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mercoledì 29 gennaio 2020

Università di Harvard: la Chiesa, abbassare la qualità fa fallire

Un'intelligente riflessione da Stilum Curiae.
Preghiamo per il S. Padre Francesco affinché lui e noi tutti possiamo venire illuminati dallo Spirito Santo
Luigi

19 Gennaio 2020

[...]
Nell’omelia alla messa di stamattina il sacerdote ha fatto una lunga considerazione sulla divisione che esiste all’interno delle religioni (che implicitamente dovrebbero avere uno stesso dio), all’interno di quelle monoteiste (fatto più grave), all’interno di quelle cristiane (fatto gravissimo) e persino all’interno del cattolicesimo, dove frange minoritarie di tradizionalisti si oppongono al Pontefice (fatto imperdonabile).
Perciò, ha concluso, dobbiamo capire ed operare di conseguenza. Non convertendo, bensì uscendo, ascoltando, comprendendo e aprendosi.
Vorrei proporre una similitudine, che spero possa essere comprensibile, apprezzabile ed utile.

All’Università di Harvard, si racconta la seguente storiella agli studenti del primo anno di MBA per stimolarli a non fare “i pierini” appena appreso lo strategic portfolio (le basi cioè della strategia).

Per stimolarli a intendere che, sbagliando diagnosi strategica e agendo di conseguenza, si provocano proprio i misfatti che si sarebbero voluti evitare al momento in cui si son prese decisioni.

La lezione (che anticipo) per noi cattolici è che, sbagliando la diagnosi morale su come il mondo pretende di essere evoluto grazie alla scienza e alla tecnica; pensando di dover quindi relativizzare la propria fede perché non venga rifiutata dal mondo o per non scontrarsi con altre fedi; bene rischiamo non solo di perdere la fede stessa, ma anche di non servire più a nulla, non produrre più nulla di buono per il prossimo.

Con un maggior rischio di venir disprezzati dalle altre fedi che ci conquisteranno. La storiella su cui riflettere è questa (la sintetizzo al massimo).

Siamo in USA, anni ’50, un geniale immigrato europeo, con gran senso di imprenditorialità, avendo capito come soddisfare i bisogni del lunch (pranzo) degli impiegati di Wall Street, avvia una attività di vendita ambulante (con il carrettino) di hot dog.

Si approvvigiona delle migliori materie prime (salsicce, pane e senape), stabilisce prezzi più che adeguati ed è gentile e servizievole.

Dopo un decennio è il leader incontrastato di Wall Street, ci sono file lunghissime (ma soddisfatte rapidamente ) ai suoi, ormai tantissimi, carrettini.

Un suo collaboratore entra in lite (per questione di soldi) con lui e con un pretesto avvia una attività concorrenziale, ma low cost.

Passano altri 10 anni, il nostro imprenditore manda il figlio a studiare ad Harvard nell’intento di fare un progetto di crescita e quotare in borsa l’attività fiorente (nonostante il competitore low cost).

Il figlio esce laureato da Harvard, il padre gli chiede di fare analisi strategica e piano strategico del loro business, competitori e successo futuro. Il figlio dopo 6 mesi convoca il padre e gli spiega che il loro business è insostenibile in futuro, destinato a fallire. Wall Street è cresciuta e cambiata. I loro clienti tradizionali, secondo la sua diagnosi (sbagliata), avranno meno soldi da spendere, stanno diventando meno pretenziosi, ricevono da parte loro una qualità troppo superiore al prezzo, ma non solo. Il primo concorrente low cost, continua ad avere quota di mercato ed a crescerla in altri segmenti offrendo prodotto sempre più scadente. Altri concorrenti, a sempre maggior low cost, sono apparsi a tutti gli angoli delle strade.

E’ ora di cambiare modello di business adattandosi al mercato anziché guidarlo, perciò: minor qualità materie prime e dei prodotti, minor servizio e perciò minori prezzi, più competitivi dei concorrenti. Conclusione, dopo altri 6 mesi, chiude bottega. E il commento finale del figlio è: papà te lo avevo detto che questo business era insostenibile….

Spero di aver illustrato la similitudine della nostra chiesa, che già subì la concorrenza della riforma protestante e poi non capì le sfide del mondo moderno, adattandosi anzichè influenzarlo insegnando che la morale cattolica è la migliore,la più vera e valida, indispensabile in ogni tempo e circostanza. Adattarsi a supposte pretese del mondo significa ammettere che non si è stati capaci di “formare “ l’uomo a saper vivere nel mondo senza diventare mondano. Non si è riusciti a convertirlo. La realtà è solo il risultato di cattiva dottrina e magistero. Riconoscere che tutte le religioni son uguali significa non solo aver perso la fede e decidere di voler perdere l’uomo, ma significa esser disintermediati da fedi con un dio relativo,da fedi senza dio, da non fedi. Perciò oggi questo mondo, deluso da una chiesa che dimostra di pensare così, trova ragioni di speranza in un risveglio di Ratzinger, in una dichiarazione di fede di Sarah, in una denuncia di Viganò. Ed esulta.

3 commenti:

  1. Con Francesco la Chiesa ha sostituito la Parola con l'Udito.

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  2. Ciotti ... se lo conosci lo eviti.

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  3. Beh, se Bergoglio pensa veramente questo perché non si dimette? In tal modo faciliterebbe l'ecumenismo, velocizzando la creazione di un'unica grande religione liquida. La stessa esistenza di un Papa ostacola il programma...

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