Iniziamo con Baudelaire:
«La più grande astuzia del
diavolo è farci credere che non esiste». Questa affermazione è molto più sottile
e caustica di quanto possa apparire a prima vista, e per sentirne la bruciatura
necessita un’intuizione, non certo un “ragionamento”.
Oggi, se ti azzardi a far notare che forse il diavolo esiste davvero il minimo che ti può capitare è uno sberleffo, ma in tal caso è chiaro che è proprio lo sberleffo a confermare l’astuzia del diavolo quale ispiratore dello sberleffante. Quindi c’è poco da sberleffare. In fondo, non credere al diavolo, esattamente come non credere in Dio, non può essere che il frutto dei parametri decisamente anti culturali che opprimono l’uomo naturale, la cui anima, per dirla con Jung, è appunto naturaliter religiosa, e ancor più precisamente con Tertulliano, naturaliter cristiana, ciò che spiega la naturale incarnazione sovrannaturale del Verbo Gesù.
A Baudelaire fa eco Gómez Dávila: « Il più grande errore moderno non è l’annuncio della morte di Dio, ma l’essersi persuasi della morte del diavolo», e ancora: « La morte di Dio è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire».
Proseguiamo con Dostoevskij: «Penso che se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo, l’ha creato a sua immagine e somiglianza». Pensiero terribile che addirittura fa dell’uomo il vero diavolo, sicché non è da escludere che coloro, e sono tanti, che con ironico piglio di sufficienza dileggiano chi almeno si fa un problema dell’esistenza del diavolo, siano essi stessi il diavolo in persona o quanto meno suoi sostanziali e scrupolosi emissari. A Gesù che gli chiede «Qual è il tuo nome?» lo spirito impuro che possiede un uomo risponde: «Il mio nome è Legione, perché siamo in molti». Anche in questo caso c’è poco da sberleffare,
Oggi, se ti azzardi a far notare che forse il diavolo esiste davvero il minimo che ti può capitare è uno sberleffo, ma in tal caso è chiaro che è proprio lo sberleffo a confermare l’astuzia del diavolo quale ispiratore dello sberleffante. Quindi c’è poco da sberleffare. In fondo, non credere al diavolo, esattamente come non credere in Dio, non può essere che il frutto dei parametri decisamente anti culturali che opprimono l’uomo naturale, la cui anima, per dirla con Jung, è appunto naturaliter religiosa, e ancor più precisamente con Tertulliano, naturaliter cristiana, ciò che spiega la naturale incarnazione sovrannaturale del Verbo Gesù.
A Baudelaire fa eco Gómez Dávila: « Il più grande errore moderno non è l’annuncio della morte di Dio, ma l’essersi persuasi della morte del diavolo», e ancora: « La morte di Dio è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire».
Proseguiamo con Dostoevskij: «Penso che se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo, l’ha creato a sua immagine e somiglianza». Pensiero terribile che addirittura fa dell’uomo il vero diavolo, sicché non è da escludere che coloro, e sono tanti, che con ironico piglio di sufficienza dileggiano chi almeno si fa un problema dell’esistenza del diavolo, siano essi stessi il diavolo in persona o quanto meno suoi sostanziali e scrupolosi emissari. A Gesù che gli chiede «Qual è il tuo nome?» lo spirito impuro che possiede un uomo risponde: «Il mio nome è Legione, perché siamo in molti». Anche in questo caso c’è poco da sberleffare,
ed
anzi quel «siamo in
molti» dovrebbe, in chi ha un minimo di sale in zucca,
provocare un salutare brivido.
Ed ora consideriamo una non tanto
strana coincidenza di sconcertante attualità fra il papa Paolo VI e mons.
