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lunedì 12 ottobre 2020

Orrori architettonici… e dove trovarli #5 a Roma

La Cappella di san Corbiniano dell’arch. Alessandro Casadei (anno 2016).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Lavorare su una matrice storica per dare vita a un centro di scambio culturale di ispirazione religiosa. Questo l’obiettivo dello studio AKA Architetti, incaricato di intervenire una palazzina in stile Liberty, attribuita a Gino Coppedè, per la successiva realizzazione del centro di incontro dell’Arcivescovato di Monaco e Frisinga (in tedesco Begegnungszentrum des Erzbistums München und Freisingin in Rom), anche conosciuto come Casa Santa Maria della Baviera.
Il progetto, promosso durante il pontificato di papa Ratzinger e sviluppato negli anni seguenti, ha previsto l’adattamento della struttura esistente alle nuove attività, nel rispetto della qualità storica. In primis è stato necessario studiare l’organizzazione e la ripartizione degli spazi e delle attività nei sei livelli, redistribuendo le nuove e vecchie funzioni mirando alla definizione di un sistema flessibile, continuo e polifunzionale.
Cifra del progetto è la scala scultorea in legno, che accompagna il visitatore in tutto il suo percorso dall’ingresso, passando per i corridoi ai vari livelli pensati come gallerie d’arte, toccando man mano i diversi ambienti (spazi per manifestazioni e conferenze, una piccola chiesa dedicata a San Coribiniano, aree ricettive per l’accoglienza di ospiti), fino a giungere in sommità alla terrazza panoramica.
In questa successione spaziale serrata emerge la piccola cappella, posta nel cuore del complesso, che sottolinea una netta distinzione tra pre-esistenza e novità.
Pensata come una costruzione all’interno della costruzione, quasi un’arca in legno indipendente rispetto al contesto circostante.
La sua navata si compone di una sequenza di 12 arconi di forma dissimile, che filtrano sia i raggi solari che la luce artificiale e creano un piacevole gioco di luci e ombre.
Sempre qui, l’abside viene definita da una parete curva e accoglie, in sede centrale, l’altare composto da strati in cemento sovrapposti, nel numero simbolico di 7 e che ospita le reliquie di San Corbiniano.
Il materiale predominante nella nuova costruzione è il legno, non solo negli spazi di contemplazione e di celebrazione, ma anche negli ambienti comuni come la sala conferenze e la grande sala polifunzionale.
In particolare nella sala l’alternanza di superfici concave e convesse lungo il controsoffitto continuo in lamelle di legno risulta una scelta strategica per l’identificazione di zone e funzioni, senza intaccare la flessibilità dello spazio che tramite l’uso di pareti mobili può essere frazionato in due o tre sale indipendenti. Il centro comprende anche una zona residenziale, anche questa costruita con un sistema che consente configurazioni diverse dello spazio.
Il principio della flessibilità nell’uso è stato adottato per quasi tutti gli ambienti del centro religioso, sia interni sia esterni, prevedendo configurazioni diverse e alternative, sviluppando sistemi di arredo che si adattino alle esigenze degli utenti e forniscano potenzialità più che imporre vincoli.
I nuovi volumi sono realizzati in pannelli di betulla a vista, inteso come elementi chiaramente separati dalla struttura muraria, evitando qualsiasi ambiguità tra vecchio e nuovo.
In linea generale le scelte materiche, così come il ricorso a sistemi costruttivi e soluzioni tipologiche e distributive, sono il risultato del connubio tra tecniche tradizionali italiane e tedesche e rimarcano il fine ultimo del progetto, quello di favorire l’incontro e l’integrazione.
All’esterno viene reiterato il sistema di spazi su più livelli attraverso un giardino esotico in parte recuperato, con una serie di zone tematiche differenziate, e in parte ridisegnato, con vari percorsi e pedane in legno e uno specchio d’acqua che circonda il verde.»

Foto esterni:





Foto interni:





3 commenti:

  1. No, dai, questa è quasi bella! Ha un po' un'aria da frigorifero in foto, ma almeno non è grigio-cemento o informe e sbilenca.
    Se al posto di quel banco del pesce ci fosse un altare cattolico, non sarebbe niente male.

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  2. Che orrore, da un senso di soffocamento. Le Chiese moderne si adattano alla nuova liturgia e infatti non mi piacciono ne l'una e né l'altra. L'unico lato positivo delle chiese moderne e che non ci sono morti seppelliti e ne bare. Di recente ho scoperto la Chiesa di Sant'Anna in via Merulana a Roma dove fanno la Messa in latino ( con l'aggiunta graditissima di leggere anche il brano del vangelo in italiano oltre che l'omelia) eppure nonostante la pura e casta presenza delle suore quelle bare ai lati delle panche mi mettono inquietudine.

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