Un nuovo resoconto di Stilum Curiae sullo "stato dell'arte" delle vicende relative all'Ordine di Malta.
Alcuni post di MiL sulla vicenda QUI.
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Da rabbrividire.
Luigi
Marco Tosatti, 11 Luglio 2019
Cari amici e nemici di Stilum Curiae,
qualche giorno fa Henry Sire, lo storico inglese autore di The Dictator Pope, espulso per questo dall’Ordine di Malta, e la Nuova Bussola Quotidiana hanno scritto due articoli in cui si illustrava lo stato di disagio in cui non poche parti dell’Ordine si trovano, dopo la crisi scatenata nel 2016 dall’affare dei preservativi distribuiti da Malteser International in Myanmar, e la decapitazione brutale dell’allora Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing voluta dal Pontefice.
qualche giorno fa Henry Sire, lo storico inglese autore di The Dictator Pope, espulso per questo dall’Ordine di Malta, e la Nuova Bussola Quotidiana hanno scritto due articoli in cui si illustrava lo stato di disagio in cui non poche parti dell’Ordine si trovano, dopo la crisi scatenata nel 2016 dall’affare dei preservativi distribuiti da Malteser International in Myanmar, e la decapitazione brutale dell’allora Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing voluta dal Pontefice.
Questi articoli hanno spinto i vertici dell’Ordine a scrivere, e distribuire all’interno della struttura una confutazione; che però, come vedrete dall’articolo apparso oggi su La Nuova Bussola Quotidiana e se OnePeterFive appare piuttosto inefficace. Su la Bussola trovate la risposta a tre punti fondamentali: il “commissariamento”, la responsabilità del Gran Cancelliere, Albrecht von Boeselager nella questione dei preservativi, e l’egemonia tedesca presente nell’Ordine.
Qui però vogliamo condividere con gli Stilumcuriali altre riflessioni suggerite da persone esperte che vivono la vita dell’Ordine di Malta, in relazione ad altri punti della “confutazione”, che però come dicevamo sembra confutare poco.
Ci dicono, in merito alla dichiarazione che trovate in foto: “Anche se nella realtà fa piangere… diciamo pure che fa ridere. E anche tanto. Non ultima per la coincidenza di data… 4 luglio, giorno dell’Indipendence day. L’ultima nota-dichiarazione del Gran Magistero dell’Ordine di Malta ‘a seguito di recenti articoli diffamatori’ ha tutto il sapore di… carbone bagnato. “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, dicevano saggiamente gli antichi latini. Ma come si dirà in tedesco?….Sovranità e indipendenza. Curioso davvero che si tenda a scrivere che l’Ordine di Malta non è stato “commissariato”. E come si dovrebbe chiamare la situazione per la quale viene nominato un “delegato speciale del Papa” presso un soggetto che contestualmente si qualifica come “di diritto internazionale”? Come si chiama la situazione nella quale quello stesso “delegato” prende “de facto” il posto del rappresentante della Santa Sede presso quello stesso soggetto (Cardinalis Patronus) lasciandogli, tuttavia, l’incarico formale, anche se del tutto interdetto? Come si dovrebbe chiamare la situazione per la quale lo stesso “delegato speciale” si fa latore della disposizione per la quale si congelano le vocazioni religiose impedendo l’emissione della professione solenne e proibendo l’ammissione di nuovi candidati al noviziato? Come si dovrebbe chiamare la situazione per la quale i professi – che sono i veri Cavalieri di Malta – vengono continuamente esautorati dalle loro mansioni, favorendo invece la nomina di cavalieri che hanno emesso la promessa di “obbedienza” ai superiori dell’Ordine? E poi, ci chiediamo… se è davvero come si legge nella nota… perché l’ex Gran Maestro Festing si sarebbe dimesso nelle mani del Papa? Si parla poi di “decisioni sbagliate” dell’allora Gran Maestro “incoraggiato dai suoi collaboratori che promuovevano interessi personali”. Ma in che senso? Chi sarebbero questi “collaboratori”, quali sarebbero questi “interessi personali”, quali le “decisioni sbagliate”? E’ stato celebrato un processo su tali circostanze o è solo processo alle intenzioni, postume ovviamente? E la storia dei preservativi? E la lettera del Papa del 2 dicembre 2016 al card. Burke e le infiltrazioni di cui si parlava? Sembrano quasi le giustificazioni dei ragazzini che per non essere interrogati raccontano che gli è morto il nonno… per la ventesima volta”.
