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lunedì 24 settembre 2018

Il cambiamento nella traduzione del Padre Nostro. Una riflessione

Una riflessione dal  caro amico Giovanni sulla nuova traduzione del Padre Nostro (QUI).
Sulle idee molto personali del suo potere sulla liturgia, potete leggere QUI i cambiamenti fatti durante la S. Messa del 26 agosto scorso in Irlanda.
L

...non gli piace. E quando una cosa non gli piace la cambia. Diciamo pure che quel che gli piace è cambiare (e tragicamente in funzione dei tempi, cioè di quel Crono che sempre divora i suoi figli), perché la Chiesa - proprio la Chiesa, non i fedeli com'è normale - è chiena 'e sbagli, come si dice a Napoli. 
E in ogni caso, lo Spirito non va ingabbiato, bisogna avviare processi, e s'è sempre fatto così si nega alle sorprese di Dio. Bene. Dice qualche genio della specie "ch'è la potestas clavium, bellezza", senza accorgersi che così teorizza il disordine di tale potestas, riducendola al libito di un uomo, attribuendo verità ipso facto a quello che dice perché lo dice lui, traducendola in un potere così assoluto che si condensa nella formula ultrapositivistica (e perciò nichilista, nel suo radicale relativismo), "è vero perché lo dice il Papa". Che invece è custode di dottrine e usi stabiliti nei millenni, è vincolato alla Scrittura, alla Tradizione, all'autorità dei dottori della fede riconosciuti e "assorbiti" dal Magistero. E questo naturalmente non è un pensiero mio.


La domanda del Pater noster nella formulazione che a lui non piace è stata pregata da tutti i cristiani di tutti  tempi, ad iniziare da quelli che l'avevano udita già dalla bocca del Divino Maestro e da chi aveva il latino come lingua madre, traduzione fedele dell'originale greco, trasmesso appunto da chi l'ha udita dalla voce stessa di Gesù. E anche questo certamente non lo dico io.

E altrettanto certamente, significherebbe che lo Spirito s'è distratto, ha "dormito", in questo paio di millenni, se ha consentito di scrivere così, di tradurre così, prima in latino e poi in tutte le lingue del mondo, e ha indotto tutti i papi e le gerarchie ecclesiastiche, miliardi di fedeli, miriadi di santi, di dottori, di teologi, giusti e peccatori, a rivolgersi a Dio, come dice, in modo ambiguo e ciò senza che nessuno di costoro se ne accorgesse. Finché non è venuto lui, come ormai appare chiaro: lo Spirito ha aspettato il 13 marzo 2013 perché la Chiesa capisse, ed errori bimillenari venissero corretti. Dalle dottrine sull'adulterio, sul concubinaggio, sulla confessione e sull'Eucaristia, sulla pena di morte, fino al Pater. 

Attenzione, non dico - e non potrei dire - che non si debba, anche duemila anni dopo, provare a tradurre meglio, ricorrendo a parole che dicano il senso in modo più sicuro. Ma qui il fine dichiarato è correggere una traduzione ambigua, che comunicherebbe una concezione di Dio errata (invero, se pure balenasse una simile perplessità, per il solo pensiero che, per dire, s. Agostino e s. Tommaso abbiano pregato così, senza che risultino da parte loro difficoltà, la conclusione dovrebbe essere "chi sono io per giudicare due millenni dii Padre nostro?").

Quindi, ne nos inducas in tentationem indurrebbe nella tentazione di credere in un Dio che tenta, che mette alla prova, e questo non sarebbe di Dio, non sarebbe da Dio, ma solo di Satana, solo da Satana.

S'è evidentemente dimenticato, tra altri riferimenti scritturali, di Abramo e Isacco.

Oppure, questa è una delle parti della Scrittura che non gli piacciono, come quella in cui Gesù dice che chi non crederà sarà condannato, che pure sistematicamente censura, interrompendo sempre la pericope in cui è contenuta nel punto in cui si annuncia la salvezza di chi invece crederà.

Ha proprio ragione il venerabile cardinale Fulton Sheen. Lo spirito sta punendo gli uomini, lasciando "alla Chiesa il papa che si merita".

17 commenti:

  1. Il "cambiamento": la droga con cui ci si illude di ... cambiare l'uomo. "Non indurci in tentazione" o "non abbandonarci alla tentazione" non spostano di una virgola la miseria dell'uomo decaduto, corrotto, depravato, apostata, sodomita etc etc etc.

