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martedì 4 aprile 2017

Il fallimento del CVII: lo conferma un"santino" di allora.

Pubblichiamo, senza altri commenti (perchè superflui e già ben esposti dall'amico Andrea Giacobazzi) un suo breve commento letto tempo fa (2013) su Radio Spada  su un santino che girava ai tempi del Concilio Vaticano II per invitare i fedeli alla preghiera allo Spirito Santo per il "buon esito" del Concilio.
Se è vero che si dice "ai posteri l'ardua sentenza", oggi noi non possiamo che emetterne una negativa di fallimento. 
Quella preghiera testimonia che, nonostante i buoni propositi in essa contenuti, lo Spirito Santo è arrivato tardi (come si suole dire per i concliavi) e che l'assise ecumenica sia stata ambigua e manipolata dal fantomatico "spiritodelconcilio" che ne ha poi causato la "bancarotta".  Altro che Nuova Pentecoste! Altro che novella primavera della Chiesa. 
Perchè lo riproponiamo ora? Per dimostrare che è urgente, in questo contingente di crisi ecclesiale, di ambiguità dottrinale, di liquidità morale, di disordine teologico e di contraddizioni endoecclesiali, che si corra ai ripari. 
I molti che, ai tempi del post-concilio, avevano a più livelli le responsabilità per tenere dritta la barra dello "spiritodelconcilio" non lo fecero ed ora, a distanza di decenni, stiamo piangendo sulle macerie di quello che resta ancora della Chiesa Cattolica. 
Vedano, gli attuali responsabili, di fronte alle necessità della Chiesa di oggi, di non fare gli stessi errori e di non indugiare oltre e rimettere la barra in dritta.

A voi il giudizio. 
Roberto



– di Andrea Giacobazzi –

Aggirandomi questa mattina per un mercatino organizzato tra le colline dell’Appennino, sono incappato in un singolare santino. Nella sua estrema semplicità non può non essere considerato un documento storico-teologico di valore: nelle poche righe del testo, volto a fissare il programma del Concilio (concedendo ampie indulgenze a chi lo recitava), si coglie il radicale fallimento dello “spirito conciliare”. Le parole sono quelle della preghiera di Giovanni XXIII.
Se l’auspicio era quello di portare “salutare aumento del costume cristiano”, va constatato il non raggiungimento dell’obbiettivo. Ci sarà ovviamente chi dirà “è colpa del mondo”, “la strada era buona ma non è stato possibile percorrerla”. Vecchie scuse, peraltro smascherate poche righe dopo. Uno degli scopi fissati era così descritto:  “Ti preghiamo ancora per le pecorelle, che non sono più dell’unico ovile di Gesù Cristo, affinchè, anch’esse che pur si
gloriano del nome cristiano, possano finalmente ritrovare l’unità sotto un solo Pastore”. Questa frase ci dice molto sulla devianza che è seguita. In particolare risulta chiaro:
1) Le pecorelle che si chiamano “cristiane” ma non “cattoliche” (scismatici orientali, protestanti, ecc.) non fanno parte dell’unico ovile di Cristo.
2) L’espressione “esse che pur si gloriano del nome cristiano” ribadisce che gli unici titolati a chiamarsi “cristiani” (ovvero seguaci di Cristo) sono i “cattolici”. Il testo di questa preghiera di Giovanni XXIII riprende esattamente il testo della Orientalis Ecclesiae (Enciclica di Pio XII, 9 aprile 1944) in cui si chiarisce in modo inequivocabile: “Niente altro ormai Ci resta, venerabili fratelli, se non implorare con le supplici Nostre preghiere, durante questo XV centenario di s. Cirillo, sulla chiesa tutta, ma specialmente su quelli che in oriente si gloriano del nome cristiano, il propizio patrocinio di questo santo dottore, domandando soprattutto che nei fratelli e nei figli dissidenti felicemente si compia ciò che egli un giorno congratulandosi scrisse: «Ecco che le membra avulse del coro della chiesa di nuovo si sono tra loro riunite, e nulla ormai più rimane che per discordia divida i ministri dell’evangelo di Cristo»”.
3) Le premesse del Concilio – nel 1959 – erano sostanzialmente allineate con l’Eterna Dottrina, cosa che non si può dire per i suoi frutti.
4) Le intenzioni di Giovanni XXIII relative al “buon esito” del Concilio hanno visto fiorire risultati antitetici.

10 commenti:

  1. Io vorrei sapere quali sono i DOCUMENTI sbagliati che sono usciti dal CVII. La Nosta Aetate, è ambigua, lo so, ma oggi sappiamo da chi è stata scritta.
    Ma altri ve ne sono? E' da lì che bisogna ripartite: nella giusta interpretazione dei Documenti e non nelle divagazioni masmediatiche, o dai falsi profeti infiltrati nel Concilio con il solo scopo di destabilizzare la Chiesa.

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    1. Ci sono 50 anni di eresie...si legga i libri di Mons. Lefebvre!

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    2. Appunto! I documenti ambigui sono il risultato dei tanti "falsi profeti infiltrati nel Concilio" i quali hanno vinto e che continuano ad operare indisturbati e/o approvati sottobanco. Poi, quale documento più ambiguo e subdolo ad.es della SC sulla liturgia che accanto ad una sviolinata alla tradizione ammette della aperture che l'hanno dissacrata?

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    3. Anonimo 4 parole 15:04
      Lefebvre
      firmo tutti i documenti del CVII.

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    4. Ancora con questa storia? Lefebvre votò CONTRO i documenti, l'ha sempre ribadito e ci sono le prove, ma dovette firmare l'ATTO NOTARILE di presenza tra i votanti nella sede del Concilio, come si fa nelle riunioni condominiali anche se si è contro una decisione presa dalla maggioranza. Questo accaduto anche per chi non era presente con delega.

      Questo per lo spirito di "collegialità" voluto da Paolo VI.
      Non è tanto difficile da capire! Come sempre c'è chi fa orecchie da mercante....

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  2. Tornare IMMEDIATAMENTE al Tridentino.

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  3. Il CVII nasce dalla ideologia conciliarista del modernismo di cui era infetto papa Roncalli ( buoni! prima di indignarvi andate a leggere il suo diario)il quale era solito, già quando era nunzio in Turchia, radunare concilietti più o meno ecumenici. Quei passatempi portati nella Chiesa universale hanno prodotto quei frutti negativi che troppi nella Chiesa continuano ad esaltare che il grande Pio XII aveva evitato rinunciando a convocare un Concilio che riprendesse il CVI.

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  4. "lo Spirito Santo è arrivato tardi " (cit.)

    No carissimi...lo Spirito Santo non c'era proprio, era in vacanza...il Conciliabolo non è opera di Chiesa ma opera degli Uomini (modernisti, massoni ed eretici.). Dio ce ne scampi!

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  5. Li ho letti i libri di Mons. Lefebvre, ma secondo me c'è uno travisamento sulle eresie postconciliari, pur essendo esposte con gli stessi termini anticonciliari.

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  6. Somma tristezza nel leggere questo post, e i commenti che ne fanno corona.
    Il problema resta sempre quello della applicazione pratica, non del Concilio in sé.
    Oppure volete dire che gli illuminati dallo Spirito Santo siete solo voi, e non quei duemila tra vescovi e teologici che hanno partecipato al Concilio? Qui c'è presunzione bella e buona!

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