiorente.

Ricordiamo che l’Ordine Teutonico era un ordine religioso, che dipendeva direttamente dall’autorità del Papa. Vediamo brevemente la sua storia.

Siamo nell’anno 1190, durante la terza crociata. Da tutte le parti dell’Europa provenivano eserciti di crociati per marciare verso Terra Santa, caduta tre anni prima nelle mani dei musulmani. Volevano riconquistarla con le armi. L’Imperatore Federico Barbarossa, ormai quasi settantenne, si mise alla testa dell’impresa con quasi sedicimila uomini. Dopo la brillante vittoria di Ikonion, egli morì annegato nel fiume Saleph, in Turchia, possibilmente in seguito a un infarto. L’impresa continuò al comando di suo figlio, Federico di Svevia, che stabilì il suo quartiere generale a S. Giovanni d’Acri, città di mare a nord di Gerusalemme.

Il numero crescente di feriti rese necessaria la fondazione di un ospedale. Commercianti di Bremen e di Lübeck, le cui navi erano ormeggiate al porto, donarono vele per farne delle tende. Con l’appoggio del Duca di Svevia fu allora fondata una Fraternità Ospedaliera, legata alla tradizione dell’antico ospedale tedesco di Gerusalemme. Ecco l’origine dell’Ordine Teutonico. Otto anni dopo, a richiesta dell’Imperatore Enrico VI, la Fraternità si trasformò in un ordine di cavalleria, che ricevette l’approvazione pontificia nel 1199.

Entrando nell’Ordine, il cavaliere si impegnava a vivere in comunità, all’interno di monasteri, facendo i voti di obbedienza, povertà e castità. Alla vita contemplativa, si aggiungeva la lotta armata contro musulmani e pagani. L’Ordine Teutonico si ispirava ai due ordini di cavalleria già esistenti, cioè i cavalieri ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme e i cavalieri templari. I teutonici seguivano la regola di S. Bernardo di Chiaravalle, che nel suo De laude novae militiae ad milites Templi aveva spiegato magnificamente questa unione tra l’ideale religioso e l’uso delle armi nella costituzione di una nuova “militia Dei”. Scrisse S. Bernardo:

“È davvero impavido e protetto da ogni lato quel cavaliere che come si riveste il corpo di ferro, così riveste la sua anima con l’armatura della fede. Nessuna meraviglia se, possedendo entrambe le armi, non teme né il demonio né gli uomini. E nemmeno teme la morte egli che desidera morire. Difatti cosa avrebbe da temere, in vita o in morte, colui per il quale il Cristo è la vita e la morte un guadagno? Egli sta saldo, invero, con fiducia e di buon grado per il Cristo; ma ancor più desidera che la sua vita sia dissolta per essere con Cristo: questa è infatti la cosa migliore. Avanzate dunque sicuri, cavalieri e con intrepido animo respingete i nemici della croce del Cristo!”

San Bernardo, giova ricordarlo, aveva predicato la seconda crociata affermando che non erano soltanto i luoghi santi a essere minacciati dai pagani, ma anche i confini orientali dei paesi cristiani.

Fu così che, due anni dopo la fondazione, il Re Andrea d’Ungheria chiamò i cavalieri teutonici in suo ausilio contro i cumani che stavano minacciando i confini del Regno. Andrea incaricò i teutonici di convertire e pacificare i cumani, compito che svolsero egregiamente. A tale scopo, l’Ordine costruì sette castelli – da dove il nome Siebenbürgen – e portò avanti un’azione bellica ed evangelizzatrice durata ben venticinque anni.

Ingelositi dal potere dei teutonici, però, nel 1225 i principi magiari li cacciarono via dall’Ungheria. Fu una lezione per il Gran Maestro Hermann von Salza, figura controversa ma indubbiamente il più importante di tutti i Gran Maestri. Egli, infatti, decise che mai più i cavalieri teutonici sarebbero stati utilizzati per sostenere le pretese territoriali di Re o Principi. Hermann von Salza si sforzò di conseguenza per mantenere l’indipendenza dell’Ordine nei confronti del potere politico. Tempo dopo, però, quando ormai il potere dell’Ordine era diventato tale che lo stesso Imperatore dipendeva da esso, von Salza dovette intrecciare con lui stretti rapporti. Questi rapporti si rafforzarono ulteriormente col figlio Federico II.

