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lunedì 12 ottobre 2020

Coronavirus: chiudono chiese e Messe? I Vescovi sono desiderosi di farlo? Il Vescovo di Pinerolo è il primo!

Per due millenni la Santa Chiesa per bocca dei Sacri Ministri in occasione delle pubbliche calamità spronava i fedeli ad aumentare la preghiera. Le Litanie sono, ad esempio, l'espressione del dialogo orante della comunità cristiana:  corraborano la fede ed accendono il fuoco non spegnibile della speranza cristiana. Dopo la pessima figura dimostrata in occasione del lungo lockdown dei mesi scorsi vediamo ora con altrettanto disgusto l'altalena mediatica dei Pastori progressisti che pensano, e non si vergognano di renderlo noto, di "fare ricorso nuovamente a misure restrittive". Oltre dal "solito" vescovo di Pinerolo Monsignor Derio Olivero, anche il tiepido Segretario Generale della CEI, impaurito dal modesto , almeno per ora, aumento di decessi a causa del coronavirus, ha dichiarato che "occorrono interventi a vasto raggio". (leggi sotto) 
La Chiesa, che dovrebbe essere "un ospedale da campo", altro non sa fare che richiudere le chiese ed  annullare le celebrazioni eucaristiche? 
Ammiriamo, invece, il santo zelo pastorale  nelle recenti dichiarazioni di Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia che ha saggiamente ammonito con  cristiana franchezza: “Rischiamo d’essere un popolo sempre più disperso”. 
I  freddi ideatori delle frasi cervellotiche "spendibilità della fede e sospendibilità del culto" (leggi QUI) riescono a considerare, solo per un attimo, quali potranno essere gli effetti sulla popolazione dei germi della depressione  iniettati dalla richiusura delle chiese e dall'annullamento delle Sante Messe dell'imminente festa di Tutti i Santi, della pietosa commemorazione del Fedeli Defunti e soprattutto del prossimo Santo Natale? 
 
Luigi/AC 
 
Covid, vescovo di Pinerolo: "Se continua così si dovrà ridurre tetto massimo fedeli" 
di Elena Davolio 
 
"Se continua così, la prima misura che dovremo applicare in chiesa sarà quella della riduzione del tetto massimo dei fedeli. Non dico domani ma questa sarà la prima misura restrittiva da applicare se i contagi non si fermano”. 
Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, sintetizza in questi termini all’Adnkronos quello che nei prossimi giorni potrebbe accadere nelle chiese del Paese se la situazione non cambia. 
Del resto, anche il segretario generale della Cei, Stefano Russo, ieri, in un messaggio alla Consulta antiusura ha invitato alla prudenza perché “la pandemia non è ancora alle spalle. La continua risalita del numero dei contagi e, persino, delle vittime in Italia e in molti Paesi del mondo ne è una conferma. Ci rendiamo conto che, per far fronte alla situazione generata dal Covid, occorrono interventi a vasto raggio”. 
 
Il dialogo tra Vescovi e ministero dell’Interno con il comitato tecnico scientifico non si è mai interrotto in questi mesi ed è chiaro che se la situazione non dovesse cambiare, per dirla con monsignor Olivero, si dovrebbe fare ricorso nuovamente a misure restrittive. "La riduzione del tetto massimo dei fedeli - ribadisce il presule - sarà la prima misura da applicare. Per il resto, siamo allineati con altre strutture, attenti come scuola e uffici, dove c’è grande attenzione al rispetto delle norme. Lo ‘sbracamento’ è all’esterno e su questo bisognerà ancora lavorare. Non sono misure eccessive, sono giuste e vanno applicate, anche nello sport".
 
Anche nelle parrocchie la preoccupazione c’è e si fanno appelli ai fedeli ad affrontare la situazione con responsabilità per la salute di tutti, pure nella consapevolezza che oggi, per dirla con il vescovo di Pinerolo, che ha vinto la battaglia col Covid dopo essere stato intubato, "c’è una grande presa di coscienza. Credo che con la scuola siamo i più diligenti che è quello che si richiede di questi tempi". 
 
La Chiesa da subito ha messo in pratica serie indicazioni per tutelare la salute pubblica anche se è oggettivo che in tante chiese, oltre alla accelerazione del processo di secolarizzazione, si nota l’assenza degli anziani, le persone più a rischio, e anche dei bambini. 
In questo momento - riflette monsignor Olivero - ci potrebbe essere la riduzione del tetto massimo dei fedeli. Potrebbe essere questa, non dico domani ma se l’andamento continua, la prima misura restrittiva da applicare anche perché andando verso l’inverno non si potrà fare praticamente nulla all’esterno. Io sono convinto sia importante lavorare sulla mentalità, che ognuno si responsabilizzi e ovunque si usi lo stesso criterio. Diventerebbe pericoloso tornare al lockdown: sarebbe tremendo, dobbiamo quindi fare di tutto per creare una mentalità attenta che eviti di tornare indietro”. 
 
(di Elena Davolio) 
 
Fonte: Adnkronos QUI