"... in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile." (Benedetto XVI, Lettera ai Vescovi in occasione della pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum QUI)
Vedendo dei filmati o delle foto delle più assurde e blasfeme celebrazioni eucaristiche sorge spesso la domanda: quella messa era valida?
AC
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Il mio parroco ha cambiato la formula durante la Consacrazione.
La comunione era ancora valida?
Un lettore ci chiede: «Ammettiamo che il prete cambi la formula per la transustanziazione. L’ostia è divenuta lo stesso il Corpo di Cristo?»
Don Enrico Finotti, direttore della rivista “Culmen et fons” premette: «L’uomo comunica con gli altri attraverso la persona, il gesto e la parola, in modo che la persona spieghi con la parola il senso preciso dei suoi gesti».
«L’eterno Padre – prosegue il liturgista – comunica con noi nello stesso modo, inviandoci, nella pienezza dei tempi, il Suo Figlio divino, il Verbo incarnato, che, incontrandosi personalmente con gli uomini, compie i suoi gesti salvifici, illuminandoli con la potenza della sua parola mirabile ed efficace».
LA MISSIONE DELLA CHIESA
MINISTRO, MATERIA E FORMA
La teologia, «in perfetta coerenza con questo processo», denomina «i tre elementi intrinsecamente cooperanti – persona, gesto e parola – con i termini tecnici di ministro, materia e forma».
Nel caso specifico dell’Eucaristia, sottolinea il liturgista, «la sua celebrazione valida esige il ministro idoneo (il sacerdote validamente ordinato), la materia autentica (il pane e il vino), la forma stabilita (le parole stesse del Signore)».
QUANDO LA CELEBRAZIONE E’ ILLECITA
LE PAROLE DI GESU’
La Chiesa Cattolica ha dichiarato che «la forma necessaria per realizzare il Sacrificio sacramentale – sottolinea il liturgista – é costituita dalle medesime parole pronunziate dal Signore sul pane e sul calice, così come sono attestate dalla costante tradizione liturgica della Chiesa e contenute nelle Preci eucaristiche approvate».
LA FORMULA CONSACRATORIA
Finotti evidenzia la «formula consacratoria» stabilita nel vigente Messale Romano:
(forma ordinaria)
(sul pane) Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, quod pro vobis tradétur.
(sul calice) Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei, novi ed aeterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.
Hoc facite in meam commemorationem.
(forma extraordinaria)
(sul pane) Hoc est enim Corpus meum.
(sul calice) Hic est enim calix Sanguinis mei, novi ed aeterni testamenti: mysterium fidei: qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.
LA LEZIONE DEL CONCILIO
NESSUNA MODIFICA
A nessuno è quindi lecito aggiungere, togliere o mutare, conclude il liturgista, «alcunché delle parole con le quali l’autorità della Chiesa, in coerenza con la tradizione perenne, ha stabilito di voler realizzare sacramentalmente il mistero (“transustanziazione”) del Corpo e Sangue del Signore nell’atto stesso del Suo Sacrificio incruento».
Fonte: Aleteia ( QUI )
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