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martedì 26 ottobre 2021

I tre ossimori della Chiesa di oggi… ce li ricorda anche Giorgio Gaber

Chissà cosa direbbe Gaber davanti a certe vicende della Chiesa di oggi (vedere QUI  sotto "Il potere dei più buoni").
Luigi

I Tre Sentieri, 23 OTTOBRE 2021, Corrado Gnerre

Nella Chiesa di oggi dominano tre ossimori, cioè tre paradossi contraddittori.

Ci teniamo a precisare “Chiesa di oggi” perché il nostro riferimento è al dato sociologico di Chiesa non a quello ontologico. E’ evidente che quando si parla di Chiesa si intende una realtà che esiste da duemila anni, dunque ci rifacciamo piuttosto a quel che si manifesta sociologicamente ora, anche con l’ausilio di ciò che mediaticamente si afferma.

Ebbene ci sono tre paradossi grandi, enormi:

Primo paradosso: un anticlericalismo-clericalista.

Secondo paradosso: un antieconomicismo-economicista.

Terzo paradosso: un antiautoritarismo-autoritarista.

Anticlericalismo-clericalista

Facciamo un solo esempio: l’enorme impegno che solitamente si profonde da parte di tanti sacerdoti e operatori pastorali (come oggi si ama definirli) in merito a tematiche ambientali, sindacali e politiche snaturando la specificità della Chiesa che deve presiedere moralmente i grandi principi ispiratori dell’azione politica senza scendere nell’ambito delle soluzioni per i singoli problemi.

Da una parte si invoca il principio di separazione tra ambito religioso e ambito politico, “santificando” la laicità dello Stato se non addirittura il laicismo, dall’altra gli schermi televisivi pullulano di sacerdoti che dicono la loro sul termovalorizzatore nella tale vallata, sulla discarica nella tale pianura, sull’industria nella tale città, cioè ci si intromette in cose in cui né il teologo né il sacerdote hanno la grazia di stato per poter operare e intervenire. Se non è clericalismo questo?

Antieconomicismo-economicista

La Chiesa deve essere povera, l’essenza del Cristianesimo è la povertà, benissimo verrebbe da dire… anche se fino ad un certo punto perché delle precisazioni andrebbero fatte, ma non è il caso di farle adesso.

Da simili direttive ci si attenderebbe un comportamento conseguente e invece vediamo che si interviene massimamente per reagire a politiche vessatorie sul piano fiscale nei confronti di beni ecclesiastici (intendiamoci: reazione più che doverosa per difendere la libertà della Chiesa), ma poi si fa silenzio (o quasi) sui principi non negoziabili o sulla reazione a leggi liberticide come quella sull’omofobia.

Si interviene con decisione e tempismo su vescovi che avrebbero mal utilizzato denaro favorendo crac finanziari, ma poi non si interviene con altrettanto tempismo su vescovi, teologi ed ecclesiastici che con i loro insegnamenti teologici spingono tante anime al peccato e –diciamolo francamente- anche alla dannazione.

Si parla di povertà, si dice giustamente che il denaro non è il valore per eccellenza e poi si presenta ai giovani il problema della disoccupazione quasi come se fosse il problema più grave. Per carità è questo un problema importante, che si lega alla dignità della vita e alla possibilità di mettere su famiglia, ma quando si parla ai giovani va ricordato loro che ci sono problemi più urgenti: la purezza, l’indissolubilità della famiglia, l’accettazione della vita fin dal concepimento? Insomma, gli aspetti economici non sono importanti … ma sono importanti!

Antiautoritarismo-autoritarista

C’è chi ha detto –e siamo ampiamente d’accordo- che la Chiesa postconciliare quando vuole (e vuole spesso) sa ripristinare molto bene i modi da “santa inquisizione”. Ovviamente per chi non “sente” come essa vuole. Anche in questo caso ci riferiamo alla Chiesa come dato sociologico non teologico.

Nel sud d’Italia si dice “a chi figli e a chi figliastri”, che significa: alcuni figli vengono trattati da figli, altri da figliastri. Nella Chiesa di oggi è tutto possibile, è possibile finanche che un notevole numero di sacerdoti di una grande nazione di tradizione cattolica come l’Austria firmi un appello chiamato niente di meno “invito alla disobbedienza” e nulla di nulla, reazione pressoché inesistente; è possibile che il fior fiore dei teologi dica cose totalmente divergenti rispetto all’insegnamento ufficiale del magistero soprattutto in tema di morale sessuale e coniugale e anche in questo caso reazione pressoché inesistente; è possibile che ci siano abusi sulla liturgia per tutti i gusti (da canzonette e balli da parte del celebrante, fino a clown e majorettes sugli altari o quasi) e … reazione pressoché inesistente. Ma poi, se si vuole vivere una vita religiosa o diffondere una linea teologica in perfetta coerenza con la Tradizione e quindi con la dottrina di sempre della Chiesa, apriti cielo! Scattano i commissariamenti, le deposizioni, si tagliano teste (ovviamente in senso figurato).

Non abbiamo mai condiviso le idee di Giorgio Gaber e pensiamo che sia facile intuirne il motivo, ma che fosse una persona intelligente è fuor di dubbio, tanto è vero che non si è mai scioccamente allineato al “politicamente corretto”, colpendo a destra, ma soprattutto a manca, cioè tra i suoi amici. C’è un bella canzone nell’album Libertà obbligatoria che s’intitola L’America. Alla fine vi sono queste parole: “Te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole e tutti suonano come vuole la libertà .” Che è come dire: la tolleranza va bene, ma solo per chi teorizza la tolleranza, altrimenti no.

Ora che questa atmosfera si respiri nel mondo, non sorprende: il mondo e il demonio devono pur fare il loro mestiere, ma che si debba respirare negli ambienti ecclesiali, deve negativamente sorprendere.

Ci rincuora però la inossidabile verità che la Chiesa è santa, che mai finirà, che la guida Nostro Signore Gesù Cristo e che è sotto il manto dell’Immacolata.


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