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mercoledì 2 settembre 2020

Mons.Aupetit: "siamo ancora cristiani? È giunto il momento di sapere se amiamo veramente Gesù fino alla fine"

L'Arcivescovo di Parigi Mons. Michel Aupetit nella Messa di domenica scorsa ha rivolto l'interrogativo più arduo per i nostri tempi: "siamo ancora cristiani?
L'Omelia è un proseguo delle incisive  interrogazioni  cristologiche che stanno a cuore all'Arcivescovo:"... chi è Cristo per te? Una figura storica così affascinante che ha diviso in due la storia i paesi occidentali, ed oltre, tanto che generalmente in tutto il mondo si dice prima e dopo Gesù Cristo? ... Chi è questo Cristo, questo Messia, per il quale da 2000 anni tanti uomini e donne hanno lasciato tutto per seguirlo?  " ( Cfr. Omelia per le Ordinazioni Sacerdotali del 27 giugno 2020 a Saint-Sulpice QUI  )
AC

Omelia 
di S.E.R. Mons. Michel Aupetit 
Arcivescovo Metropolita di Parigi
 nella Messa a Saint-Germain l’Auxerrois (Paris 1er) 
Domenica 30 agosto 2020 

Ger. 20, 7-9 ; Salmo 62,2-6.8-9 ; Rm 12,21-27 ; Mt 16,21-27 

È difficile essere cristiani. 
Siamo spesso appellati persone antiquate, perdenti, fuori dal loro tempo perché non
siamo al passo con il mondo. 
Di fatto, però, se osserviamo la storia, siamo in realtà sempre stati al passo con il mondo.

Al di là della versatilità delle opinioni, sempre fluttuanti, della maggioranza della gente, il cristianesimo si basa solo sul Vangelo ed ha in Cristo il suo unico punto di riferimento. 
Cristo non è un'opinione. 
Cristo è una persona, una persona divina al di là del tempo e dello spazio. 
Questo è il motivo per cui i cristiani non possono essere come le  pecore (stolte) di  Panurgo
I cristiani sono uomini e donne liberi.

Direi anche che i cristiani sono le chiome graffianti del mondo. 
In altri tempi taluni sono stati appellati profeti: noi ora lo siamo realmente mediante il nostro battesimo che ci ha costituiti sacerdoti, profeti e re. 

Quante volte ci piace essere controcorrente? 
Non troppo, perché non siamo provocatori come lo sono stati alcuni. 
Come Geremia soffriamo però nel vedere i nostri fratelli  quando si allontanano , deviando, dal Vangelo di Cristo.

Il profeta Geremia ci dice: "Tutti ridono di me". Ma spiega perché persiste nel suo ruolo di profeta: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;mi hai fatto violenza e hai prevalso.Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;ognuno si beffa di me.Mi dicevo: «Non penserò più a lui,non parlerò più nel suo nome!».Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente,rattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo,ma non potevo”(Ger. 20,7.9). 
È quindi in nome di questo amore del Signore, nel nome del nostro amore di Cristo che siamo fuori passo (con il mondo).


Siamo ancora cristiani? 
Per questo dobbiamo rispondere a questa domanda: dimmi chi ami e ti dirò chi sei. 
C'è una scelta ed è una scelta d'amore. 
Come dice sant'Agostino: "Il grande compito della vita deve essere scegliere con saggezza cosa amare". 

Amare Gesù è ascoltarlo che ci dice come ai suoi discepoli in questo Vangelo: "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua ".

Amare è rinunciare a se stessi per amore.

È giunto il momento, credo, di sapere se amiamo veramente Gesù fino alla fine, al punto di entrare nella volontà di Dio per cambiare il mondo cambiando prima noi stessi

+ Michel Aupetit
Arcivescovo di Parigi.


Fonte: Arcidiocesi di Parigi QUI