Inghilterra: “Il Gran Priorato d’Inghilterra, indipendentemente dalle scelte personali del gran priore Scott, risulta essere sotto scacco, perché troppo vicino alla persona dell’ex Gran Maestro Festing – che vive lì, peraltro – e ci risulta che molti membri dell’Ordine si siano ritirati a vita privata e altri si siano dimessi. Curioso per essere uno dei Priorati con più vocazioni religiose… almeno fino a 4 anni fa. E poi, ci chiediamo… perché nominare fra’ Rumney procuratore e non gran priore, essendo un religioso?”.
Poi si parlava della maretta in Portogallo, e di problemi anche a Roma: “Poco rilevante la questione dell’associazione portoghese, così come anche quella delle dimissioni del Consiglio della delegazione di Roma, anche se denotano un clima di tensione all’interno delle istituzioni dell’ordine, che spesso subiscono interventi direttivi a gamba tesa da parte dei superiori, e trasmettono disposizioni comportamentali in un clima poliziesco estraneo alla vita millenaria dell’istituzione. Davvero si vuol credere che il Gran Magistero non detti vie d’indirizzo alle associazioni nazionali? E perché, tra tutti i membri dell’ordine dei paesi scandinavi, venga ad essere eletta la tedesca di nascita Benedicta Gräfin von Plettenberg, sebbene apprezzata attivista pro-life? Sì, esatto… quella della battaglia contro la messa in rito antico… Una coincidenza, non c’è dubbio…”.
E si parla allora dell’Ukase del Gran Maestro contro la messa vetus ordo, che ha suscitato perplessità in molti, e dubbi di legittimità. Vedete la risposta nelle immagini, e leggete che cosa rispondono persone perplesse: “Chi sono questi famigerati ‘numerosi esperti di diritto canonico’ che hanno confermato la legittimità del provvedimento del gran maestro che impone la forma ordinaria per la celebrazione nelle cerimonie ufficiali dell’Ordine. Sarebbe proprio da scoprire se tali luminari siano in sintonia con la sezione “Ecclesia Dei” della Congregazione per la Dottrina della Fede o con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti… Sempre con la scusa di “promuovere l’unione e la coesione tra i membri dell’Ordine”… senz’altro un buon risultato, visto che ad oggi l’Ordine è sempre più diviso anche a seguito di quella disposizione… che come dice la stessa nota, non era così necessaria vista la rarità di quella prassi”.
Una pagina importante della crisi, prima e dopo il 2016, è costituita da una donazione svizzera, su cui la replica dell’Ordine (e del Gran Cancelliere, ci sembra) appaiono molto reattive. La confutazione della confutazione però è altrettanto interessante: “Il famoso “Fondo svizzero” – di cui leggiamo succosamente notizie mai smentite su Dagospia – è una realtà dei fatti. Curioso che in mezzo a tanti altri personaggi che siano prossimi a tale realtà, per posizione e interessi, ci sia anche quello stesso arcivescovo vicentino Silvano Maria Tomasi, già nunzio apostolico, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni specializzate a Ginevra e presso l’Organizzazione mondiale del commercio, nonché Rappresentante della Santa Sede presso l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e Segretario delegato del Pontificio consiglio della giustizia e della pace (oggi “per lo sviluppo umano integrale”) che guarda caso… ha presieduto la prima commissione d’inchiesta nominata dal Segretario di Stato Parolin (col quale si dice ci sia una consolidata amicizia) quando, nel dicembre 2016, scoppiò il “caso Festing”, e che fece da collettore dei rancori dei delatori”.
Henry Sire accusa il Gran Maestro attuale, Fra’ Giacomo Dalla Torre, di essere un pupazzo nelle mani della fazione germanica. La confutazione ovviamente afferma il contrario. E la replica è: “Discutibile il giudizio sulla leadership del Gran Maestro. Con chiunque si parli dell’Ordine, tutti dicono “è una bravissima persona, è un buon religioso, ma…”. Oltretutto chi lo conosce sostiene che molte delle sue scelte non sono proprio in linea con le sue corde… E come ciliegina, non va dimenticato che a suo tempo (2008) Festing era il candidato prediletto del fronte tedesco perché si riteneva Dalla Torre su posizioni troppo tradizionaliste. Naturalmente la storia ha dato loro torto, anche perché Festing dimostrò un’autonomia gestionale del governo dell’ordine diversa”.
E sull’egemonia tedesca vi rimandiamo alla Nuova Bussola Quotidiana. Ma ci sembra, in complesso, che la dichiarazione non sia un successo.
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