"Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata in credere che l'uomo è diventato Dio... Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta.
Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: Dove Lo hanno portato?" (citato in Pius XII, Devant L'Histoire, pp. 52-53)
Anche se la splendida chiesa di San Carlo, chiusa al culto nel 1963, in pieno centro storico della meravigliosa Città di Modena è di proprietà dell'importante Fondazione Collegio San Carlo ed è utilizzata per importanti eventi culturali, proviamo eugualmente dispiacere nel vedere tante carrozzerie di auto davanti al presbiterio e alle cappelle laterali facenti parte della mostra "ModenArt: gli scultori del movimento" allestita dallo storico dell’arte Philippe Daverio e realizzata con il contributo dell’Automotoclub Storico Italiano. (v.sotto)
Pur avendo apprezzato la preparazione del noto critico d'arte Philippe Daverio in tante trasmissioni di Passepartout, oggi dobbiamo dissentire dalla sua iniziativa allestire all'interno della chiesa di San Carlo la suddetta mostra (*).
Visitando laicamente l'interno di quella chiesa, come è accaduto ad alcuni giovani nei giorni passati, la mente ed il cuore si posano in un'osmosi mistica su quel presbiterio e su quegli indistruttibili simboli della nostra fede: " sono in te tutte le mie sorgenti" (Salmo 86/87).
La chiesa faceva parte del " Collegio dei Nobili di San Carlo un istituto privato di formazione e ricerca modenese attivo nell'ambito della filosofia, delle scienze umane e sociali e delle scienze religiose. Dalla sua origine ha sede nel centro storico di Modena nel palazzo barocco che, con l'annessa Chiesa di San Carlo, costituisce uno dei complessi di maggior pregio della città."
Pur avendo apprezzato la preparazione del noto critico d'arte Philippe Daverio in tante trasmissioni di Passepartout, oggi dobbiamo dissentire dalla sua iniziativa allestire all'interno della chiesa di San Carlo la suddetta mostra (*).
Visitando laicamente l'interno di quella chiesa, come è accaduto ad alcuni giovani nei giorni passati, la mente ed il cuore si posano in un'osmosi mistica su quel presbiterio e su quegli indistruttibili simboli della nostra fede: " sono in te tutte le mie sorgenti" (Salmo 86/87).
La chiesa faceva parte del " Collegio dei Nobili di San Carlo un istituto privato di formazione e ricerca modenese attivo nell'ambito della filosofia, delle scienze umane e sociali e delle scienze religiose. Dalla sua origine ha sede nel centro storico di Modena nel palazzo barocco che, con l'annessa Chiesa di San Carlo, costituisce uno dei complessi di maggior pregio della città."
Ci associamo agli amici che ci hanno inviato queste foto supplicando i responsabili della prestigiosa Fondazione ( meritevole di encomio per aver restaurato splendidamente la chiesa e gli edifici annessi ) di mostrare più rispetto per l'arte e per la sacralità che l'edificio continua ad emanare nel cuore dei visitatori.
Non usiamo volutamente la denominazione di "chiesa sconsacrata" perchè oltre alle procedure canoniche che determinano la "sconsacrazione" di un sacro edificio questo continuerà ad indicare per sempre lo scopo cultuale per il quale è stato edificato: la gloria di Dio e la devozione alla Santissima Madre di Dio e ai Santi. Oltretutto le artistiche immagini e tutte le strutture sono state benedette per l'uso liturgico divenendo sacre: solo la blasfemìa degli illuministi ha strappato dagli altari le tele e le statue artistiche per creare dei "musei" dell'ingegno umano spostando così l'attenzione da Dio all'uomo.
La chiesa e il complesso dell'ex Collegio dei Nobili di San Carlo hanno subìto le sciagurate sorti legate alle deleterie soppressioni napoleoniche prima e unitarie poi " Nella tarda estate del 1797, con l’arrivo dei francesi, il Collegio è travolto dall’ondata giacobina e diviene in rapida successione Collegio Civico, poi Collegio Municipale con la Repubblica Cisalpina e infine Collegio Nazionale con il napoleonico Regno d’Italia. Soppressa la Congregazione, nel 1805 la direzione del Collegio viene affidata al Rettore e a due cittadini nominati dal Governo. Viene così inaugurato il sistema di conduzione che sarebbe rimasto immutato, pur nei cambiamenti di regime e di Enti di nomina, fino a tempi recenti. ... con la transizione al Regno d’Italia, quando le Scuole del Collegio divengono parificate e recepiscono i programmi governativi, pubblici e laici." (Cfr. Fondazione San Carlo QUI )
Anche se siamo fortemente impegnati nella quotidiana lotta a difesa della sacra identità ed inviolabilità delle chiese consacrate quotidianamente attaccate del maligno: dai devastanti e iper-costosi"adeguamenti liturgici"all'uso improprio come mense e alloggi; dai blitz blasfemi pagani/politici/ideologici - come quelli dei giorni scorsi in occasione del Sinodo Panamazzonico- alle sempre più frequenti diaboliche profanazioni, chiediamo anche un maggiore rispetto per il messaggio autenticamente cattolico che le opere d'arte devozionali, racchiuse nei sacri edifici confiscati e chiusi al culto, eugualmente trasmettono.
