Raccogliamo in rete alcune significative osservazioni, suggerite da quanto sta emergendo dalla Cattedrale di Notre Dame dopo l'incendio che l'ha devastata. Le proponiamo ai nostri lettori perché siamo convinti che ci forniscano fruttuosi spunti di riflessione.
Ci ha particolarmente colpito il post del prof. Kwasnieswki (del quale abbiamo recentemente pubblicato qui un interessante articolo), e ne suggeriamo una traduzione - un po' rudimentale...:
Il tetto di Notre Dame crolla sulla Tavola Cranmer, mentre l'area dell'altare maggiore resta intatta. "Con Dio, il caso non esiste".
Ed ecco la traduzione anche del tweet di Catholic Sat:
Il giorno dopo la nottata di Notre Dame di Parigi. L'altare maggiore rimane intatto con la sua Croce splendente e la Santa Vergine che piange tenendo tra le braccia il Suo Gesù, morto. L'altare moderno, installato dopo il Vaticano II, giace sotto le rovine del tetto crollato.
Ci ha poi davvero impressionato anche questa ormai antica immaginetta, segnalata dal nostro AZ. La affidiamo alla meditazione personale di ciascuno.
Evidentemente l'Altare maggiore era fuori dall'area in cui si è sviluppato l'incendio. Siccome gli altari moderni vi sono indigesti, voi interpretate così.
RispondiEliminaIl teologo don Paolo Squizzato, intervistato sa da TV2000, ha affermato con la massima tranquillità, fra le altre bellissime cose, che l’Atto di dolore è “una preghiera assolutamente non cristiana”, “una tremenda preghiera” che, “purtroppo”, viene ancora recitata in molte chiese. Da non credere, ma le sue parole non lasciano dubbi :
RispondiElimina“Noi, parlo di Chiesa, Chiesa ufficiale, la Chiesa dei preti, abbiamo credo infangato molto il termine e concetto di peccato; l’abbiamo pensato anzitutto come una trasgressione, come infrazione a una norma, a un comandamento e quindi come un’offesa fatta a Dio. Tutto questo è rimasto in quella tremenda preghiera che purtroppo viene ancora usata, so, da alcuni catechisti, che è l’Atto di dolore: “perché con il peccato ho offeso Te, infinitamente buono, e per questo merito i tuoi castighi”. È una preghiera che non ha nulla di cristiano perché Dio non si può offendere e poi Dio non castiga, perché Gesù è venuto a rivelarci un altro tipo di Dio, di Padre”.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/7460-maciullato-dalle-belve
Ho già avuto occasione di udire simili parole durante l’omelia domenicale (in particolare nel commento al passo evangelico dell’invitato a nozze gettato fuori, legato mani e piedi, perché presentatosi senza l’abito nuziale) per cui non mi sorprende adesso questo tale Squizzato, che non oso però definirlo sacerdote, per non offendere le schiere di veri sacerdoti, santi, martiri di due millenni di civiltà cristiana.
Ma allora, mi chiedo, ma allora come la mettiamo con l’Ave Maria? Rottamiamo anche quella, perché recita “prega per me peccatore” evidentemente per ottenere il perdono da Dio e non essere castigato, altrimenti per quale motivo chiederemmo a Maria SS.ma di pregare per noi? E l’Incarnazione, che senso avrebbe avuto senza il sacrificio espiatorio (ripetuto nella S. Messa, non certo una memoria, una cena: balle!) di Cristo Redentore, che ci evita a tutti il castigo della dannazione eterna? Ma che stiano dando fuori di testa questi preti modernisti?
Le parole di quel " teologo", cialtrone sono quelle confuse e contraddittorie di un rinnegato dipendente dalla distorta e tossica teologia impartita in tante scuolette esegetiche per le quali il Padre Eterno non ha segreti.
EliminaIl gallo della guglia, contenente alcune reliquie (tra cui una spina della corona di NSGC), è stato ritrovato intatto questa mattina fuori dalla chiesa, solo con qualche ammaccatura. Già molti gridano al miracolo, dato che il resto della guglia si è completamente fuso. La cosa mirabile è che la laicissima Francia in queste ore si sta sentendo cattolica per la prima volta dopo oltre un secolo, e non mi pare ci siano troppe resistenze in merito. È un fatto inaspettato, come impensabile era la reazione dei parigini intenti a cantare inni mariani davanti alle fiamme. Laus Deo.
RispondiEliminaCaro 2,15, non vorrei insinuarle dei dubbi, ma mi permetta di ... dubitare "che la laicissima Francia in queste ore si sta sentendo cattolica". In realtà "i parigini intenti a cantare inni mariani davanti alle fiamme" sono (quanti?) gli ultimi in cui sia rimasta la fede. Non "la Francia", dunque, ma alcuni fedeli. Tutto il resto è fumoso protocollo. Cosa vuole che gliene freghi a Macron e a tutti quelli della sua specie della Vergine Maria?
EliminaDeus Vult
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