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mercoledì 28 luglio 2021

Il Santo del giorno in Plinio Corrêa de Oliveira #14 Beato Urbano II (29 luglio)

Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): Beato Urbano II (1040 circa-1099).

29 luglio. A Roma il Beato Urbáno secondo, Papa, il quale, seguendo le orme di san Grégorio settimo, rifulse per lo zelo della dottrina e della religione, ed eccitò i Crociati a redimere i luoghi sacri della Palestína dal potere degli infedeli. Il culto a lui prestato da tempo immemorabile, fu riconosciuto e confermato dal Sommo Pontefice Leóne decimoterzo. (Martirologio Romano ed. 1955)
29 luglio. A Roma presso san Pietro, beato Urbano II, papa, che difese la libertà della Chiesa dall’assalto di poteri secolari, combatté la simonia e la corruzione del clero e nel Concilio di Clermont-Ferrand esortò i soldati cristiani a liberare, segnati con la croce, i fratelli oppressi dagli infedeli e il Sepolcro del Signore. (Martirologio Romano ed. 2004)

L.V.

29 luglio
Beato Urbano II

Il Beato Urbano II (1042-1099), Papa dal 1088 al 1099, difese la libertà della Chiesa continuando l’opera di San Gregorio VII. Indisse la Prima Crociata al Concilio di Clermont del 1095, che si riunì appositamente per discutere di questa Crociata.
Il popolo era ansioso di sentire annunciare la spedizione e alla fine Urbano II soddisfece le sue impazienti richieste. Era seduto su un trono che era stato preparato specialmente per quell’occasione. Al suo fianco stava Pietro l’Eremita. Sotto di lui un’immensa folla: cardinali, abati, sacerdoti, monaci, cavalieri e semplice popolo.
Dopo le parole di Pietro l’Eremita, che descrisse che cosa aveva visto a Gerusalemme, il Papa prese la parola e disse:
«Popolo dei Franchi, popolo d’oltre i monti, popolo come riluce in molte delle vostre azioni eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del vostro paese che per l’osservanza della fede cattolica e per l’onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.
«Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle vostre terre; quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui, attratti. Da Gerusalemme e da Costantinopoli è pervenuta e più d’una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Musulmani, gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, stirpe dal cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al Signore, hanno invaso le terre di quei cristiani, le hanno devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne hanno in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne hanno uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o hanno distrutte dalle fondamenta o hanno adibite al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono condannare a una morte vergognosa perforano l’ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati.
«Altri fanno bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo, assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che tacere? Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e così alienato dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due mesi. A chi dunque incombe l’onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d’animo, agilità nelle membra, potenza d’umiliare sino in fondo coloro che vi resistono?
«Vi muovano e incitino ali animi vostri ad azioni le gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch’è in mano d'una gente immonda, e i luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza.
«O soldati fortissimi, figli di padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri predecessori; e se vi trattiene il dolce affetto dei figli, dei genitori e delle consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel Vangelo ‘chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e possederà la vita eterna’. (…). Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e miele.
«Gerusalemme è l’ombelico del mondo, terra ferace sopra tutte quasi un altro paradiso di delizie; il Redentore del genere umano la rese illustre con la sua venuta, la onorò con la sua dimora, la consacrò con la sua passione, la redense con la sua morte, la fece insigne con la sua sepoltura. E proprio questa regale città posta al centro del mondo, è ora tenuta in soggezione dai propri nemici e dagli infedeli, è fatta serva del rito pagano. Essa alza il suo lamento e anela ad essere liberata e non cessa d’implorare che voi andiate in suo soccorso. Da voi più che da ogni altro essa esige aiuto poiché a voi è stata concessa da Dio sopra tutte le stirpi la gloria delle armi. Intraprendete dunque questo cammino in remissione dei vostri peccati, sicuri dell'immarcescibile gloria del regno dei cieli.
«O fratelli amatissimi, oggi in noi si è manifestato quanto il Signore dice nel Vangelo: Dove due o tre saranno radunati nel mio nome, ivi io sarò in mezzo a loro. Se il Signore Iddio non avesse ispirato i vostri pensieri, la vostra voce non sarebbe stata unanime; quantunque essa abbia risuonato con timbro diverso, unica fu tuttavia la sua origine: Dio che l’ha suscitata, Dio che l’ha ispirata nei vostri cuori. Sia dunque questa vostra voce il vostro grido di guerra, dal momento che essa viene da Dio. Quando andrete all’assalto dei bellicosi nemici, sia questo l’unanime grido di tutti i soldati di Dio: ‘Dio lo vuole! Dio lo vuole!’
