Un Sacerdote fedele alla sua vocazione.
Chi ha avuto l'onore di conoscerlo o di incontrarlo nel centro di Roma è rimasto colpito dall'aura di quel Sacerdote: la veste religiosa "all'antica" e il Breviarium Romanum che portava sempre con sé.
Chi ha avuto l'onore di conoscerlo o di incontrarlo nel centro di Roma è rimasto colpito dall'aura di quel Sacerdote: la veste religiosa "all'antica" e il Breviarium Romanum che portava sempre con sé.
AC
8 agosto 2014 Muore a Roma, all'età di 99 anni, p. Jean-Marie Charles-Roux, dell'Istituto della Carità.
Nato a Marsiglia il 12 dicembre 1914 in una famiglia di diplomatici ed entrato anche lui, dopo gli studi alla Sorbona, nel servizio diplomatico, durante la seconda Guerra mondiale fu richiamato su diversi fronti, fino a diventare ufficiale traduttore del gen. De Gaulle e collaboratore del gen . Wilson nella pianificazione della liberazione del sud della Francia da parte degli Alleati.
Battutosi fieramente contro la "tonsura" delle donne accusate di
collaborazionismo dopo la fine dell'occupazione tedesca, era stato inviato come segretario dell'ambasciata francese ad Atene alla fine del conflitto.
Dopo alcuni anni, colto dalla vocazione religiosa, era entrato nell'Istituto dei Padri Rosminiani, nonostante la violenta opposizione del padre, frattanto promosso Ambasciatore presso la S. Sede, che non condivideva la scelta del figlio, massimamente perchè l'ingresso in un istituto religioso gli avrebbe in ogni caso sbarrato la carriera ecclesiastica.
Solo l'intervento personale di Pio XII mitigò l'opposizione paterna, tanto che nel 1954 - all'età di 40 anni - veniva ordinato sacerdote professo dell'Istituto della Carità.
Inviato come cappellano a Londra della chiesa di S. Ethelreda d'Ely, e lì direttore spirituale dei duchi di Kent, cugini cattolici della Regina, vi rimase sino al 1999, anno in cui si ritirò a Roma, presso la sorella Cyprienne, principessa Del Drago.
Legittimista e sostenitore della beatificazione di Maria Antonietta, ed a tal fine scrittore di alcune pubblicazioni tra gli anni Settanta e Novanta, nel 2004 divenne cappellano della troupe che girava "La Passione di Cristo" di Mel Gibson e nel 2008 collaborò alla stesura del "Libro nero della Rivoluzione Francese", sotto la direzione di Renaud Escande.
Fautore del rito tridentino, subito dopo la pubblicazione del Messale nuovo, si rivolse a Paolo VI per ottenere un indulto personale, circostanza che ricordava come di seguito: "Così scrissi a papa Paolo (VI), che avevo conosciuto quando era ancora il cardinal Montini, e dissi, Santo Padre, o mi permette di celebrare la vecchia messa oppure lascio il sacerdozio e sposo la prima bella ragazza che incontro."
Il pontefice, accordando l'indulto, gli rispose "Non ho mai interdetto la Messa tridentina, ma non ho fatto altro che offrire una alternativa."