Cappella Vaticana dell’arch. Carla Juaçaba (anno 2018).
Lorenzo
Descrizione del progetto: «“Serenissima_Il sito è un bosco sacro su un’isola di fronte a Piazza San Marco, dietro la chiesa del Palladio e un monastero benedettino medievale. Cosa fare a Venezia, città di tanta bellezza e architettura, dove tutto sembra avere già stato costruito e immaginato? Quasi niente. Quattro travi in acciaio disposte ortogonalmente, configurano una panchina e una croce. Sette travi di cemento interrate nel terreno di pochi centimetri – poco profonde come le acque di Venezia – e questo è tutto, né dentro né fuori. Nessun pavimento, nessun muro, nessuna copertura. In alcuni momenti anche gli elementi costruiti si dissolvono nello specchio del cielo e degli alberi sulla superficie metallica ultra levigata. Allora l’assenza di limite assume una dimensione cosmica che sfiora il sublime. Si sperimenta un’introspezione che equivale a un esercizio spirituale. Il riconoscimento della dimensione umana, che è anche riconoscimento della debolezza umana, è accentuato dalla morbida instabilità della struttura, che sembra pronta a sbucare dal terreno per unirsi ai vasi tipicamente veneziani che galleggiano lungo il canale della Giudecca. Il disegno laconico della cappella è legato alla tipologia della pianta cruciforme che appartiene alla tradizione cattolica, ma ribalta il senso di monumentalità della chiesa palladiana con una freschezza che rivitalizza la ricerca di Dio. Esiste anche una possibile analogia con la spina dorsale di Rossi al cimitero di Modena. Un corpo ridotto alle sue ossa. Purificato. Verso l’assoluto. “Questa è una panchina”, indica lo strano cartello lì attaccato. No, questa è architettura. L’architettura di Carla Juaçaba. Molto sereno.
Il Padiglione della Santa Sede ha partecipato per la prima volta alla 16ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia su un modello preciso, la “cappella del bosco” costruita nel 1920 dall’architetto Gunnar Asplund nel cimitero di Stoccolma.
Questo tema è stato proposto ai dieci architetti invitati a costruire dieci cappelle, raccolte nell’area boschiva dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, per formare il padiglione della Santa Sede, denominato cappelle vaticane.
La richiesta rivolta agli architetti implica una sfida insolita, poiché ai progettisti era stato chiesto di fare i conti con un edificio che sarà isolato e inserito in un contesto naturale del tutto astratto, caratterizzato dalla sua apertura verso l’acqua della laguna. Nella foresta dove sono stati collocati il “padiglione Asplund” e le cappelle non ci sono destinazioni, e l’ambiente è semplicemente una metafora del vagabondare della vita.
L’intenzione di questo progetto è di unire la bellezza di questo luogo, delineando brevemente lo spazio.
Quattro travi d’acciaio di 8 metri di lunghezza compongono l’insieme: una è una panchina, l’altra è una croce, due vecchi elementi della Chiesa cattolica.
L’insieme è costruito su sette pezzi di cemento (12×12×200 cm), che danno una metrica all’insieme.
Le travi in acciaio sono realizzate in acciaio inossidabile altamente lucidato per riflettere l’ambiente circostante, quindi la cappella potrebbe scomparire in un certo momento.
La Cappella è quasi invisibile, ed è completata da una cupola naturale tra gli alberi.
È un progetto etereo che è metafora del passaggio della vita, dell’esistenza e della non esistenza.
La presenza della storia circonda l’isola di San Giorgio Maggiori e la nuova cappella è una sintesi di un vecchio programma con una panchina per sedersi e guardare la Croce e il cosmo.
La cappella è stata commissionata come temporanea, ma dal 2019 è entrata a far parte del Patrimonio Italiano.» (trad. it.)
Foto esterni:
Foto interni:
Beh, ma non è una chiesa. Almeno si nota poco.
RispondiEliminaLa serie de "O famo strano?" continua...
RispondiEliminaOvvero come rovinare l'opera di Dio , un bel boschetto con vista sulla laguna , con una antenna metallica spacciata per croce! Dalle foto pubblicate il braccio orizzontale della croce e' piuttosto basso ( sospetto!) rispetto al palo verticale....forse volutamente voluto dall'architetta brasiliana per essere utilizzata come sbarra per la ginnastica artistica ? E dato che e' in acciaio lucidato nemmeno si puo' sperare che arrugginisca presto..