Herman von Salza promosse l’equiparazione dei teutonici agli altri due ordini di cavalleria, suscitando aspre dispute. Un punto di discordia fu l’uso del manto bianco con sopra la croce nera, contestato dai templari che già portavano un simile manto con una croce rossa. Nel 1218, papa Onorio III chiuse la questione autorizzando i teutonici a usare il manto bianco con la croce nera, e collocando l’Ordine sotto la diretta giurisdizione del Sommo Pontefice. Negli anni successivi, l’Ordine ricevette molti altri privilegi, come il diritto di ricevere elemosine.

Nella quinta crociata contro l’Egitto, che si concluse con la lamentevole sconfitta dei cristiani, i teutonici si distinsero per il coraggio e il fervore religioso. Il 29 agosto 1219, ben trenta cavalieri caddero durante l’assedio di Damietta.

Nel 1225, l’anno dell’espulsione dall’Ungheria, Hermann von Salza ricevette la richiesta del duca Corrado di Masovia di aiutarlo nella lotta contro i prussiani che minacciavano i confini orientali dell’Impero. Numerosi missionari erano già stati martirizzati nell’intento di portare questo popolo all’ovile di Cristo. Serviva anche la forza militare. Corrado offriva all’Ordine tutti i territori che avrebbero conquistato. Con la Bulla Aurea firmata a Rimini nel 1226, l’Imperatore Federico confermò la donazione dei territori offerti da Corrado. Nel 1234, con la Bolla di Rieti, Papa Gregorio IX confermò tutti gli accordi intercorsi fra l’Ordine Teutonico, l’Imperatore Federico II e il duca Corrado di Masovia.

Già prima della conferma pontificia, Hermann von Salza aveva iniziato a costruire i castelli di Thorn, Kulm, Mariewerder, Rheden e Elbing, punto di partenza per la conquista della Prussia. Inizia così per l’Ordine un periodo aureo. Per più di un secolo i teutonici conquisteranno i territori della Prussia, Lituania, Livonia e nord della Polonia convertendo quei popoli al cattolicesimo, e costruendovi una civiltà cristiana. Edificarono più di cento città e 1400 villaggi, portandovi tutti i moderni sviluppi dell’Europa occidentale. I territori dell’Ordine Teutonico si stagliano, infatti, come la zona più ricca e moderna dell’Europa medievale. Erano membri della Lega Hanseatica e commerciavano con l’Oriente.

All’indomani della caduta nel 1291 di San Giovanni d’Acri, ultimo baluardo cristiano in Terra Santa, e dopo un tempo a Venezia, nel 1309 il Gran Maestro Siegfried von Feuchtwangen decise di fissare la capitale dell’Ordine a Marienburg. La scelta si era resa necessaria visto ciò che stava succedendo ai templari. Perseguitati brutalmente dal re di Francia Filippo il Bello, e poi anche da Papa Clemente V (filo-francese), l’Ordine Templare sarà definitivamente soppresso nel 1312. Proprio per ripararsi da una tale ingerenza del potere temporale, i teutonici decisero di trasferire la casa madre sui confini orientali dell’Europa, in un territorio autonomo.

Arriviamo così al 1410, anno della battaglia di Tannenberg in cui i cavalieri teutonici furono schiacciati dall’esercito del Regno Lituano-Polacco. Trascuriamo i complessi eventi che portarono a questo scontro. Basti dire che segna l’inizio della decadenza dell’Ordine. Nel 1525, il Gran Maestro Alberto von Hohenzollern-Ansbach, si pervertì al luteranesimo e secolarizzò i possedimenti prussiani, assumendo il titolo di duca di Prussia.


La fisionomia morale del cavaliere teutonico

Come possiamo definire la fisionomia morale del cavaliere teutonico?
Quello teutonico è il più giovane degli ordini di cavalleria. Non dovette, quindi, inventarsi una nuova regola, prendendo invece in prestito elementi dagli Ospedalieri di S. Giovanni e dai Templari. Prima che San Bernardo mostrasse il profilo del monaco-guerriero, l’unione fra l’ideale religioso e quello militare non era chiara. Possiamo menzionare le intuizioni precorritrici di Bonizone di Sutri. Nel suo Liber di vita christiana, scritto nel 1090, il vescovo di Sutri e poi di Piacenza, grande amico e collaboratore di S. Gregorio VII, elenca alcune caratteristiche del milite cristiano: sottomissione al Signore, rinuncia al saccheggio, donazione della propria vita al Signore, lotta per il bene comune, guerra contro gli eretici, protezione dei poveri, delle vedove e degli orfani, osservanza della castità.

