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Il canto della Kalenda nella liturgia romana

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venerdì 8 novembre 2019

I preti ortodossi, loro sì che hanno le... spade.

Sui social, che come ha detto "Father Z" (al convegno di Paix Liturgique a Roma, organizzato in occasione del recente Pellegrinaggio Internazionale Populus Summorum Pontificum 2019), sono i nuovi "blog", i blog 2.0 del presente e del futuro, abbiamo trovato un video divertente. Che tanto avrebbe da insegnare ai nostri tiepidi e spesso sbiaditi (nello spirito e nel carattere) preti. 

Sulla pagina Twitter di RT (un global social network diffuso tanto in Russia quanto in Francia, Regno Unito e altrov) è stato pubblicato un VIDEO che mostra un sacerdote ortodosso, maestro di Aikido, che mostra, in palestra, agli allievi come allenarsi con le spade. 

Vorrei vedere se nella chiesa di questo pope avessero chiesto di "venerare" una Pachamama. Ho idea che l' "iconoclasta" Alexander Tschugguel (qui e qui) e il piromane sacerdote mexicano don Don Hugo Valdemar Romero in confronto sembrerebbero ingenui "rubricisti". 

Roberto

lo stesso prete, rivestito dei paramenti sacri, durante una Messa in rito ortodosso,:




9 commenti:

  1. La Chiesa Ortodossa non ha avuto un CVII e basta entrare in una chiesa ortodossa o assistere ad una Divina Liturgia per accorgersi che clero e fedeli credono veramente e profondamente in Gesù Cristo e non in altri ritrovati elaborati a tavolino da uomini al servizio della Massoneria Internazionale, come è accaduto col CVII. La verità è questa, che piaccia o non piaccia poco importa. Purtuttavia i tentativi di modernizzare e quindi di distruggere la Chiesa Ortodossa sono stati e sono numerosissimi. E a codesti tentativi, provenienti guarda caso per lo più dagli Stati Uniti, ma non particolarmente da clero e fedeli ortodossi, aderisce in una certa misura il Patriarca Bartolomeo. In Russia, per quel che mi è dato di conoscere, ogni tentativo in senso modernista è assai mal visto. Peraltro chi ha seminato il veleno nella Chiesa Cattolica non desisterà mai dal fare altrettanto riguardo all'Ortodossia. I cattolici hanno ceduto da tempo alle sirene del mondo moderno, ben prima del CVII (vedere Il tempio del Cristianesimo di Attilio Mordini). Quanti San Pio X, Emmanuel Barbier, etc... avremmo dovuto e dovremmo avere per ribaltare l'attuale situazione! Comunque sia, DIO VEDE E DIO PROVVEDE.

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  2. Noi avevamo don Camillo che non era il solo, ma uno tra i tanti sacerdoti battaglieri quando si trattava di difendere la dottrina e le Istituzioni della Chiesa e gli stessi fedeli, ora abbiamo dei don Abbondio, pavidi e/o adeguati, che fuggono davanti all'aggressione dei nemici di Cristo, quando non la benedicono apertamente con lo psicopatologico e/o subdolo suicida senso di colpa inaugurato con il CVII, sempre più aggravatosi, fino al compromesso dottrinale e morale e all'abbandono del popolo di Dio, preda del satanico nemico. Guai a quei sacerdoti coraggiosi che non lo accettano; saranno emarginati, puniti e, se ancora chierici, cacciati.

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  3. Ottima iniziativa. L'Aikido è una Via marziale (come anche tante altre) che insegna la presenza a se stessi, dunque la padronanza di sé, ed anche lo spirito di onestà, rettitudine, lealtà e servizio. Le Vie marziali in genere sono Discipline utilissime alla ricerca dell'armonia interiore ed esteriore. Dovrebbero essere introdotte nelle scuole e nei seminari. Esse valorizzano il silenzio della mente e l'applicazione del corpo all'azione equilibrata, nonché il rispetto altrui e la propensione ad evitare il più possibile la conflittualità che s'annida nel cuore umano. Tutto sommato sono molto "cristiane" poiché propongono prima di tutto un combattimento purificatore interiore di cui il combattimento nel luogo della Disciplina (Dojo in giapponese) è simbolo concreto. Si può dire che tali Discipline insegnano a guardare la trave che si ha nel proprio occhio prima della pagliuzza nell'occhio altrui. Bravissimo il prete ortodosso!

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  4. Peccato che l'aikido abbia una matrice pagana di tipo shintoista il nome è già chiarificatore: ai(amore)ki(energia cosmica)do(via) = via dell'unificazione con l'universo.
    Mi vedere spiace che certe idee abbiano infettato anche gli ortodossi.

