Un'altro interessante post di Magister
Luigi
20-5-19
Il cardinale Robert Sarah ha colto tutti di sorpresa, la sera del 14 maggio a Roma, nell’auditorium del centro culturale della chiesa di San Luigi dei Francesi, quando tutti si aspettavano che presentasse l’ultimo suo libro, dal titolo “Le soir approche et déjà le jour baisse”, sulla crisi di fede della Chiesa e il tramonto dell’Occidente.
Perché invece, ha detto subito il cardinale, “questa sera non parlerò affatto di questo libro”. E il motivo – ha spiegato – è che “le idee fondamentali che vi sviluppo si sono trovate illustrate, esposte e dimostrate con brillantezza lo scorso aprile da papa Benedetto XVI negli ‘appunti’ che aveva redatto in vista del summit dei presidenti delle conferenze episcopali sugli abusi sessuali convocato a Roma da papa Francesco dal 21 al 24 febbraio”.
Il cardinale Sarah ha così proseguito:
“La sua riflessione si è rivelata una vera sorgente di luce nella notte della fede che tocca tutta la Chiesa. Ha suscitato delle reazioni che talvolta hanno sfiorato l’isteria intellettuale. Mi sono sentito personalmente ferito dalla miseria e dalla grossolanità di parecchi commenti. Dobbiamo convincerci che una volta di più il teologo Ratzinger, la cui statura è quella di un vero padre e dottore della Chiesa, ha visto giusto e ha toccato il cuore più intimo della crisi della Chiesa.
“Vorrei quindi che questa sera ci lasciamo rischiarare da questo suo pensiero esigente e luminoso. Come potremmo riassumere la tesi di Benedetto XVI? Consentitemi di semplicemente citarlo: ‘Perché la pedofilia ha raggiunto tali proporzioni? In ultima analisi, la ragione è l’assenza di Dio’. Questo è il principio architettonico di tutta la riflessione del papa emerito. Questa è la conclusione della sua lunga argomentazione. Questo è il punto dal quale deve partire ogni ricerca sullo scandalo degli abusi sessuali commessi da sacerdoti, per proporre una soluzione efficace.
“La crisi della pedofilia nella Chiesa, la moltiplicazione scandalosa e sbalorditiva degli abusi ha una e una sola causa ultima: l’assenza di Dio. Benedetto XVI lo riassume in un’altra formula anch’essa chiara. Cito: ‘È solo là dove la fede non determina più le azioni dell’uomo che tali crimini sono possibili’.
“Il genio teologico di Joseph Ratzinger tocca qui non solo la sua esperienza di pastore di anime e di vescovo, di padre dei suoi preti, ma anche la sua esperienza personale, spirituale e mistica. Egli risale alla causa fondamentale, ci permette di comprendere quale sarà la sola via per uscire dallo spaventevole e umiliante scandalo della pedofilia. La crisi degli abusi sessuali è il sintomo di una crisi più profonda: la crisi della fede, la crisi del senso di Dio”.
L’intera conferenza del cardinale Sarah è riprodotta, in francese, in quest’altra pagina di Settimo Cielo:
Sarah vi ripercorre passo passo l’analisi di Joseph Ratzinger, sottoscrivendola in pieno. Confuta con parole sferzanti le critiche che le sono state rivolte. Sottolinea gli effetti della crisi di fede nella vita dei sacerdoti e nella formazione dei seminaristi. Denuncia "la tragica ampiezza delle pratiche omosessuali", anch'esse "dolorosa manifestazione di perdita della fede". Stigmatizza il falso “garantismo” che tollerando le dottrine contrarie all’integrità della fede incoraggia anche le pratiche contrarie alla castità. Invoca quel profondo rispetto del “corpo eucaristico del Signore” senza il quale non c’è più rispetto per “il corpo puro e innocente dei bambini”.
E questo è il finale, più che mai all’unisono con Ratzinger:
“Per concludere vi dico di nuovo con papa Benedetto: sì, la Chiesa è piena di peccatori. Ma non è in crisi, siamo noi che siamo in crisi. Il diavolo vuole farci dubitare. Vuole farci credere che Dio abbandona la sua Chiesa. Invece no, ella è sempre ‘il campo di Dio. Non c’è solamente la zizzania ma anche il buon grano di Dio. Proclamare questi due aspetti con insistenza non deriva affatto da una falsa apologetica: è un servizio che è necessario rendere alla verità’, dice Benedetto XVI. Egli lo prova, la sua presenza orante e docente in mezzo a noi, nel cuore della Chiesa, a Roma, ce lo conferma. Sì, c’è in mezzo a noi il buon grano di Dio.
“Grazie, caro papa Benedetto, per essere secondo il suo motto un cooperatore della verità, un servitore della verità. La sua parola ci conforta e ci rassicura. Lei è un testimone, un ‘martire’ della verità. Sia ringraziato”.
Inutile dire che questa appassionata apologia dell’analisi di Ratzinger fatta dal cardinale Sarah è agli antipodi della gelida accoglienza ad essa riservata da papa Francesco:
Quanto all’ultimo libro del cardinale, il terzo di una trilogia preceduta da “Dieu ou rien” e da “La force du silence”, è per ora in vendita nell’edizione originale francese. Ma dal prossimo settembre sarà nelle librerie anche in italiano, inglese, spagnolo, tedesco, polacco.
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A proposito di un altro libro, l’ultimo pubblicato dal papa emerito Benedetto XVI, con 25 sue omelie inedite di quando era teologo e cardinale – edito da Cantagalli con il titolo “Per Amore” e di cui Settimo Cielo ha pubblicato un estratto –, va presa nota che è entrato la scorsa settimana tra i dieci libri più venduti in Italia.
Magari se BXVI fosse restato al suo posto.....
RispondiEliminaLa cosa grave è che BXVI sapeva benissimo che con le sue dimissioni sarebbe diventato Papa un "progressista". Ratzinger era quello più "conservatore", una qualsiasi altra votazione avrebbe portato a un Pontefice nettamente più "progressista", come in effetti è avvenuto. Quindi delle due l'una: o è un pavido, oppure c'è stata un'azione di forza, una specie di golpe, ma in questo caso perché Ratzinger non lo dice? E poi se si sentiva "debole", perché accettò di fare il Papa?
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