Come conciliare, però, la vita monastica con quella del guerriero? Si dovette aspettare San Bernardo di Chiaravalle che, nel De laude novae militiae ad milites templi, scritto attorno al 1130, analizza questa “grazia nova” segnata dall’apparizione di un novum militiae genus, che egli presenta come la salvezza della Casa di Davide, cioè della Chiesa e della civiltà cristiana. Questa nova militia combatte corporalmente i nemici di Cristo e spiritualmente i demoni, unendo così il monachesimo alla cavalleria. Il novo miles Christi difende Gerusalemme, la civitas Domini, come difende pure la civitas christiana, cioè la Chiesa, laddove questa ha bisogno della forza. Il novo miles Christi si differenza dai cavalieri secolari per il suo modo di vita, segnata dai voti monacali. San Bernardo lo definisce un “monaco-guerriero” e lo paragona ai Maccabei dell’Antico Testamento. Ricordiamo che i Maccabei (da Giuda Maccabeo, dall’aramaico makkaba, martellatore) insorgono nel 165 a.C. contro il dominio selgiuchide della Giudea.

Lo stesso prologo della Regola dell’Ordine Teutonico definisce i cavalieri come “novi Maccabei”. Ed era proprio così che la gente li chiamava, soprattutto dopo la quinta crociata nella quale si distinsero per il fervore religioso e il valore militare. Il cavaliere teutonico, leggiamo nella Regola, è una militaris et religiosa persona. L’Ordine accettava fratelli sacerdoti, ai quali era tributato un trattamento privilegiato. Nessun sacerdote, però, poteva assumere un incarico direttivo. Prediligevano, anche se non esclusivamente, il reclutamento nei ceti nobiliari o del patriziato urbano, poiché costoro erano già abituati alla guerra e al comando.

I fratelli dovevano osservare la Regola, frequentare i sacramenti e assistere alla Santa Messa ogni giorno. In tempo di guerra dovevano mostrare coraggio e determinazione. Facevano i tre voti monastici – obbedienza, povertà e castità – e cantavano l’Officio divino, come i monaci. Il loro compito principale, però, era di combattere contro i pagani, gli infedeli e gli scismatici. A ciò si aggiungevano il servizio ospedaliero, la cura dei malati e dei bisognosi.

Le letture durante i pasti davano al frate-cavaliere un’idea dell’importanza dell’Ordine e della sua missione all’interno della Cristianità. Loro erano i difensori dell’ordine cristiano e sociale. Si distinguevano dagli altri cavalieri non solo per i tre voti, ma anche per il loro stile di vita monastico. I frati-cavalieri non erano tenuti allo studio approfondito, come i monaci. Dovevano dedicare il loro tempo per prepararsi alla guerra e al servizio ospedaliero.

Va notato che l’Ordine Teutonico era prima di tutto un ordine militare, e poi un ordine ospedaliero. Non aveva vocazione missionaria. I teutonici lasciavano volentieri la parte missionaria agli ordini mendicanti: i domenicani e i francescani.

I patroni dell’Ordine erano San Giorgio, per il lato militare, e Santa Isabella da Turingia, per il suo servizio ospedaliero presso i poveri. In Livonia, veneravano anche S. Maurizio, comandante della Legione Tebana. La loro devozione principale, però, era la Santissima Vergine Maria. Va notato che durante le crociate la devozione alla Madonna aumentò moltissimo tra i nobili. Questa devozione mariana viene dall’origine dell’Ordine Teutonico. Nel 1192, prima ancora di essere riconosciuto come ordine di cavalleria, già si denominava Hospitalis novum Sancte Marie. In seguito il nome completo divenne Hospitalis Sancte Mariae Teutonicorum in Jerusalem, oppure Ordo fratorum hospitalis Sancte Mariae Teutonicorum Jerosolimitanorum.

I tre più importanti castelli dell’Ordine Teutonico sono dedicati alla Madonna. La casa madre si chiamava proprio Marienburg, Città di Maria, e aveva all’ingresso una statua della Madonna alta otto metri. Questa fu distrutta durante la II Guerra mondiale dai bombardamenti alleati.

