Preghiera per i morti, uccisi perché cristiani.
Preghiera e ... immensa rabbia contro questi barbari islamisti, che vengono ad attaccarci così vigliaccamente. Fiori e candele non saranno sufficienti. Noi credenti, pregheremo per i defunti e per i loro cari, per la conversione dei cuori dei barbari ... ma la missione dei politici non sono fiori o candele.
È per proteggerci da questo nemico e sconfiggerlo.L'islamismo attacca ciò che costituisce l'identità della Francia, nelle sue diverse componenti. La lotta per difendere questa identità, promuoverla e trasmetterla ai più giovani deve essere condotta senza debolezze o ingenuità, con coraggio e perseveranza. Questa è una missione per tutti noi. È anche il ruolo del politico. Quanto a noi cristiani, la nostra migliore risposta sarà quella di essere presenti, senza tremare, nelle nostre chiese per questa festa di Tutti i Santi. Possiamo solo vincere il male con il bene:di fronte a chi ci perseguita, siamo fedeli nella fede, forti nella speranza, generosi nella carità. Questo è il nostro programma per le dure settimane che ci attendono ... » Pierre Laurent Cabantous su Fb"
di Stefano Fontana
Le violenze islamiste in Francia nei giorni scorsi sono un forte attacco all’Occidente. La Chiesa cattolica, che non nomina neppure islam e islamismo, dimostra di non voler difendere l'Occidente. Il contrario del pontificato di Benedetto XVI.
Le terribili violenze islamiste verificatesi in Francia nei giorni scorsi sono un forte attacco all’Occidente e la Chiesa cattolica, che minimizza o finge catalogando questi eventi nella generica categoria del terrorismo senza aggettivi, dimostra di non voler più difendere l’Occidente e di aver perso la consapevolezza del profondo legame che ad esso la lega. Su questo fronte stiamo vivendo momenti drammatici. L’Occidente in questo momento è attaccato su tutti i fronti, compreso, come sempre accade, il fronte interno dell’Occidente contro l’Occidente, se anche la Chiesa lo abbandona a se stesso può essere la sua fine. Sua nel senso dell’Occidente o anche nel senso della Chiesa?
Benedetto XVI difendeva l’Occidente. Non tutta la Chiesa lo seguiva, anzi … ma lui difendeva l’Occidente. Lo difendeva prima di tutto da se stesso, dal nulla che lo sta divorando, dalla vergogna per il proprio passato, dall’odio per la propria identità, dalla sfiducia nella ragione occidentale, dalla palude del relativismo, dalla tendenza a svendersi per un piatto di lenticchie. A Regensburg lo aveva difeso da un lato dalla secolarizzazione di origine protestante interna alla sua storia e dall’altro dall’islam: ambedue contraddicono – egli diceva – il rapporto tra la fede e la ragione che è il frutto più bello della civiltà occidentale, se ricondotta alla propria anima. Lo aveva difeso dal relativismo, spiegando al Parlamento tedesco su cosa si fonda l’autorità politica e invitando l’Europa a ritrovare se stessa, cosa impossibile da farsi se, come vuole Macron e come ha voluto Conte, si chiudono le chiese. Lo ha difeso dall’immigrazione generalizzata, sostenendo il diritto primario delle genti a non emigrare, e dall’ecologismo delle élites, parlando sempre di ecologia umana e mai solo di ecologia ambientale.
Benedetto XVI non difendeva tutto dell’Occidente, ma era sicuro di una cosa: nell’Occidente era avvenuto qualcosa di provvidenziale e quindi di essenziale, ossia l’incontro del cristianesimo con la metafisica greca; poiché questo rapporto si è rotto proprio qui in Occidente, qui in Occidente doveva esserci la ripresa. Qui è capitato qualcosa di cui la fede cristiana non può fare a meno e che nessun cristianesimo africano o asiatico potrò surrogare se dovesse finire. Il cristianesimo è sì universale, ma in Occidente si è verificato qualcosa appunto di universale. Difendere l’Occidente vuol dire difendere non un’area geo-politica, ma una civiltà, compresi alcuni elementi senza i quali la Chiesa non può essere quello che è. Scrive Giulio Meotti: “Tutto il pontificato di Ratzinger è stato una difesa della civiltà occidentale o, più semplicemente, dell’Occidente. Ma non c’è una sola sfida da cui Ratzinger sia uscito apparentemente vincente, come se il nichilismo dovesse essere il solo destino dell’Occidente, come se la seduzione fosse così smisurata che potesse trovare soddisfazione soltanto nell’annientamento”. Per questo Meotti intitola il suo recente libro su Benedetto XVI L’ultimo Papa dell’Occidente (Liberilibri 2020). Le sconfitte sul piano storico, però, non attestano mai di per sé sole che si aveva torto. Il problema allora si fa veramente grande: può un Papa non difendere più l’Occidente? Dopo l’apparente sconfitta sul campo di Benedetto XVI, bisogna abbandonare l’idea della difesa dell’Occidente? Non difendendo più l’Occidente – nel senso chiarito sopra – il Papa rinuncia a qualcosa di essenziale per la fede cattolica e per la Chiesa?
La Chiesa di oggi, a parte qualche esempio contrario, non ammette che l’Occidente sia sotto attacco, anzi lo considera un nemico. Si guarda bene, la Chiesa, a definire islamici o islamisti gli atti terroristici che hanno costato la vita a tante persone innocenti. La Chiesa invita a votare Biden alle presidenziali americane, ossia l’estremo sostenitore della ideologia della morte dell’Occidente per mano dell’Occidente stesso. La Chiesa appoggia regimi autoritari in Sudamerica e si guarda dal disturbare il gigante cinese in merito ai diritti umani, ai disastri ecologici e alla politica di potenza. La Chiesa non difende l’Occidente dalla invasioni migratorie, sognando un meticciato plurireligioso. La condanna della “cultura della morte” è sporadica e frammentata, di gran lunga non paragonabile alla condanna di altri fenomeni decisamente meno impegnativi moralmente. Della enciclica Fratelli tutti si possono dire molte cose, ma senz’altro risulta impossibile considerarla come una difesa dell’Occidente. È molto più facile vedere in essa proprio il contrario.
Sul punto in questione, ossia la difesa dell’Occidente, il pontificato di Francesco si colloca agli antipodi di quello di Benedetto XVI. Quest’ultimo, però, aveva fondamenti tradizionali molto forti, non era un semplice vezzo di un teologo di fama. Che ne sarà, quindi, della continuità della Chiesa su questo importante terreno? Giulio Meotti conclude il suo bilancio dell’ultimo Papa d’Occidente con queste parole: “Il tempo ci dirà se Ratzinger sia stato quel clown cui nessuno ha creduto mentre gridava ‘al fuoco!’ o se, invece, non sia stato un nuovo Benedetto in grado di salvare la civiltà dal grande incendio”.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana QUI
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