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Grazie a Marco Tosatti per la pubblicazione di questa analisi sul disastro attuale ecclesiale. Luigi C. 5 Dicembre 2024  Cari amici e nemi...

martedì 23 maggio 2017

Gesù, mai come oggi pietra di inciampo.

Nel Vangelo, negli Atti degli Apostoli, nella Lettera ai Romani e nella Lettera agli Efesini, Gesù è presentato come una pietra piuttosto ingombrante, anzi indigesta,  soprattutto per i Cristiani dall’animo sepolcrale. Si tratta infatti di una pietra, appunto Gesù, che è d’inciampo, di scandalo, e quindi scartata dagli insipienti costruttori. Ma nelle medesime e non contestualizzabili Sacre Scritture tale pietra, sempre Gesù, è detta testata d’angolo o pietra angolare, che più precisamente è la pietra d’apice o chiave di volta della quale, nel costruire il tempio, non si può fare a meno.

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 Ora, non proprio delicatamente, la Parola di Dio avverte che «chiunque cadrà su tale pietra si sfracellerà (confringetur) e a chi cadrà addosso lo stritolerà (conteret)». Difficile poter fruire nelle moderne omelie, spesso melensi, qualche illuminante commento su tale brano del Vangelo che ci parla di tale Pietra tanto indispensabile quanto pericolosa, anche perché ci vorrebbero sacerdoti, vescovi e papi illuminati nei quali, allo stato attuale del “misericordioso” corso ecclesiale, non sembra ci si possa imbattere tanto facilmente. Ed anzi, proprio nelle file di coloro che dovrebbero essere i pastori fanno bella mostra di sé ormai troppi branchi di lupi che,  indisturbati, disorientano il gregge per avviarlo verso il precipizio di “un mondo migliore”, in cui tutte le schifezze di cui è capace la nostra decaduta natura umana vengono misericordiosamente comprese, compatite e infine giustificate.
È appena il caso di precisare che il Cristiano degno di tale nome mediterà spesso
con profonda e rinnovata fiducia sull’argomento Gesù/Pietra nella sua quadruplice valenza: 1)pietra d’apice o chiave di volta; 2) pietra d’inciampo o di scandalo; 3) pietra scartata; 4) pietra sfracellante o stritolante; valenza che mantiene intatta la sua verità, dato che è rivelata dalla Parola di Dio, ad onta dell’inqualificabile sorriso ecumenista (ecumenista, non ecumenico) col quale la massa sepolcrale delle pecore, disorientata dai lupi e impastata di pavido pacifismo, la lascia nel dimenticatoio.
Il Cristiano degno di tale nome, invece, scruterà attentamente se stesso per riconoscere quante volte, alla stregua degli incompetenti costruttori, o, il che è lo stesso, dei lupi, ha scartato e continua a scartare la pietra d’apice o chiave di volta che assicura l’equilibrio e la stabilità del tempio fatto di pietra, come anche, e soprattutto, del tempio fatto di carne qual è l’uomo, come ci ricorda san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi.


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Come ben mostra la figura, al modo che la pietra d’apice o chiave di volta è mediatrice e punto di equilibrio dei pesi contrapposti nell’arte del costruire il tempio, così Gesù è il Mediatore dei conflitti tra gli esseri umani. Pertanto non si capisce, o forse si capisce benissimo! dove voglia andare a parare il moderno ecumenismo, tutto sommato provvidenzialmente fallimentare, dal momento che nel “dialogo” con ebrei e mussulmani la Pietra/Gesù è regolarmente scartata. Di fatto, alla massa sepolcrale dei misericordiosi benpensanti, dalle cui labbra livide non esce altro che la solita e consunta invocazione di “pace” (parola ultra inflazionata), sembra normale che, sebbene vicario di Gesù Cristo, nessun papa recatosi in sinagoga abbia osato pronunciarne il nome (una sorta di ritorno davanti a Caifa?), mentre nella moschea Egli sia considerato al più un grande profeta, figura abissalmente lontana dal Figlio di Dio e Dio Egli stesso, sicché questo dio ecumenista se ne resta ignoto nelle menti sepolcrali degli ecumenisti cristiani, ovviamente più interessati ad un fantomatico “ciò che unisce” piuttosto che ad un chiaro ma scandaloso “ciò che divide”, ossia a Gesù in quanto pietra d’inciampo. E già: gli ecumenisti vanno cianciando di una non ben definita panacea dei conflitti umani – un dio di tutti e di nessuno – che sarebbe, secondo il loro delirio, superiore a Gesù, che invece, in quanto Dio e Uomo è l’unico Mediatore possibile dell’«ut unum sint»: affinché tutti siano uno.
È quindi di basilare importanza che il Cristiano s’interroghi su quale immagine della pietra ha improntato o cerca di improntare il suo vivere: se su quella della chiave di volta e conseguentemente della pietra d’inciampo: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia», oppure su quella della pietra scartata e conseguentemente della pietra che sfracella o stritola, riconoscendo con onestà che si tratta di due immagini antitetiche di fronte alle quali ogni “discernimento”, nuova invenzione dell’attuale lupesco corso ecclesiale, è semplicemente ridicolo.
Ora, sempre rispettando l’interezza del Vangelo, pena il prendere lucciole per lanterne, ci troviamo davanti a Gesù che avverte imperativamente: «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Dice «davanti agli uomini» («coram hominibus») quindi davanti all’umanità tutta che è l’Ecumene, la cui pietra d’apice o chiave di volta è appunto Gesù vero Dio e vero Uomo che nessun’altra religione può vantare, e non l’ignoto dio ecumenista, come quello che incombe sghignazzante sugli incontri interreligiosi di Assisi nei quali, rigorosamente scartata, è la Pietra/Gesù. E dire che san Paolo, senza guardare in faccia a nessuno non si peritava di proclamare: «noi predichiamo Cristo crocifisso».
L’imperativo indubbiamente tremendo di Gesù, che è Dio, è evidentemente non opinabile, non contestualizzabile, non suscettibile di “discernimento” e di “dialogo”: riconoscimento o rinnegamento: tertium non datur. Ma questo risulta indigeribile alla massa sepolcral-pacifista delle cristiane pecorelle benpensanti, misericordiosamente infinocchiate dai lupi ecumenisti.  
 Enrico Salvi 

