I responsabili di Una Voce e di Juventutem, rispettivamente a destra e a sinistra dell'abbé Barthe, insieme alla charmante M. Sophie Marquant |
La seconda relazione del Convegno è del Segretario internazionale di Juventutem, Paul Schultz.
Juventutem è l'organizzazione che raccoglie i giovani tradizionalisti, dai ragazzi fino ai giovani adulti, grosso modo finché il giovane non si forma una famiglia.
Paul Schultz è statunitense, e si vede anche nella fresca 'americanicità' dell'approccio: ad esempio chiedendo ad alcuni presenti, benefattori o benemeriti dell'associazione, di alzarsi in piedi per ricevere il giusto tributo di ovazione ed incoraggiamento; oppure facendo circolare biglietti per sottoporre quesiti e suggerimenti al relatore.
Il concetto fondamentale è che Juventutem riesce ad arrivare laddove un coetus fidelium normale fa fatica a giungere: è difficile per un parroco o rettore, in questi tempi di scristianizzazione, chiese vuote ed età media dei fedeli in costante aumento, rimandare a mani vuote un gruppo di ventenni che gli chiedono di celebrare la Messa tradizionale.
Un'altra idea, che trova il Vostro cronista pienamente concorde, è l'utilità per la Chiesa della pluralità dell'offerta liturgica o, per usare una parola che - si è schernito il relatore - potrebbe apparire una parolaccia specie in Europa, la concorrenza.
Nelle domande, qualcuno ha chiesto perché Juventutem, all'accusativo. Il vostro cronista avrebbe semplicemente risposto che usare il nominativo (Juventus) avrebbe fatto orrore a molti tifosi calcistici italiani che non tifano per la squadra di Torino; ma il relatore non è italiano e, da americano, si suppone poco patito per il calcio: la risposta è stata più ortodossa.
Il nome, ricordiamo, è bene scelto, sia perché contiene la stessa
ragione sociale dell'organizzazione rivolta, appunto, alla gioventù; sia
perché richiama l'incipit della Messa di sempre: Ad Deum qui laetifiat juventutem meam
Enrico
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