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sabato 4 luglio 2020

Il pluri inquisito Zanchetta di nuovo all'Apsa?

QUI MiL su uno dei protetti del S. Padre Francesco.
Inquisito per abusi sessuali e altro.
Luigi



Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con colpevole ritardo ci occupiamo di un qualcosa che ai miei occhi è molto significativo di un modo di agire consolidato. Mi riferisco a una notizia data da Crux, un sito americano, qualche giorno fa: e cioè il ritorno al lavoro all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) di Gustavo Zanchetta, il vescovo di Orano (dal 2013 fino al luglio 2017) sotto processo nel suo Paese per molestie sessuali verso seminaristi. Zanchetta scomparve improvvisamente dalla sua diocesi in maniera davvero repentina, e riemerse a Roma, dove papa Bergoglio creò per lui un incarico mai esistito prima: quello di Assessore all’APSA. Ora l’APSA è un ente di grande importanza per la Santa Sede, è il custode del suo “tesoretto” mobiliare e immobiliare. Da notare che fra le critiche rivolte a Zanchetta nella sua diocesi c’era anche quella di aver creato dissesti economici e di gestione. Un curriculum perfetto per un nuovo posto, apicale, alla cassaforte della Santa Sede…
Ma Zanchetta è stato di grandissimo aiuto al card. Jorge Mario Bergoglio quando questi era presidente della Conferenza Episcopale Argentina. E fu una delle prime nomine episcopali di Francesco subito dopo l’elezione al Soglio di Pietro. Zanchetta è stato sospeso dal suo incarico in Vaticano il 4 gennaio del 2019.

Vedremo poi la questione degli abusi. Ma in Argentina, Zanchetta è accusato di aver frodato lo Stato: dai documenti pubblici, secondo quanto riporta Crux, risulta che Zanchetta ha ricevuto oltre un milione di pesos, quasi 250mila dollari all’epoca, dal governo provinciale per il restauro di una canonica parrocchiale e per una serie di conferenze nel seminario locale, eventi che non hanno mai avuto luogo. E dopo diversi avanti e indietro fra Roma e l’Argentina, Zanchetta, che abita a Santa Marta, residenza anche papale, è stato reintegrato al suo posto; le cui competenze non è chiaro quali siano.

Il Vaticano ha dichiarato ufficialmente che le accuse di abusi sessuali non erano note fino a dopo la nomina di Zanchetta ad Assessore. Questa dichiarazione è stata fatta dal Direttore della Sala Stampa ad interim, Alessandro Gisotti. .

Alessandro Gisotti, ha dichiarato il 4 gennaio che le denunce per abusi sessuali nei confronti di seminaristi non era note fino a dopo la nomina. Il giornale El Tribuno di Oran però ha immediatamente confutato questa informazione e ha citato però diversi preti della diocesi. Costoro affermano che una denuncia in questo senso era stata presentata alla Nunziatura Apostolica già nel 2015, e che dell’argomento degli abusi di Zaanchetta si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Una smentita in piena regola, che rende imbarazzante, anche adesso, l’aperto favore di cui gode presso il Pontefice il presule argentino.

Motivi di salute furono ufficialmente la causa della partenza repentina di Zanchetta; ma El Tribuno ha pubblicato i motivi per cui Zanchetta ha inaspettatamente lasciato il vescovado di Orano: tre preti della sua diocesi lo avevano denunciato nel 2015 presso la Nunziatura dalla cattiva gestione economica, abuso di potere e l’abuso sessuale dei seminaristi di cui era responsabile.I preti, che erano già stati lasciati con “gusto amaro” dall’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse, hanno smentito i tempi riportati dal Vaticano. “Sembra che si desideri proteggere il Papa, così è stato detto che gli abusi sono stati dopo, ed è stata una delle cause per cui lo hanno destituito” ha lanciato uno dei sacerdoti di Orano che ha chiesto di non citare il suo nome il suo nome per paura di rappresaglie. “Il comunicato da là in alto (Roma, N.d.R.) era molto debole perché cercano di proteggere Francesco, che in un certo modo lo ha coperto”, ha aggiunto un altro sacerdote della diocesi.

Entrambi i religiosi sono stati chiari con i tempi e hanno convenuto che nelle conversazioni interne del clero le denunce sono note “dal 2015, quando è stata fatta la prima denuncia”. La denuncia è stata presentata al Nunzio, che di sicuro l’ha fatta pervenire a Roma. Quindi niente di più facile che controllarne la veridicità.

Ma è evidente che Zanchetta gode di protezione speciale. E non da ora. Il quotidiano argentino, “El Tribuno” il primo che aveva fatto esplodere il caso Zanchetta, ha pubblicato documenti che dimostrano come vescovi, il cardinale Primate di Argentina, il Nunzio il Vaticano e il Pontefice in persona sin dal 2015 fossero a conoscenza del caso del vescovo sui cui oggi pende una pesante accusa di abusi. Il caso nei giorni scorsi è arrivato in tribunale, con la denuncia penale sporta da vittime dell’ex vescovo di Oran. Dalle fotografie di una relazione del 2016, firmata da cinque sacerdoti, di cui tre ex vicari diocesani, appare chiaro che Gustavo Zanchetta era accusato non solo di avere sul suo cellulare foto oscene di sesso omosessuale, ma di molestie ai seminaristi, di non aver registrato la vendita di una proprietà importante della diocesi e di cattiva gestione sia delle finanze che del personale di Oran.

Dalla relazione, di cui El Tribuno è venuto in possesso e di cui ha pubblicato le foto, si evince che come la diocesi scoprì in maniera casuale foto di Zanchetta e di altri nudi e in atteggiamenti molto espliciti. Il cancelliere vide quelle foto mentre scaricava sul pc alcune immagini istituzionali dal cellulare di Zanchetta, un’operazione che lo stesso Zanchetta, dimentico che oltre a foto di una cerimonia ce n’erano anche altre, di ben altro genere, gli aveva commissionato. E da lì è partito tutto; il cancelliere ha avvisato le autorità, in primis il Vicario generale. Subito dopo sono stati coinvolti mons. Marcelo Colombo, l’arcivescovo di Salta Mario Cargnello, il Primate card. Poli, arcivescovo di Buenos Aires la nunziatura, e il Pontefice. Nell’ottobre del 2015 Gustavo Zanchetta è stato convocato urgentemente a Roma; e tutti pensavano nella diocesi che si trattasse di qualche cosa legata al Sinodo della Famiglia, visti i rapporti stretti che lo legavano a Jorge Mario Bergoglio sin da quando quest’ultimo era cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale argentina. Zanchetta rientrò a Oran, senza che fosse accaduto nulla: si ignora che cosa si siano detti con il Pontefice, ma c’è chi afferma che il vescovo abbia sostenuto che le foto erano truccate. E ora è tornato al suo posto, e non si sa nulla di una ventilata inchiesta vaticana, che avrebbe dovuto partire da tempo….