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martedì 8 giugno 2021

L'attacco al Summorum Pontificum: l'opinione di InfoCatólica

Ritorniamo sull'infuocato dibattito acceso dalle notizie circa il ridimensionamento del Summorum Pontificum, per proporvi le riflessioni del noto sito spagnolo InfoCatólica. Anche se non tutti ci ritroveremo in esse al 100%, ci pare interessante il giudizio formulato circa l'indole di coloro che "disprezzano attivamente" la liturgia tradizionale.
Al carattere un po' artigianale delle nostre traduzioni vi sarete ormai abituati... 

La messa antica come pietra di paragone 
di Bruno M. 

In questi giorni si dice che il Papa, in risposta alle richieste di diversi vescovi italiani, stia per modificare la legislazione di Benedetto XVI che permetteva a qualsiasi sacerdote di celebrare la messa tradizionale, senza restrizioni se non quella di avere un gruppo stabile di fedeli che lo richiedesse (in realtà, il gruppo stabile non è richiesto per la messa privata - NdT). Quando dico Messa Tradizionale mi riferisco, ovviamente, a quella che in senso stretto si chiama Forma Straordinaria del Rito Romano e che spesso viene chiamata la Messa antica o, molto vagamente, la Messa in latino (sebbene ci siano anche Messe in latino secondo la nuova forma del Rito Romano). 

Si potrebbe dire molto su questo argomento, ma penso che un buon punto di partenza sia rendersi conto che la Messa tradizionale è una pietra di paragone molto chiara o, nelle parole dell'anziano Simeone, un segno di contraddizione affinché siano svelati i pensieri di molti cuori. Perché dico che la Messa antica è una pietra di paragone? Perché, a mio parere e quasi infallibilmente, coloro che la disprezzano attivamente, la combattono o la insultano sembrano essere persone che, di fatto, hanno abbandonato da tempo il cattolicesimo, anche se rimangono per inerzia nella Chiesa o addirittura, horresco referens, se sono sacerdoti o vescovi. Possono esserci delle eccezioni? Ce ne sarà qualcuna, perché gli esseri umani sono spesso illogici, ma sarà solo questo, un'eccezione. 

Notate che parlo di disprezzare attivamente, combattere o insultare. Ci sono milioni e milioni di cattolici che non sono mai stati alla Messa nella Forma Straordinaria, che la conoscono solo per sentito dire, che sono stati abituati fin dall'infanzia alla Forma Ordinaria, o che, per una varietà di ragioni, preferiscono quest'ultima ben celebrata. Non c'è nulla da obiettare a tutto ciò. La Messa è la Messa, qualunque sia il rito, l'uso o la forma secondo cui viene celebrata. Alcuni possono anche provare un certo diffuso disagio nel sentire parlare dell'antico rito o nel conoscerlo, il che è probabilmente dovuto a ciò che hanno sentito da qualche chierico fuorviante, al pregiudizio cronolatrico onnipresente nel nostro tempo, o alla semplice mancanza di abitudine. Non mi riferisco a nessuna di queste cose. 

D'altra parte, il disprezzo attivo per la Messa antica va quasi sempre di pari passo con la convinzione, espressa o implicita, che il Vaticano II abbia creato una nuova religione, radicalmente diversa da quella precedente. Dopo tutto, altrimenti non si può spiegare che un cattolico non apprezzi e ami la Messa che San Giovanni della Croce, Santa Teresa, Sant'Ignazio, San Francesco, San Gregorio Magno, San Francesco di Sales, e la stragrande maggioranza dei santi della Chiesa latina hanno amato e di cui si sono nutriti. Solo un vero cataclisma, che rovesciasse completamente il nostro modo di pensare, potrebbe far diventare cattivo, oscurantista o inaccettabile ciò che è buono, santo e tradizionale. 

Purtroppo, nel loro caso, hanno ragione: hanno adottato una nuova religione. Chi disprezza una liturgia che è la gloria di Roma e della Chiesa latina, che i santi hanno tanto amato e venerato, deve avere un'altra religione. Le scuse per questo cambiamento di religione sono molte, dallo "spirito" del Vaticano II ai diritti umani, alla democrazia o a quell'altra idea, la più sciocca di tutte le sciocchezze, che noi, poiché siamo moderni, siamo migliori e ne sappiamo di più di quelli che ci hanno preceduto. Non importa quale sia la giustificazione, il fatto è che è un'altra religione, con un'altra morale, un'altra tradizione, un'altra fede, altri santi e profeti diversi. 

Il problema ovvio, ma apparentemente nascosto agli occhi degli interessati, è che una nuova religione, per definizione, non è cattolica. Chi rifiuta e disprezza la Chiesa prima degli anni sessanta del secolo scorso, in pratica rifiuta e disprezza il cattolicesimo stesso e proclama di aver abbandonato la fede. La fede cattolica è (e può essere) trasmessa solo dalla Tradizione, quindi ciò che è sostanzialmente nuovo non è cattolico. Abbiamo solo ciò che abbiamo ricevuto. Niente di più. Ci possono essere validi approfondimenti, chiarimenti, riflessioni e nuove formulazioni, ma devono essere approfondimenti, chiarimenti, riflessioni e formulazioni della stessa cosa che la Chiesa ha sempre creduto e celebrato. Purtroppo, il rifiuto del principio di non contraddizione, che è un altro dei disturbi tipici del nostro tempo, impedisce agli interessati di scoprire o preoccuparsi delle contraddizioni della propria posizione e molti che hanno perso la fede continuano a considerarsi cattolici o a vivere nella Chiesa. 

Qual è la reazione normale di un cattolico quando incontra la Forma Straordinaria o ne sente parlare? In linea di principio e in modo istintivamente cattolico, valorizzarla come un tesoro, godere della sua bellezza e della sua pietà, gioire nell'incontrarla e parteciparvi, e considerarla con la stessa venerazione con cui la consideravano i suoi genitori, nonni e generazioni precedenti. Certo, ad alcuni può piacere di più la forma ordinaria, o la forma straordinaria, o il rito siro-malabarico, la messa in spagnolo o in latino, la messa cantata o quella recitata, e così via, perché de gustibus non est disputandum, ma l'amore e il rispetto non dipendono dai gusti. A parte questi gusti, l'unico atteggiamento propriamente cattolico verso uno dei grandi tesori della Tradizione della Chiesa è l'affetto, l'amore e la venerazione. 

Ancora una volta, per i miopi: questo significa che solo chi frequenta la Messa tradizionale è cattolico, o che la forma del rito è la cosa più importante per un cattolico, o che la forma ordinaria non è valida o buona (è peraltro plausibile ritenere che una forma sia decisamente migliore dell’altra - NdT), o che ci sono cattolici di prima e seconda classe, o che... ? No. Significa quello che ho detto: che il rifiuto attivo della Messa tradizionale è, come dovrebbe essere evidente, molto poco tradizionale e quindi molto poco cattolico. 

Che Dio conceda al Papa di non lasciarsi consigliare da coloro che mostrano così chiaramente il loro scarso amore per la Tradizione della Chiesa, che è come mostrare pochissimo amore per la stessa Sposa di Cristo.