Notizia segnalataci poco fa da un lettore, che ringraziamo. La foto si riferisce alla Diocesi di Bergamo (!) ma le caritas diocesane coinvolte sono 218.
Un commento critico su questa iniziativa (pur riconoscendo in nuce un elemento di positiva iniziativa) che affianca la "croce di Cristo" ad un marchio di un bene di extralusso (Porsche) si può leggere qui su infoaut .org. (14.6.2020)
Un commento critico su questa iniziativa (pur riconoscendo in nuce un elemento di positiva iniziativa) che affianca la "croce di Cristo" ad un marchio di un bene di extralusso (Porsche) si può leggere qui su infoaut .org. (14.6.2020)
Si vedano dettagli qui su auto.moto.it (notizia del 9.6.2020).
Roberto
Per ogni nuova Porsche consegnata fino al 10 agosto, infatti, Porsche Italia e i sui concessionari devolveranno alla Caritas Diocesana del territorio di appartenenza del Centro Porsche una somma che, a scelta del cliente, sarà destinata ad aiutare 40 famiglie o 10 ragazzi, per contrastare la povertà alimentare o la povertà educativa.
Protagonisti dell’iniziativa benefica saranno i 30 Centri Porsche della rete italiana, in
coordinamento con le 218 Caritas Diocesane sparse su tutto il territorio nazionale. Sinora sono state 1.160 le famiglie aiutate da Porsche e caritas, insieme a 290 ragazzi.
Porsche e Caritas contribuiscono all’acquisto di strumenti digitali che favoriscono la scolarità a distanza come pc, tablet, stampanti, alla promozione di opere di socializzazione e insegnamento e alla fornitura di beni di prima necessità per le famiglie bisognose.
«Questa volta per vincere non dobbiamo lasciare indietro nessuno», ha commentato in una nota ufficiale Pietro Innocenti, ad di Porsche Italia: «La ripartenza ha bisogno del contributo e del coinvolgimento di tutti. È necessario aiutare i più deboli a ritrovare dignità e voglia di ripartire».
Chissà se è per restituire il "favore" ricevuto qualche anno fa di affittare la cappella sistina per un loro evento privato?
RispondiEliminaNon sono un fan della Caritas ma non vorrei che (indirettamente) passasse il messaggio che certi marchi di cosiddetto "lusso" siano da demonizzare. Esiste anche una richiesta di certi beni, è quindi economicamente sano e naturale che ci siano aziende che producono i suddetti beni, e che danno lavoro a tanti operai, per non parlare dell'indotto.
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