Per ricordare ai nostri lettori smemorati il liquidatore dell'Istituto Giovanni Paolo II (vedere MiL QUI, Valli QUI), il lodatore di Pannella (QUI e il filmato sotto).
Riprendiamo dei post di Mil sull'affresco blasfemo che lui ha commisionato e fatto realizzare nella controfacciata del duomo di Terni.
Invitiamo a vederlo e a riprendere i nostri vecchi post (QUI).
Luigi
PS. riprendiamo uno scritto dell'amico Giovanni che ci ha ricordato il video sopra e inviato questo testo:
"Se lo chiedeva già Platone, 'quale il criterio per giudicare una civiltà, o un ciclo politico, in un tempo e in un luogo'. L'uomo di cui si dice che tutta la filosofia successiva è una nota a pie' di pagina della sua opera (ovviamente al netto - e non è poco, anzi - della fede vera) rispondeva che occorreva guardare a come fossero gli uomini vissuti nel suo ambito, se migliori o peggiori, dal punto di vista delle virtù classiche, di quelli di prima.
Chi vive e pensa dopo l'Incarnazione potrebbe perfezionare tale giudizio nel computo dei santi. Quanti santi da quel luogo, in quel tempo? Questo qualifica un ciclo di civiltà più di qualunque altro parametro, sia quelli volgari - ricchezza, tecnologia, PIL, etc. -, sia quelli altamente umani - sistemi politici, arte, letteratura, scienza, etc. -, la diffusione della santità. Per fare un esempio, la tanto ammirata Svezia, anche in altissimo loco (ahinoi!), per il suo welfare, la sua "accoglienza", la parità tra i sessi e l'agenda sodomitica, quanti santi ha nel suo albo d'oro? E soprattutto quanti nei tempi moderni? E dalla risposta a questa domanda dovrebbe discendere il giudizio sulla "civiltà" scandinava.
Ma vi sono anche criteri più empirici e di misura più breve. Per dirne uno, un tempo e un luogo possono essere giudicati senza attendere il compimento d'un ciclo, in funzione di come vengano trattati - se impiccati o applauditi - soggetti che compiano simili opere e chi le commissiona e accetta con entusiasmo.
Anche se già sapete, una rinfrescatina può essere utile, anche per capir meglio la caratura di certi uomini di Paglia (e di chi li valorizza)."
PS. riprendiamo uno scritto dell'amico Giovanni che ci ha ricordato il video sopra e inviato questo testo:
"Se lo chiedeva già Platone, 'quale il criterio per giudicare una civiltà, o un ciclo politico, in un tempo e in un luogo'. L'uomo di cui si dice che tutta la filosofia successiva è una nota a pie' di pagina della sua opera (ovviamente al netto - e non è poco, anzi - della fede vera) rispondeva che occorreva guardare a come fossero gli uomini vissuti nel suo ambito, se migliori o peggiori, dal punto di vista delle virtù classiche, di quelli di prima.
Chi vive e pensa dopo l'Incarnazione potrebbe perfezionare tale giudizio nel computo dei santi. Quanti santi da quel luogo, in quel tempo? Questo qualifica un ciclo di civiltà più di qualunque altro parametro, sia quelli volgari - ricchezza, tecnologia, PIL, etc. -, sia quelli altamente umani - sistemi politici, arte, letteratura, scienza, etc. -, la diffusione della santità. Per fare un esempio, la tanto ammirata Svezia, anche in altissimo loco (ahinoi!), per il suo welfare, la sua "accoglienza", la parità tra i sessi e l'agenda sodomitica, quanti santi ha nel suo albo d'oro? E soprattutto quanti nei tempi moderni? E dalla risposta a questa domanda dovrebbe discendere il giudizio sulla "civiltà" scandinava.
Ma vi sono anche criteri più empirici e di misura più breve. Per dirne uno, un tempo e un luogo possono essere giudicati senza attendere il compimento d'un ciclo, in funzione di come vengano trattati - se impiccati o applauditi - soggetti che compiano simili opere e chi le commissiona e accetta con entusiasmo.
Anche se già sapete, una rinfrescatina può essere utile, anche per capir meglio la caratura di certi uomini di Paglia (e di chi li valorizza)."