13 commenti:

  1. Bell'articolo! Oggi, troppi, specialmente ecclesiastici, che commettono il sacrilegio di confondere il popolo di Dio, praticano un subdolo salto ad ostacoli, ignorando quelle parti del Vangelo che darebbero torto alle loro ideologie socio-politiche che con la parola di Dio non hanno nulla a che fare, anzi gli del tutto opposte.

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  2. Gesù è Pietra e Gesù ha chiamato a Simone figlio di Giona Pietro (Petròs). Questo nome è significativo. Tutti i Papi devono, per volontà di Cristo, essere Pietra fondamentale della Chiesa e quindi Pietra di sciampo e di scandalo. Così fu, lo ricordiamo bene, con Papa Giovanni Paolo II e con Papa Benedetto XVI. Dopodomani si celebra la Memoria di San Gregorio VII, anche lui Pietra di scandalo: Dilexi iustitiam et odivi iniquitatem propterea morior in exilio. Qui voglia "intelligere" intenda.

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    1. Scandalo per gli incontri ecumenici di Assisi e per aver scardinato il Magistero senz'altro!

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    2. Papa Giovanni Paolo II mai ha sbagliato nella Dottrina Cattolica. Assisi fu un errore di comportamento, non dottrinale. Anche nella sua condotta i Papi possono sbagliare. Ma, invece, si ricorda delle coraggiose parole contro l'aborto, l'omosessualità, il divorzio, la mafia, infine contro tutte le perversioni umane? Si ricorda de la Dominus Iesus?

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    3. "Dominus Iesus" dove dava "diritto" a tutte le religioni e sette e a cui si appellano pseudo religioni come la "Chiesa (omosessuale) ecumenica"?
      Rinnegata dal Magistero e condannata nelle encicliche dei Papi pre-conciliari (Mortalios Animos) sull'eresia della libertà religiosa? Ma di cosa stiamo parlando?


      Tuttavia è chiaro che sarebbe contrario alla fede cattolica considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite dalle altre religioni. Certamente, le varie tradizioni religiose contengono e offrono elementi di religiosità che fanno parte di "quanto opera lo Spirito nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e nelle religioni" (Lett. Enc. Redemptoris missio, n. 29).

      E tutti quanti gli uomini sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa e, una volta conosciuta, ad abbracciarla e custodirla" (Dich. Dignitatis humanae, n. 1).

      Pertanto, Venerabili Fratelli, facilmente si comprende come questa Sede Apostolica non abbia mai permesso ai suoi fedeli d’intervenire ai congressi degli acattolici; infatti non si può altrimenti favorire l’unità dei cristiani che procurando il ritorno dei dissidenti all’unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente s’allontanarono: a quella sola vera Chiesa di Cristo che a tutti certamente è manifesta e che, per volontà del suo Fondatore, deve restare sempre quale Egli stesso la istituì per la salvezza di tutti. Poiché la mistica Sposa di Cristo nel corso dei secoli non fu mai contaminata né giammai potrà contaminarsi, secondo le parole di Cipriano: «Non può adulterarsi la Sposa di Cristo: è incorrotta e pudica. Conosce una casa sola, custodisce con casto pudore la santità di un solo talamo » [20]. Pertanto lo stesso santo Martire a buon diritto grandemente si meravigliava come qualcuno potesse credere « che questa unità la quale procede dalla divina stabilità ed è saldata per mezzo di sacramenti celesti, possa scindersi nella Chiesa e separarsi per dissenso di volontà discordanti » [21]. Essendo il corpo mistico di Cristo, cioè la Chiesa [22] uno, ben connesso [23]; e solidamente collegato, come il suo corpo fisico, sarebbe grande stoltezza dire che il corpo mistico possa essere il risultato di componenti disgiunti e separati. Chiunque perciò non è con esso unito, non è suo membro né comunica con il capo che è Cristo [24]. MORTALIUM ANIMOS

