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mercoledì 27 dicembre 2017

Bugie e fango sugli Acta Apostolicae Sedis

di don Alfredo Morselli (*)


«Caro Padre, ha visto? …il Papa ha voluto che venisse pubblicata sugli Acta Apostolicae Saedis (una sorta di Gazzetta ufficiale della Santa Sede) la sua lettera ai Vescovi argentini? Che cosa dobbiamo fare? Ora quella lettera è magistero?» In questi giorni mi sono arrivate decine di domande simili a questa, il tutto mentre ormai trionfalisticamente (perché quando il trionfalismo è loro allora va benissimo) si gracchia in tutti i media e in tutte le salse  Roma locuta causa finita, il Papa ha risposto ai dubia, il caso è chiuso etc. etc. 

«Calma figlioli» - questa è la traccia delle mie risposte - «perché le bugie, anche se pubblicate sugli AAS, sono sempre bugie, e le macchie di fango sono sempre macchie di fango». E quanto pubblicato sugli AAS, per il solo fatto che è ivi pubblicato, non acquisisce né l'infallibilità né richiede necessariamente l'assenso: e soprattutto non invalida ciò che appartiene alle verità di fede.

Adesso vediamo le bugie e la macchia di fango sugli Acta: le bugie sono nel Comunicato dei Vescovi della regione argentina di Buenos Aires, intitolato Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia [1]; la macchia di fango è costituita dalla approvazione ufficiale dei suddetti criteri.


PRIMA BUGIA: l'attribuzione ad una relazione adulterina di ciò che il Concilio Vaticano II afferma in modo esclusivo riguardo agli sposi legittimi.
Riporto qui il § 5 del Comunicato
"5) Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. Amoris Laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cf. nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito (cf. nota 364 in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II al card W. Baum del 22 marzo 1996)" [2]. 
La menzogna che si perpetua è la citazione, fuori luogo ed ingiusta, nella nota 329 di Amoris laetitia, di Gaudium et Spes 51: "…conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»" (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51)" [2].
In realtà il peccato è ciò che maggiormente divide gli uomini tra di loro, in qualunque situazione essi si trovino, e un'espressione di intimità peccaminosa non può fare altro che peggiorare la situazione; due persone, pur pensando di amarsi e compiendo gli atti propri degli sposi senza esserlo, si allontanano ancor più tra di loro. Pensare che un peccato possa tenere unite due persone deriva da una concezione solo naturale dell'amore umano.

Si sarebbe potuto sperare che la citazione indebita di GS 51 in Amoris laetitia fosse stata una svista, seppur grave, ad opera di un ghost writer, tanto vanitoso da citare implicitamente più volte se stesso (a futura memoria?) quanto inerudito da sbagliarsi a citare il Concilio [3]. Invece no! Questo vero e proprio gioco delle tre carte con i testi conciliari viene ripresentato dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires ed approvato dal Pontefice.

Inoltre, sempre nello stesso paragrafo, vien detto che Amoris laetitia lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito.
Non è Amoris laetitia che lascia aperta questa possibilità, ma è la morale di sempre che esige sì il proposito fermo di non peccare, ma non pretende che ciò sia realizzato di fatto tutte le volte che uno si confessa: altrimenti non ci si potrebbe confessare una seconda volta; al contrario la confessione frequente è un mezzo per liberarsi dalle cadute frequenti in peccato mortale. Il problema è che si vuole ammettere ai sacramenti anche chi non emette neppure il proposito, considerando la castità come qualcosa di irraggiungibile e impraticabile! E così veniamo alla seconda grande menzogna, contenuta nel § 6 del Comunicato.

SECONDA BUGIA (duplice): ci sono circostanze in cui vivere castamente non è praticabile e la possibilità di danneggiare i figli della nuova unione costituirebbe una circostanza attenuante
"6) In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere una dichiarazione di nullità, la scelta menzionata può essere di fatto non praticabile. Nonostante ciò , è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in caso concreto, ci siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cf. note 301-302), in particolare quando una persona constati che ricadrebbe in un’ulteriore colpa danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia" [4].
Vediamo il sofisma: siccome due coniugi, che hanno dei figli nati dalla nuova convivenza, qualora interrompessero la coabitazione, li danneggerebbero, allora possono continuare ad avere dei rapporti adulterini.
Ma da dove si conclude che se due non-sposi devono stare insieme per assicurare l’educazione dei figli, non abbiano la grazia per - quindi non possano e quindi non debbano - astenersi dai rapporti coniugali? Ecco dunque la seconda  grande menzogna del Comunicato, purtroppo benedetta dal Vicario di Gesù Cristo.