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    1. La nuova traduzione del Pater è del tutto errata ed eretica. Dio non abbandona mai nessuno perché ha dato a tutti i mezzi per la salvezza, con il vangelo e i sacramenti. Se il ' non indurre' può dar luogo ad equivoci si poteva dire 'difendici dalla tentazione' ( contro il Maligno), frase con valore positivo e di preghiera. La tentazione è poi un mezzo della Provvidenza divina ( vedi Cristo nel deserto) per la redenzione dell'uomo attraverso la prova.

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  2. Basta vedere in che modo hanno tradotto la Bibbia CEI del 1974 e quella "protestantizzata" del 2008 per faris un quadro della situazione.

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  3. Ormai ho perso ogni speranza: liturgia "fai da te" in quasi tutte le parrocchie, dottrina della Chiesa manomessa....boh???

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  4. Grazie! Bellissimo commento!
    Non ci resta che pregare, e tanto, la Madonna col Santo Rosario (in LATINO)!

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  5. Quello che parla col papa,non sembra ,ma è un prete.

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    1. Sicuro? Non è un volontario di San Patrigniano?

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    2. Sì,oggi i preti fanno i preti senza sembrare preti. Soltanto che a forza di non sembrare preti non sono più preti.

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  6. Nulla da eccepire sulla fiera dell'utero in affitto di Bruxelles? La banda di corrotti che si è impadronita della Chiesa pensa alla traduzione del Padre Nostro e non dice niente su certi "meravigliosi" eventi?

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  7. Indurre =condurre in tentazione non significa indurre al peccato.
    La malizia parte da noi, non dalle parole di Gesu' che disse non ci indurre =non farci entrare (=e'la traduzione francese,la piu' corretta).
    Non farci entrare in situazioni in cui potremmo perdere la fede per la nostra debolezza.

    PS
    Si parla tanto di unita' , ma qui ogni conferenza episcopale traduce a modo suo.
    (I francesi sono gli unici ad avere tradotto correttamente).

    Anche le Messe N.O. ,... in francese,italiano,tedesco,inglese i testi sono tutti diversi uno dall'altro.
    Bella unita'...

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  8. Sarebbe come dire che se io non capisco il teorema di Pitagora è colpa di Pitagora, e allora io lo riformulo così: un triangolo si disegna con tre quadrati messi storti (?) .

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  9. Dire "non abbandonarci" e'una concezione tipicamente moderna, anzi modernista , sottintende l'idea che l'uomo moderno agisce per il cosiddetto "bene comune" senza Dio.
    E' un uomo ormai emancipato e abile, che fa e disfa quel che vuole con mezzi culturali e tecnici che si e'conquistato negli ultimi secoli.
    E Dio,quindi la Chiesa, deve stare a lato , a guardare ed apprezzare le sue prodezze. E'la visione della scuola dossettiana bolognese,e in fondo, anche di Gaudium et Spes.
    Ma se le cose poi gli vanno male e'Dio che l'ha abbandonato. Ecco che interviene Dio ,ma solo alla fine,
    Deus ex machina, quasi come imputato.

    Invece in una autentica visione
    biblica e cristiana Dio e'presente fin dall'inizio dell'azione umana, e'padrone della nostra vita nel bene e'nel male e se ci fa attraversare delle prove ci tiene per mano, ci conduce , ci induce appunto..tenendoci per mano per rafforzarci nella fede.
    Una prospettiva radicalmente opposta a quella modernista..

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  10. Quando S.Pietro inizia a camminare sulle acque tiene inizialmente lo sguardo fisso su Gesu' ...poi si distrae e affonda. ..
    "Uomo di poca fede "gli dice Gesu' (e nel Vangelo fede vuol dire sguardo pieno di fiducia) perché non e'Gesu'che ha abbandonato lo sguardo di Pietro ,ma casomai il contrario...
    Dire "non ci abbandonare" e' infantile, quasi un insulto a Gesu' che non puo'abbandonarci : e'morto in Croce per noi (a volte dimentichiamo questo piccolo particolare) ed e'presente nella Messa ogni giorno,sacrificio incruento della Croce.

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  11. Insomma, con l'originale e presente versione era ed e' chiaro che se Dio ci poteva indurre=condurre era Lui il padrone della vita di ciascuno di noi= il Signore.
    Con la versione moderna non ha piu'senso chiamarlo Signore.

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  12. Insomma, con l'originale e presente versione era ed e' chiaro che se Dio ci poteva indurre=condurre era Lui il padrone della vita di ciascuno di noi= il Signore.
    Con la versione moderna non ha piu'senso chiamarlo Signore.

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  13. Preghiamo in latino e voglio vedere chi cambia quelle parole!

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