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domenica 16 giugno 2019

Parigi-Chartres: da Nostra Signora a Nostra Signora

Un bell'articolo dall'amica Daniela  sul Pellegrinaggio Parigi Chartres di quest'anno (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI,  gli articoli del nostro inviato AZ) a cui si aggiunge il bellissimo breve filmato sopra.
Luigi

Parigi-Chartres: da Nostra Signora a Nostra Signora

Dall’8 al 10 giugno scorsi si è svolto in Francia il 37° pellegrinaggio di Pentecoste da Parigi a Chartres. L’evento vede annualmente la presenza di oltre diecimila pellegrini, in gran parte giovani e giovanissimi, che da ogni angolo di Francia e del mondo si riuniscono per percorrere a piedi in tre giorni i cento chilometri circa che separano la cattedrale di Notre-Dame a Parigi dalla cattedrale di Notre-Dame a Chartres: da chiesa a chiesa, da gotico a gotico, da Nostra Signora a Nostra Signora. Quest’anno eccezionalmente, dati i problemi logistici legati al recente incendio della cattedrale parigina, la partenza è stata spostata alla chiesa di Saint-Sulpice, sempre a Parigi.

Notre-Dame de Chrétiente, l’associazione di laici che organizza l’imponente pellegrinaggio mariano e vincolato alla forma extraordinaria del Rito romano, ha avuto come motto “Tradizione – Cristianità – Missione”.

Le particolarità di questo storico pellegrinaggio sono molte. Alla prima abbiamo già accennato: basta guardare le foto ufficiali diffuse dal sito degli organizzatori per rendersi conto del fiume di giovani che marciano, cantano, pregano, si confessano, si inginocchiano. Gli appelli alla confessione, in particolare, sono ripetuti costantemente lungo i tre giorni di cammino e sono presenti centinaia di sacerdoti che confessano camminando, nei brevi momenti di sosta, al campo al mattino presto e alla sera tardi, confessano i pellegrini, i volontari del servizio d’ordine, i medici e paramedici disseminati lungo il cammino, gli altri sacerdoti, le suore, i seminaristi…

Il secondo elemento caratterizzante del pellegrinaggio è che riunisce gran parte degli istituti religiosi e dei gruppi di laici legati alla Messa “in rito antico”: Fraternità Sacerdotale San Pietro, Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, Istituto del Buon Pastore, Fraternità San Vincenzo Ferrier, monastero benedettino di Sainte-Madeleine a Le Barroux, monastero benedettino di Fontgombault e le sue filiazioni, numerosi altri ordini di religiose… Bisogna ricordare che, in un Paese fortemente secolarizzato come la Francia, le vocazioni di tali istituti tradizionali si stanno avvicinando al 50% del totale: si tratta quindi di un mondo la cui fede è viva e feconda.

Durante il pellegrinaggio sono celebrate tre messe tridentine: una di inizio, solitamente a Notre-Dame di Parigi – quest’anno come dicevamo a Saint Sulpice –, celebrata da padre Julian Large, rettore dell’Oratorio di Londra, una Messa solenne la domenica di Pentecoste in un prato a Courlis, subito dopo la traversata del bosco di Rambouillet, quest’anno celebrata da padre Marc O.S.B., priore del monastero di Sainte Marie de La Garde – una fondazione di Le Barroux – e una celebrazione finale a Notre-Dame a Chartres, quest’anno affidata a S.E. Mons. André Léonard, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles e già primate del Belgio.

Ma le Messe non sono tutto: l’immensa colonna che si spiega per campi e paesini nel Nord della Francia marcia al suono di canti mariani e canti scout, rosari sgranati, adorazione eucaristica notturna, decine e decine di Messe private, confessioni, meditazioni sul tema del pellegrinaggio, quest’anno: “La pace di Cristo dal regno di Cristo”, cioè la dottrina sociale della Chiesa.

La terza caratteristica saliente del pellegrinaggio è di essere parte della storia di Francia: il pellegrinaggio a Chartres affonda le proprie radici nei secoli, anche se in origine non partiva da Parigi. Gode di un momento di nuova fioritura all’inizio del secolo XX, quando – nel 1912 – il famoso scrittore convertito Charles Péguy parte a piedi da Parigi per affidare alla Vergine il figlio malato. Da questo momento in poi piccoli gruppi di studenti tengono viva la tradizione. Ma è solo nel 1983 che il pellegrinaggio rinasce nella forma attuale. Il contesto è quello dell’università estiva tenuta dal Centro Charlier , dedicato ai fratelli André ed Henri Charlier, e degli autori che scrivono sulla rivista Présent (primi fra tutti Bernard Antony, dom Gérard Calvet O.S.B. e Rémi Fontaine). Il momento è particolarmente difficile per il mondo tradizionale francese: c’è un forte attrito con Roma, e se da una parte si lotta per tenere vive la Messa e la dottrina di sempre, dall’altro il rischio è di ridurre la Messa e la stessa fede cristiana a momenti identitari, strumenti di battaglia contro qualcosa. L’intuizione allora è semplice: radunare pellegrini in un atto di semplice devozione, fortemente mariano, legato alla Messa tridentina, ma senza tratti polemici. Un atto di fede di un popolo che vuole essere l’inizio di una società fondata sulla regalità di Cristo. Emblematica, in questo senso, è la famosa omelia tenuta a Chartres nel 1985 da dom Gérard, nota col titolo “È un monaco che vi parla”, in cui dom Gérard parla con tono infuocato di cos’è la cristianità. Quanto è scaturito dalla nuova formula del pellegrinaggio arriva fino ai giorni nostri: non solamente un pellegrinaggio organizzato in capitoli regionali e internazionali che vede in tre giorni un incredibile dispiegamento logistico, ma decine di video di formazione messi a disposizione durante tutto l’anno, riunioni e formazione permanente dei vari gruppi locali (detti “capitoli”), legami spirituali tra persone, famiglie e istituti religiosi.

Ciò che si vede durante tutto il corso del pellegrinaggio è un assaggio di cristianità: il germe di qualcosa che non solo è stato, ma può ancora essere, se solo tornassimo a porre i nostri giorni, le famiglie, la società, sotto la protezione di Nostra Signora e di suo Figlio.