TERZA BUGIA: i sacramenti sacrileghi “fanno bene”

Il finale del § 6 del Comunicato costituisce la terza grande bugia; rivediamo il testo.
"…i sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia".
La Confessione senza pentimento (invalida e sacrilega) e la Comunione non in grazia di Dio (sacrilega) disporrebbero “la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia”?
No! San Paolo dice di no, la parabola dell’invitato al banchetto di nozze senza abito nuziale dice di no, tutto il magistero in materia dice di no… [5]
Per maturare e crescere con la forza della grazia, prima bisogna essere in grazia, bisogna giungere alla grazia, bisogna prepararsi alla grazia; e qui è doveroso e benedetto accompagnare i fratelli che vivono in una situazione coniugale irregolare. Ma ciò è cosa ben diversa dall'accedere ai sacramenti come se si fosse in grazia… 

Che fare?

Coraggio, si possono infangare gli Acta, ma non l'Immacolata fede della Chiesa, custodita - non adulterata da alcun dubbio - nel Cuore Immacolato di Maria. Rifugiamoci in questo Cuore, per resistere in questo tempo di tempesta anticristica.
Al momento mi vengono in mente un brano della Sacra Scrittura e uno tratto dalle memorie di Suor Lucia.
Il brano biblico, dal Salmo 80, ci dice che prima ci facciamo santi, prima finisce la notte:
Sal 80, 9 Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; Israele, se tu mi ascoltassi!
10 Non ci sia in mezzo a te un altro dio e non prostrarti a un dio straniero.
11 Sono io il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto; apri la tua bocca, la voglio riempire.
12 Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito.
13 L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, che seguisse il proprio consiglio.
14 Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie!
15 Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano.
16 I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
17 li nutrirei con fiore di frumento, li sazierei con miele di roccia».
Il brano tratto dalle Memorie ci dice che più il Papa sembra combinarle grosse, più dobbiamo amarlo e pregare per lui, perché si svegli dall'incantesimo e il Signore non tradat eum in animam inimicorum eius (perché il Signore non lo consegni al giro mentale dei suoi nemici). Mentre i modernisti odiano il Papato e strumentalizzano un Papa, noi amiamo e difendiamo il Papato, e mai cessiamo di pregare per il Santo Padre.
Continuiamo a pregare e a offrire sacrifici, avendo come esempio la Beata Giacinta Marto, la pastorella di Fatima, secondo il racconto di Suor Lucia:
"Ci vennero ad interrogare due sacerdoti, che ci raccomandarono di pregare per il Santo Padre. Giacinta domandò chi era il Santo Padre e quei buoni sacerdoti ci spiegarono chi era e come aveva molto bisogno di preghiere. Giacinta cominciò ad amare tanto il Santo Padre che, ogni volta che offriva i suoi sacrifici a Gesù aggiungeva: è per il Santo Padre" [6].
NOTE

[*] Si tratta di un aggiornamento di un precedente articolo «Amoris laetitia: il perpetuarsi della menzogna», del 10-11-2016, https://tinyurl.com/ya8eljal.
[1] Qui è possibile trovare il testo del Comunicato in lingua originale, qui la lettera di Papa Francescoqui una prima ottima sintesi in francese, qui un’altra sintesi in italiano.
[2] "5) Cuando las circunstancias concretas de una pareja lo hagan factible, especialmente cuando ambos sean cristianos con un camino de fe, se puede proponer el empeño de vivir en continencia. Amoris laetitia no ignora las dificultades de esta opción (cf. nota 329) y deja abierta la posibilidad de acceder al sacramento de la Reconciliación cuando se falle en ese propósito (cf. nota 364, según la enseñanza de san Juan Pablo 11 al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996)".
[4] "6) En otras circunstancias más complejas, y cuando no se pudo obtener una declaración de nulidad, la opción mencionada puede no ser de hecho factible. No obstante, igualmente es posible un camino de discernimiento. Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf. 301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetítía abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia".
[6] P. Luigi Kondor, SVD - P. Dr. Joaquin M. Alonso, CMF (†1981) a c. di, Memorie di Suor Lucia, Volume I, Fatima: Secretariado dos Pastorinhos, 2005, p. 50.