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    4. Mi dispiace doverla contraddire. A parte che la Dottrina Cattolica va molto oltre l'aborto, omosessualità, il divorzio, la mafia e le perversioni umane (che ovviamente restano lontani le mille miglia dal Cattolicesimo),Giovanni Paolo II ha adottato la filosofia del personalismo per la quale la "dignità della persona" è stata messa in primo piano, con le conseguenze in cui oggi siamo impastoiati. Se la persona e non Dio, cioè Gesù, viene prima di tutto, la frittata è fatta.

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    5. Va bene. Perchè e stato canonizzato? Io non capisco. Allora, dove siamo? Dove c'è la Chiesa Cattolica, la Chiesa di Cristo?. Vi risponde Papa Benedetto XVI. Solo c'è un solo soggetto-Chiesa. No ci sono due chiese, una preconciliare e l'altra conciliare. La Chiesa Cattolica, la Chiesa di Cristo, è solo una. Discorso Natalizio alla Curia Romana 22 dicembre 2005.

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    6. Bella, anzi terribile domanda. E quando dice "non capisco, allora dove siamo" vuol dire che è ancora in tempo a documentarsi. Papa Benedetto è meglio lasciarlo stare finché non ci si è documentati anche su di lui.

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    7. Si sbaglia...la Chiesa è dove è Cristo e attualmente la casta modernista non ne fa parte.

      Sulle canonizzazioni "moderniste" è un grosso argomento da trattare e ci vorrebbero pagine intere.....dalla demolizione del processo canonico (abbreviato a tempi record) a 1 solo miracolo (e non più a decine come una volta, esempio San Pio X o Padre Pio...) tra l'altro "dubbio", alla cancellazione delle "virtu' ed eroicità di fede", alla richiesta esplicita di "santificare il Concilio attraverso figure che lo hanno promosso!".....

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    8. Cara redazione, si potrebbe discutere ad infinitum. Ma lasciamolo stare. Io anche indocumentato dico con Cesare Baronio e con Papa Giovanni XXIII entrambi di santa memoria Oboedientia et Pax. Nelle mani del Signore sono in pace. E il Papa è il Vicario di Cristo. Chi è fuori della unica Chiesa Cattolica non può salvarsi. Ma si è per beata ignoranza ancora c'è possibilità. Grazie per la vostra pazienza.
      Post Scriptum:
      Vi prego di non pubblicare questo commento. E meglio per me. Voglio essere in pace. Lasciamolo stare. Cordiali saluti.

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    9. Caro Anonimo 23,19, è vero che "si potrebbe discutere ad infinitum", ma proprio questo è la prova che c'è in ballo qualcosa di molto importante. Il suo intervento mi lascia perplesso. Confessa di essere "indocumentato" ma poi, confermando tale sua condizione,definisce Giovanni XXIII "di santa memoria". Nomina la Chiesa Cattolica ma forse, da "indocumentato", non sa veramente che cos'è la Chiesa Cattolica. Accenna ad una "beata ignoranza" per la quale "ancora c'è possibilità" ma non si capisce se questa ignoranza l'attribuisce a se stesso o a chi discute ad infinitum. Paventa la pubblicazione del suo commento perché ciò minaccerebbe la sua pace. Insomma, lei è un vero enigma!

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  3. Varrà la pena aggiungere che Nostro Signore Gesù Cristo da Pietra di scandalo si fa Pane di Vita (in mirabile contrapposizione con la tentazione demoniaca di trasformare le pietre del deserto in pane materiale).

    Con questo accostamento con la Santa Eucarestia, le riflessioni proposte da Salvi possono a ben vedere essere prezioso spunto di meditazione per un consapevole accostamento al Santo Sacramento della Comunione con Cristo.

    La professione di fede in Cristo di fronte al mondo non può infatti che apparire assolutamente necessaria per ricevere il Sacramento dell'Eucarestia (non a caso nell’ordinamento della Messa la professione di fede con il Symbolum apostolorum precede immediatamente la Liturgia Eucaristica).

    Invece è fin troppo facile constatare che ai nostri giorni molti fratelli (anche, ma non solo, in relazione alla necessità di professione di fede) si accostano con troppa superficialità al mistero eucaristico ritenendolo qualcosa di dovuto; il che dovrebbe far straziare ogni buon Cristiano per la terribile sorte che minaccia tante anime:
    “Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,27-30).

    In fondo per essere Cristiani, a noi peccatori dal cuore di pietra, Nostro Signore non chiede altro che rispondere sinceramente alla stessa domanda che pose a Simon Pietro nell’affidargli il suo gregge: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”

    E chi, amando sinceramente, non grida al mondo il nome dell’Amato?

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  4. E come ce ne usciamo da questo imbuto?

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