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lunedì 27 aprile 2020

Coronavirus, la Chiesa maronita attacca chi è contrario alla comunione in mano

Una notizia interessante e preoccupante dal Libano.
Felicemente gruppi di fedeli rifiutano la S. Comunione in mano.
Purtroppo l'articolo prende - in qualche modo - posizione contro questi fedeli, tra l'altro non capendo che prendere in mano la S. Comunione rischia di avere pericoli medici ben maggiori che la distribuzione nel modo tradizionale
Luigi

di Fady Noun, Asia News, 17-3-20

Beirut (AsiaNews) - Nel mezzo della Quaresima, un periodo di intense preghiere liturgiche, le precauzioni e le misure di contenimento contro la diffusione dell’epidemia di coronavirus si imbattono contro abitudini ben radicate nelle chiese del Libano.

La decisione della Chiesa maronita di rendere obbligatoria la comunione nella mano, presa il 4 marzo, ha sorpreso i fedeli, che si sono adattati, a volte rassegnati, e la prendono per quello che è, una misura provvisoria, nell’attesa della fine dell’epidemia. Tuttavia, la decisione è stata respinta con forza da una corrente tradizionalista perché
“contraria alla vera fede”. I suoi sostenitori chiedono che non sia obbligatoria, contestando il fatto che alcune parrocchie, in risposta alle richieste del governo, hanno deciso di sospendere tutte le messe e le attività di gruppo come cori, le escursioni, le feste, le fiere, le mostre e i concorsi. 
I greco-cattolici hanno autorizzato la comunione nelle mani, pur lasciandola facoltativa. All’arcivescovado greco-cattolico di Beirut, domenica scorsa si sono formate due file di fedeli, con l’arcivescovo Georges Bacouni che al momento della comunione ha lasciato libera scelta fra la comunione tradizionale e quella nelle mani. “La maggior parte dei fedeli - ha precisato l’arcivescovo raggiunto al telefono - hanno scelto di ricevere la comunione come sempre”. Tuttavia, altri gesti liturgici come quello di abbracciare il Vangelo o le icone, e il gesto di pace, sono state saltate e i fedeli hanno cercato, per quanto possibile, di mantenere una certa distanza fra loro. 

Presso i greco-ortodossi, una comunità patriarcale legata a Damasco ha raccomandato ieri sera una collaborazione totale delle Chiese con le autorità civili nella lotta contro il coronavirus. All’atto pratico, risultano sospese tutte le attività ma non le messe, alle quali i fedeli possono partecipare in modo libero. In ogni caso sono previsti momenti determinati e prestabiliti per la comunione. In altre parole, questa comunione sarà concessa in modo indipendente rispetto alla funzione religiosa, o sarà separata da essa, ma su questo punto il testo resta assai vago. 

Scandalo ad Ajaltoun

In seno alla Chiesa maronita, si è verificato un incidente durante la messa domenicale dell’8 marzo scorso nella chiesa di Mar Zakhia (san Nicola) ad Ajaltoun (Kesrouan). Insensibili alle raccomandazioni del sacerdote, e in nome di una devozione scrupolosa del Santissimo sacramento, i fedeli si sono opposti in modo deciso al carattere obbligatorio della comunione in mano. “Noi siamo la Chiesa” hanno gridato i contestatori, in risposta al prete che reclamava obbedienza alla Chiesa. L’alterco con il celebrante ha portato alla sospensione della funzione religiosa. 
[...]

1 commento:

  1. Premettendo che è più devozionale riceverla in ginocchio non è comunque biblico affermare che sia sacrilega in mano perchè Cristo dice "PRENDETE e mangiatene tutti". Per il resto smettiamola di considerare l'ostia come una droga, perchè nelle chiese tradizionali si assiste a certe scene di fariseismo e vanità ostentativa di gente buttata in ginocchio per 40 minuti che se vai poi a vedere come si comportano sono i peggio maliziosi/e e peccatori/trici. Non si strumentalizza Dio per mettersi in mostra ed innalzare se stessi il problema è che a certe bocche di serpente la comunione non andrebbe proprio data.

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