Una bella citazione di S. Alfonso Maria de' Liguori, ripresa da Il Cammino dei Tre Sentieri.
Se ritornasse oggi penso prenderebbe la frusta.
Luigi
3 GENNAIO 2020
Cari pellegrini, leggiamo cosa scrive sant’Alfonso a proposito della devozione che dovrebbe animare ogni sacerdote nella celebrazione della Messa. Cosa scriverebbe oggi?
[…] nel celebrare la Messa è necessaria la riverenza e la devozione. È noto che l’uso del manipolo fu introdotto per comodo di asciugare le lacrime poiché anticamente i preti, celebrando, per la devozione non facevano altro che piangere. Già si è detto che il sacerdote all’altare rappresenta la stessa persona di Gesù Cristo […]. Ma […] parlando del modo nel quale dicono la Messa la maggior parte dei sacerdoti, bisognerebbe piangere, ma piangere a lacrime di sangue! È una compassione, diciam così, veder lo strapazzo che fanno di Gesù Cristo molti preti e religiosi e anche taluni di ordini religiosi riformati.
Si osservi con quale attenzione ordinariamente dai sacerdoti si celebra la Messa. A costoro bene starebbe detto quel che rimproverava Clemente alessandrino ai sacerdoti gentili, cioè ch’essi facevano diventar scena il cielo, e Dio il soggetto della commedia: O impietatem! scenam coelum fecistis, et Deus factus est actus. Ma no, che dico, commedia? oh che attenzione ci metterebbero questi tali, se dovessero recitare una parte in commedia! E per la Messa che attenzione vi pongono? Parole mutilate, genuflessioni che sembrano piuttosto atti di disprezzo che di riverenza, benedizioni che non si sa che cosa siano, si muovono per l’altare e si voltano in modo che quasi muovono a ridere, complicano le parole colle cerimonie, anticipandole prima del tempo prescritto dalle rubriche; […] Tutto avviene per la fretta di finir presto la Messa. Come dicono alcuni la Messa? come se la chiesa stesse per crollare o stessero per venire i corsari e non ci fosse tempo di fuggire. Sarà stato due ore a ciarlare inutilmente o a trattare faccende di mondo, e poi tutta la fretta dove la mette? a dir la Messa. E nel modo poi con cui questi tali la cominciano così procedono a consacrare e a prender tra le mani Gesù Cristo e a comunicarsi con tanta irriverenza come se fosse in realtà un pezzo di pane."
Si osservi con quale attenzione ordinariamente dai sacerdoti si celebra la Messa. A costoro bene starebbe detto quel che rimproverava Clemente alessandrino ai sacerdoti gentili, cioè ch’essi facevano diventar scena il cielo, e Dio il soggetto della commedia: O impietatem! scenam coelum fecistis, et Deus factus est actus. Ma no, che dico, commedia? oh che attenzione ci metterebbero questi tali, se dovessero recitare una parte in commedia! E per la Messa che attenzione vi pongono? Parole mutilate, genuflessioni che sembrano piuttosto atti di disprezzo che di riverenza, benedizioni che non si sa che cosa siano, si muovono per l’altare e si voltano in modo che quasi muovono a ridere, complicano le parole colle cerimonie, anticipandole prima del tempo prescritto dalle rubriche; […] Tutto avviene per la fretta di finir presto la Messa. Come dicono alcuni la Messa? come se la chiesa stesse per crollare o stessero per venire i corsari e non ci fosse tempo di fuggire. Sarà stato due ore a ciarlare inutilmente o a trattare faccende di mondo, e poi tutta la fretta dove la mette? a dir la Messa. E nel modo poi con cui questi tali la cominciano così procedono a consacrare e a prender tra le mani Gesù Cristo e a comunicarsi con tanta irriverenza come se fosse in realtà un pezzo di pane."
Gesù li avrebbe presi a calci nei denti.
RispondiEliminaMamma mia! Ma chi è quel deficiente che canta sull'altare?
RispondiEliminaAvete ricordato un grande per santità, cultura teologica, artistica e giuridica. Le sue 'Visite al Santissimo Sacramento' e 'Le glorie di Maria' sono un capolavoro di insegnamenti devozionali spiegati con una profondità teologica comprensibile a tutti; hanno nutrito la fede di tante generazioni di fedeli fino al CVII e al parto mostruoso della riforma liturgica che hanno riso della spiritualità alfonsiana, come degna di donnette bigotte. Oggi la cultura cattolica viene disprezzata da coloro, che sembra ripetano la scusa della volpe della favola antica che dice acerba l'uva che non riesce a prendere perche troppo in alto per le sue capacità. I grandi evangelizzatori sono stati tutti di somma e viva cultura, nutrita non di semplice erudizione ma soprattutto di fede intelligiente della Rivelazione. Oggi S. Alfonso constaterebbe che quella sciatteria di tanti preti dei suoi tempi, divenuti sacerdoti per sbarcare il lunario, si è, molto più gravemente, trasformt in profanazione per miscredenza ideologica anticristiana e anticattolica. ( E.F.)
RispondiEliminaTutte le Opere Ascetiche di Sant'Alfonso sono di una bellezza indicibile.
RispondiEliminaMi piace di ricordare in modo particolare altri due tesori:
"Pratica di amar Gesù Cristo" e "Apparecchio alla morte".