«Chiunque vorrà compiere questo santo pellegrinaggio e ne avrà fatto promessa a Dio e a lui si sarà consacrato come vittima vivente santa e accettevole porti sul suo petto il segno della croce del Signore; (…) sarà così adempiuto il precetto che il Signore dà nel Vangelo: ‘Chi non porta la sua croce e non viene dietro di me non è degno di me’».
La folla rispose gridando: “Dio lo vuole! Dio lo vuole!”. La partenza per la Crociata fu fissata al 15 agosto, festa dell’Annunciazione.
Meditiamo sulla grande bellezza di questa scena.
Anzitutto, abbiamo un santo sul soglio di Pietro. Che cosa meravigliosa! La luce sul candelabro per illuminare tutti i popoli, il punto focale che irradia la virtù, un santo seduto “in cathedra”, sulla cattedra da cui la verità e il bene sono insegnati. Sta parlando ai ranghi dei guerrieri di Nostro Signore e di Nostra Signora per incitarli alla battaglia contro i loro nemici. Quest’uomo, come un angelo, è pieno di zelo per i Luoghi Santi. Non può tollerare che gli infedeli controllino la Terrasanta. Perché non lo può sopportare? Perché questo offende la gloria di Dio. Queste sono le terre “par excellence” dove il vero sacrificio dovrebbe essere offerto a Dio.
In secondo luogo, ha riunito un concilio per questa ragione. È il Concilio di Clermont, una città della Francia. Questa scena ci permette di scorgere – in piccola proporzione – tutta la bellezza della Chiesa Cattolica. Vedete il Papa, il Beato Urbano II, che presiede il Concilio come il suo capo; vedete i padri conciliari che circondano il Papa, tutti mossi da un autentico zelo per la gloria di Dio – un atteggiamento simile a quello degli angeli che circondano Dio in Cielo. Vedete la moltitudine dei fedeli piena di pietà e di entusiasmo, nei cui occhi brilla la luce della lotta e del sacrificio. Sono presenti intere famiglie: le mogli e le figlie sono venute a portare ai loro uomini – figli, mariti, fratelli – tutto il loro sostegno. Comprendono che per liberare il Sepolcro di Cristo devono offrire in sacrificio la partenza dei loro cari per la Crociata.
Terzo, vi invito a considerare il modo di ragionare del Beato Urbano II. I musulmani hanno invaso le terre dei cristiani, li hanno massacrati e si sono impadroniti del Santo Sepolcro. “A chi dunque incombe l’onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi?”. Chi può rimanere tranquillo di fonte a tanti crimini? Oggi vediamo molte persone che rimangono tranquille di fronte a grandi crimini, Li vediamo per strada che cercano una vita piacevole, si divertono, si raccontano l’ultima barzelletta. E quando qualcuno ha il volto preoccupato, si preoccupa delle sue faccende private. Chi davvero si preoccupa per la causa della Chiesa?
Il popolo riunito a Clermont era diverso. Quando il Papa li sfida, chiedendo se vogliono rimanere tranquilli in Francia o partire a combattere e morire per la Chiesa, non esitano. Si comportano da veri servitori di Nostro Signore Gesù Cristo. La Chiesa Cattolica è una realtà viva nei loro cuori. Vivere in pace a casa è lecito, ma sono disposti a rinunciarvi per qualche cosa di più grande, Si levano come un sol uomo per prendere la croce e collocarla sull’impugnatura delle loro spade, sui loro stendardi, sugli scudi, sul loro stesso petto per trasformarsi in una valanga invincibile che travolgerà ogni ostacolo e riconquisterà il Sepolcro di Cristo. Com’erano diverse le cose allora rispetto ai nostri giorni!
Quarto punto della meditazione: il Beato Urbano II parla in un modo che deve entusiasmare e incoraggiare anche noi oggi. Lascia intendere che la voce unanime della folla che suscita la sua decisione d’indire la Crociata e liberare il Santo Sepolcro prova che lì è all’opera lo Spirito Santo. C’insegna dunque che quando si prendono decisioni eroiche per la cristianità, lì lo Spirito Santo è presente.
Oggi accogliendo lo stesso insegnamento possiamo chiedere e sperare che lo Spirito Santo sia presente là dove guerrieri cattolici si battono per liberare la Santa Chiesa dalla piaga del progressismo. Questa battaglia per certi versi è persino più importante di quella che fu combattuta per liberare il Santo Sepolcro. Per questo anche se siamo deboli e peccatori dobbiamo chiedere alla Madonna che invochi su di noi l’aiuto dello Spirito Santo, così come lo Spirito Santo si manifestò al tempo della Prima Crociata per preparare la folla a quel grande combattimento. Dobbiamo chiedere alla Vergine che ci ottenga dallo Spirito Santo le grazie necessarie per trasformarsi in quelli che San Luigi Maria Grignion de Montfort chiamava “gli apostoli degli ultimi tempi”, capaci di restaurare tutto lo splendore della Chiesa Cattolica nella prospettiva del Regno di Maria, del trionfo del suo Cuore Immacolato predetto dalla Madonna a Fatima.

Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)