Il cronista Peter von Dusburg racconta nel secolo XIV che la Madre di Dio appariva spesso nel sonno ai cavalieri provati, ai feriti e ai moribondi, mostrandogli la via da seguire e il Cielo come ricompensa delle loro fatiche. In tempi di necessità, i frati-cavalieri pregavano Ave Maria e Salve Regina extra. Molti reggimenti dell’Ordine avevano la Madonna dipinta sullo stendardo. Pure i sigilli ufficiali recavano immagini di Maria. In ogni documento si invocava la protezione speciale della Madre di Dio.

Questo insieme di virtù conferiva ai cavalieri teutonici una force de frappe unica. Abbondano le cronache pagane e musulmane che descrivono il terrore che provocavano questi cavalieri quando entravano in battaglia, anche quando erano pochi di numero. I pagani sapevano che non avrebbero indietreggiato.


Decadenza dell’Ordine

Come mai è decaduto l’Ordine Teutonico?

Spiega il prof. Plinio Corrêa de Oliveira in «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione»: “Nel secolo XIV si può cominciare a osservare, nell’Europa cristiana, una trasformazione di mentalità che nel corso del secolo XV diventa sempre più chiara. Il desiderio dei piaceri terreni si va trasformando in bramosia. I divertimenti diventano sempre più frequenti e più sontuosi. Gli uomini se ne curano sempre più. Negli abiti, nei modi, nel linguaggio, nella letteratura e nell’arte, l’anelito crescente a una vita piena dei diletti della fantasia e dei sensi va producendo progressive manifestazioni di sensualità e di mollezza. Si verifica un lento deperimento della serietà e dell’austerità dei tempi antichi. Tutto tende al gaio, al grazioso, al frivolo. I cuori si distaccano a poco a poco dall’amore al sacrificio, dalla vera devozione alla Croce, e dalle aspirazioni alla santità e alla vita eterna. La Cavalleria, in altri tempi una delle più alte espressioni dell’austerità cristiana, diventa amorosa e sentimentale, la letteratura d'amore invade tutti i paesi, gli eccessi del lusso e la conseguente avidità di guadagni si estendono a tutte le classi sociali”.

Questo spirito mondano, purtroppo, penetrò anche nell’Ordine Teutonico. Due fazioni cominciarono a prendere corpo: mentre una voleva continuare la propria missione, spingendosi sempre più a Est per conquistare più terre alla Chiesa, l’altra voleva godersi il “paradiso” prussiano, sedotta dalle immense ricchezze che l’Ordine aveva ammassato. Purtroppo, col tempo prevalse questa seconda fazione. Donde tutta una serie di mosse politiche tese a consolidare il proprio potere che necessariamente portarono l’Ordine a scontrarsi col Regno Lituano-Polacco. Mentre i teutonici di buon spirito auspicavano l’unione di prussiani, lituani e polacchi per riprendere in mano la Russia scismatica, la fazione politico-mondana provocò la guerra fra paesi cristiani. Ed ecco il disastro di Tannenberg del 1410, interpretato da molti come una punizione divina che, però, non portò alla conversione. Nel 1525 avvenne poi l’apostasia finale.

Concludo affermando che l’ideale monastico-guerriero non è morto. Oggi la lotta contro la Rivoluzione non si fa con i mezzi bellici di allora. Ma l’ideale è lo stesso. Dobbiamo difendere la Cristianità oggi come i cavalieri gerosolimitani, templari e teutonici la difendevano nel Medioevo. Dio Nostro Signore e la Madonna ci aiuteranno.

(Conferenza, leggermente abbreviata, del Duca Paul von Oldenburg all’Università estiva delle TFP a Kleinheubach, Germania, 28 luglio 2006.)

1 commento:

  1. 'Mentre i teutonici di buon spirito auspicavano l’unione di prussiani, lituani e polacchi per riprendere in mano la Russia scismatica'

    praticamente volevano fare di nuovo una IV crociata, dato che oltre i territori in mano ai russi si estendevano le terre dei Tatari musulmani, che senza la barriera dei russi avrebbero aumentato i saccheggi verso l'Europa orientale

    poi sappiamo che la conquista teutonica ha creato una cristianizzazione forzata e superficiale, mai accettata fino in fondo dai nativi, con il popolo che praticava i riti pagani fino al XV secolo almeno e un gruppo, i Re della Curonia, fino al XIX secolo, questi ultimi con l'esplicita tolleranza dell'ordine
    forse perchè più che una guerra santa per la cristianizzazione è stata una conquista coloniale per lo sfruttamento

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