Lefebvre, laddove mentre il primo affermava già nel 1972
che «Il fumo di Satana è entrato, da qualche fessura, nelle
stanze dei sacri palazzi», il secondo scrive nel 1978 un inquietante libro sul
«colpo da maestro di Satana», al cui riguardo afferma tra l’altro don Aldo
Rossi, sul bollettino ROMA FELIX Aprile
2017 del Priorato San Pio X di Albano Laziale:
«Da
oltre cinquant’anni il capofila del processo rivoluzionario come Angelo di luce
(Lucifero) riesce non solo a far penetrare le sue idee rivoluzionarie (libertà,
uguaglianza, fraternità …) nella società ma anche nella Chiesa. Non uccide
fisicamente il Papa come è avvenuto per san Pietro ma ancora meglio riesce con
una intelligenza sovraumana ad “abbagliare” il successore di Pietro e con lui
gran parte degli uomini di Chiesa, coinvolgendolo completamente nel suo spirito
e nel turbine rivoluzionario che ha come scopo di distruggere l’ordine cristiano
voluto da Dio per la salvezza delle anime. Con il Concilio Vaticano II la fede
che viene proposta è quella rivoluzionaria, liberale e modernista condannata
tante volte dalla Madre Chiesa. I muri cattolici (la fede, la Messa e i
veri pastori) che difendono la Chiesa sono frantumati. Ma al loro posto si
costruiscono i ponti liberali
(dignità umana, libertà di coscienza, ecumenismo ecc.) per i nemici dichiarati e
nascosti della Chiesa. È così che si arriva nel 2017 per esempio ad elogiare dei
personaggi come Lutero e Marco Pannella, spingendo a seguire il loro “spirito”
che non è certamente lo Spirito Santo. “Che lo spirito di Marco (sic!) – dice
mons. Paglia – ci aiuti a vivere nella stessa direzione”. Questa volta sembra
veramente che non ci sia niente da fare: la velocità di scristianizzazione è
impressionante. Come direbbe mons. Lefebvre siamo di fronte al “colpo da maestro
si Satana” che utilizza il Vicario di Cristo per allontanare da
Cristo».
La
scristianizzazione dipende dal non ascoltare Cristo che, Egli sì, sapeva (sa) del
diavolo: «non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il
diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin
da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della
menzogna».
Insomma questo diavolo, questo «padre della menzogna»,
pur evitando decisamente di vederlo dappertutto, che è un’ossessione proprio da
esso insufflata onde provocare la reazione del contrario, cioè il non vederlo da
nessuna parte, non sembra un tipo di cui ci si possa totalmente infischiare, se
persino Bergoglio, tutto preso dal «camminare insieme» (!) ad immigrati, gay e
divorziati, dato che secondo lui la Chiesa deve essere un "ospedale da campo"» in
cui … non si cura un bel niente e si lascia misericordiosamente tutto com’è, ha
potuto avvertire che il diavolo «è il bugiardo, è il padre dei bugiardi, che non ci
butta addosso fiori ma frecce infuocate, per ucciderci» (mercoledì 29 ottobre
2014 a Santa Marta).
Però, vien da chiedersi chi sia stato l’ispiratore del
medesimo Bergoglio che, come riporta l’Osservatore Romano del 5/4/2017, se n’è
uscito con una delle sue bufale: «Gesù si è “fatto serpente” […], lo dice Paolo:
“si è fatto peccato” e ha preso l’apparenza del padre del peccato, del serpente
astuto». Siamo di fronte ad una falsificazione gnostica e blasfema (o
luterano-calvinista che è lo stesso) della Persona di Gesù Agnello immacolato,
sulle cui conseguenze subliminali nelle menti delle sprovvedute pecorelle è
meglio sorvolare. E certo William Shakespeare fa riflettere:
«il
diavolo sa ben citare la Sacra Scrittura per i suoi fini».
Enrico Salvi
tutto vero!
RispondiEliminaNei documenti conciliari la parola "diavolo" e "inferno" sono state cancellate....fatevi due domande!
RispondiEliminaIl CVII( la commedia degli equivoci !) ha eliminato o subdolamente annacquato tanta dottrina cristiana, professata fin dai primi secoli da grandissimi santi, papi, pensatori, popolo fedele, scimmiottando l'eresia protestante, rigurgitata col modernismo.
EliminaOgni giorno con i vari metodi di approccio al problema del male, teologici o antropologici, constatiamo le verità dette da tanti Santi, scrittori, artisti, psicologi etc., esemplate nell'articolo. Rileggiamo il profondo studio di papa Benedetto sulle tentazioni di Gesù dove cita Solovev che immagina il tentatore ricevere la laurea, honoris causa, all'università di Tubinga ( la sede più disponibile!). Il diavolo tenta sempre di entrare nella mente dei suoi nemici cristiani, specie teologi ed esegeti, e spesso ci riesce.
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