Non usiamo volutamente la denominazione di "chiesa sconsacrata" perchè oltre alle procedure canoniche che determinano la "sconsacrazione" di un sacro edificio questo continuerà ad indicare per sempre lo scopo cultuale per il quale è stato edificato: la gloria di Dio e la devozione alla Santissima Madre di Dio e ai Santi. Oltretutto le artistiche immagini e tutte le strutture sono state benedette per l'uso liturgico divenendo sacre: solo la blasfemìa degli illuministi ha strappato dagli altari le tele e le statue artistiche per creare dei "musei" dell'ingegno umano spostando così l'attenzione da Dio all'uomo.
La chiesa e il complesso dell'ex Collegio dei Nobili di San Carlo hanno subìto le sciagurate sorti legate alle deleterie soppressioni napoleoniche prima e unitarie poi " Nella tarda estate del 1797, con l’arrivo dei francesi, il Collegio è travolto dall’ondata giacobina e diviene in rapida successione Collegio Civico, poi Collegio Municipale con la Repubblica Cisalpina e infine Collegio Nazionale con il napoleonico Regno d’Italia. Soppressa la Congregazione, nel 1805 la direzione del Collegio viene affidata al Rettore e a due cittadini nominati dal Governo. Viene così inaugurato il sistema di conduzione che sarebbe rimasto immutato, pur nei cambiamenti di regime e di Enti di nomina, fino a tempi recenti. ... con la transizione al Regno d’Italia, quando le Scuole del Collegio divengono parificate e recepiscono i programmi governativi, pubblici e laici." (Cfr. Fondazione San Carlo QUI )
Anche se siamo fortemente impegnati nella quotidiana lotta a difesa della sacra identità ed inviolabilità delle chiese consacrate quotidianamente attaccate del maligno: dai devastanti e iper-costosi"adeguamenti liturgici"all'uso improprio come mense e alloggi; dai blitz blasfemi pagani/politici/ideologici - come quelli dei giorni scorsi in occasione del Sinodo Panamazzonico- alle sempre più frequenti diaboliche profanazioni, chiediamo anche un maggiore rispetto per il messaggio autenticamente cattolico che le opere d'arte devozionali, racchiuse nei sacri edifici confiscati e chiusi al culto, eugualmente trasmettono.
Siamo convinti, è la speranza cristiana a dirlo ai nostri cuori, che non si tratta di una lotta inutile "contro il mulini a vento": il Sacro sarà restaurato ed intronizzato soltanto dopo una necessaria purificazione e conversione dei nostri animi.
AC
STORIA DELLA CHIESA DI SAN CARLO DI MODENA
Unita nell’enorme isolato occupato dall’omonimo Collegio e dal palazzo dell’Università, la chiesa di San Carlo venne disegnata da Bartolomeo Avanzini e, successivamente, da Gaspare Vigarani a partire dal 1664, sul modello della romana San Carlo ai Catinari.
L’alta cupola è di Pietro Termanini, e risale al 1770. Interessanti opere sono custodite all’interno.
L’imponente baldacchino di stucco sull’altar maggiore con le figure delle Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) è opera di Antonio Contraversi o di Antonio Traeri, mentre il relativo dipinto rappresentante la Peste di Milano del 1576 è di Marcantonio Franceschini (1699).
Nella cappella del coro, un’Adorazione di Giuseppe Romani.
Nella controfacciata, San Carlo Borromeo e gli appestati di Sigismondo Caula (1670); nella navata destra dipinti di Oliviero Dauphin e di Francesco Stringa del XVII secolo e crocifisso ligneo del Quattrocento; a sinistra due tele di Francesco Vellani e una ottocentesca di Adeodato Malatesta con lo Sposalizio di Santa Caterina d’Alessandria.
Nella sacrestia mobili seicenteschi con Madonna di Francesco Stringa.
Attualmente la chiesa è utilizzata come aula per conferenze mentre l'Università si è trasferita nello splendido ex Convento di San Geminiano ottimamente restaurato.
Fonti:
- Fondazione San Carlo QUI
- La guida di Modena QUI
Leggere anche Visit Modena QUI
(*) "ModenArt, gli scultori del movimento
è per tutti un invito ad un viaggio meraviglioso alla scoperta di veri geni di grande talento e di altrettanta grande modestia, le cui opere godono di fama mondiale.
Sono la quintessenza di una terra e di un'epoca che celebra la bellezza, la creatività, il sogno e l'ottimismo al punto di fare della carrozzeria di una vettura una vera e propria opera d'arte.
Quando c'è il talento e la volontà di lavorare insieme nulla è impossibile.
Jean-Marc Borel"
Foto: da Internet
Foto 1: ANSA
Foto 2 : Gazzetta di Modena QUI
Foto: da Internet
Foto 1: ANSA
Foto 2 : Gazzetta di Modena QUI
"La sacra identità ed inviolabilità delle chiese consacrate": purtroppo alla gente non gliene frega più niente del sacro.
RispondiEliminaOccorre prenderne atto. Anche perché gli addetti ai lavori che dovrebbero custodirlo e parteciparlo al popolo, sono in tutt'altre faccende affaccendati.
Chiese sconsacrate e vendute, conventi e seminari e oratori deserti, dove un tempo pulsava la fede e la carità ( quella vera che viene dal regno di Dio! ) sono teatro delle esibizioni profane e commerciali che i vescovi ( si leveranno anche la mitra per falsa umiltà!) accettano con indifferenza senza far nulla almeno per una utilizzazione, più consona allo scopo primitivo, più rispettosa delle immagini sacre e della fede (esposizione di macchine davanti al Crocifisso ! ), senza considerare i loro continui fallimenti e quanto il regresso della Chiesa cattolica dipende da loro.
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