Roma, 26 ottobre, ore 10. Nella spaziosa sala
convegni dell'Istituto Augustinianum, a pochi metri dal colonnato di
San Pietro, prende avvio l'annuo pellegrinaggio con un'importante
occasione di incontro e di riflessione; argomento: la diffusione nel
mondo della liturgia tradizionale nel contesto più generale della
situazione della Chiesa universale.
E per entrare in medias res in
questo respiro internazionale (attestato anche, se volete,
dall'ottima organizzazione di un servizio di traduzione simultanea
multilingue), il convegno ha preso avvio con la prolusione del
moderatore abbé Barthe (noto ai più non solo per i profondi saggi
sulla liturgia, ma anche per il meritevole lavoro di analisi e
commento della situazione delle chiese nazionali di vari paesi
europei), seguito dalla relazione del Presidente della Federazione
internazionale Una Voce Felipe Alanis Suarez.
Ricordiamo brevemente che Una Voce è
stata per molti anni l'unica organizzazione laicale a tutela della
Liturgia Immemoriale, fondata fin dai tempi cupi dell'iconoclastia
conciliare: zattera, anzi arca di Noè nel diluvio e nei tempi oscuri
della distruzione e, poi, del tempo degli indulti, quando la Messa di
sempre era a mala pena tollerata in piccole ed osteggiate riserve
indiane, nella dichiarata attesa (quanto mai frustrata!) che il
passare del tempo estinguesse quei vecchi nostalgici incapaci di
stare al passo con le magnifiche sorti, e progressive, de
“l'aggiornamento”.
Alanis Suarez ha esordito ricordando la
situazione del Messico, dove i primi nuclei di Una Voce si formarono
intorno ad espatriati di origine europea, probabilmente più
sensibili a ragioni di storia e tradizione allora percepita come
eurocentrica; ma da quel germe l'interesse per la Messa latina
tradizionale si è diffusa anche tra le persone del luogo ed è
divenuta una componente in crescita in tutta l'America Latina.
Ad oggi Una Voce può attestare un
interesse in costante crescita per la Messa in forma straordinaria e
il suo compito è assistere i gruppi che incontrano, ancor oggi,
difficoltà nei rapporti coi vescovi diocesani per ottenere quello
che, ricordiamo, non solo è un loro diritto canonico ma è anche
qualcosa che dovrebbe essere trattato a livello parrocchiale, come la
cosa più naturale del mondo (in fondo, si chiede a un prete di celebrare la Messa, no?), e non essere avocato dal Vescovo quasi si
trattasse di un problema.
Un messaggio di incoraggiamento, quindi, che viene dall'Associazione che, possiamo dirlo, ne ha viste di tutte negli ultimi travagliati cinquant'anni.
Enrico
Mi piacerebbe condividere un video sul pellegrinaggio Summorum Pontificum 2018. Grazie mille!
RispondiEliminaAlex Chirata – Brasile
https://www.youtube.com/watch?v=M5smLMms0RA