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    1. Le Discipline marziali giapponesi costituiscono un sincretismo non infelice di Shintoismo, Buddhismo e Taoismo, ma in nessun caso il Praticante è obbligato dogmaticamente verso tali Tradizioni nelle quali, in un modo o nell'altro, è contemplata la Trascendenza. Il Praticante resta libero di eleggere come punto di riferimento la Divinità in cui crede. Quindi anche il cristiano può tranquillamente esercitarsi in tali Discipline o Vie, le quali vantano una peculiarità di non poco conto, e cioè l'impegno della mente e del corpo nella realizzazione dell'armonia interiore ed esteriore. Come dire che non basta "parlare" delle virtù ma occorre praticarle attraverso il comportamento. Quanto al Ki o energia cosmica, essa non è niente altro che l'Energia creatrice e vivificante, quindi divina e trascendente, da cui scaturiscono l'Universo e l'Uomo, la cui amorosa corrispondenza è evidentemente indispensabile. Il Cantico delle creature insegna. Vedere un'infezione in tali Discipline è un grosso limite.

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    2. Sono lo stesso anonimo delle 8:39

      Mi scuso per l'estrema sintesi della risposta. E' argomento che richiederebbe molto tempo e spazio per esserer sviscerato a dovere.

      "Quanto al Ki o energia cosmica, essa non è niente altro che l'Energia creatrice e vivificante, quindi divina e trascendente, da cui scaturiscono l'Universo e l'Uomo."
      Attenzione che in questa concezione si nidifica un'idea monofisita della divinità tutt'altro che cristiana. In più nelle filosofie orientali non esiste il concetto di creazione dal nulla ma di maya cioè creazione come sogno delle divinità e illusione per l'uomo; da qui l'idea della reincarnazione come via per tornare al nirvana.

      Per quel che riguarda l'idea di trascendenza nell'aikido cito un insegnamento del fondatore Ueshiba che per spiegare ai suoi allievi le direzioni del movimento del braccio nel ketatekosatori kokyunage (su, giù, su) usava queste parole: acqua, fuoco, aria.

      Il fatto che non ci sia obbligo dottrinale (più che dogmatico) è mio avviso irrilevante. Visto che compiere questo tipo di discipline influenza in modo inconscio la concezione di trascendente del praticante, i movimenti dell'allenamento influenzano la concezione dell'essere , è una sorta di pregliera
      fatta con i gesti più che con le parole.
      Io personalmente preferisco inginocchiarmi, prostrarmi inchinarmi davanti al Santissimo.

      Dopo alcuni anni di studio dell'aikido fatti in gioventù ho appreso alcune cose buone, ma ho anche capito che uno studio che ha come sottofondo una tale idea di trascendenza alla lunga accresce l'idea di saper interpretare intuitivamente il comportamento degli altri e di saperlo condizionare, cosa questa che esalta l'io e riduce ai minimi termini la virtù più importante per conoscere Dio: l'umiltà.

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    3. Anonimo 08:39 e 17:53 fa delle osservazioni appropriate, anche perché sorrette da un'esperienza giovanile in Aikido. Da quarantennale praticante di Iaido (l'arte dell'estrazione della spada) posso però confermare che, almeno per quanto mi riguarda, la mia concezione cattolica del Trascendente non solo non è mutata ma è diventa assai più consistente e soprattutto ineffabile, ciò che, certamente, non "esalta l'io e riduce ai minimi termini la virtù più importante per conoscere Dio: l'umiltà". Quando Anonimo dice che si tratta di una sorta di preghiera fatta con i gesti più che con le parole" evidenzia un particolare importantissimo della Disciplina che induce a moderare, se non proprio ad eliminare, pensieri e parole in cui, stavolta sì, facilmente s'annida l'io, ancorché pensieri e parole siano dotti e forbiti. Come dire che tutta la conoscenza intellettuale, abilissima nel trovare una risposta (teorica) per tutto, non può fare nemmeno un passo in avanti riguardo ala virtù dell'umiltà e quindi della fede. D'altra parte Lo stesso Anonimo afferma: "Io personalmente preferisco inginocchiarmi, prostrarmi inchinarmi davanti al Santissimo": ora, che altro è la genuflessione se non una preghiera (forse la più importante per un Cattolico?) fatta con un gesto? Chi si genuflette davanti al Santissimo se non l'io che ne riconosce la Trascendenza? E la riconosce con un gesto pratico, non a parole.

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  5. http://www.rivistamissioniconsolata.it/2017/04/01/perdenti-23-samurai-cristiano-justus-takayama-ukon/

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