Alle h. 12,20, il prof. CLAUDIO PIERANTONI, Docente di Filosofia medievale - Universidad de Chile (Cile), conclude il suo intervento dedicato a "La necessaria coerenza del Magistero con la Tradizione: gli esempi nella storia".
Eccone alcuni flashes. Per illustrare l'attualità, il prof. Pierantoni ha introdotto alcuni esempi storici: Onorio e Liberio; e ne ha indicato analogie e differenze rispetto a quanto stiamo vivendo oggi nella Chiesa.
In particolare, il caso di Onorio rende evidente il principio per cui il Papa è subordinato alla tradizione, alle definizioni dei concili, e al consenso dei santi padri.
Ciò che assimila i casi storici all'attualità è che le formule che accettarono i Papi dell'antichità - Onorio e Liberio - sono formule generiche, diversamente interpretabili, così da non dar corpo ad eresia formale, ma tali da favorirla (come è ben evidente nel caso di Liberio).
Diversamente dall'antichità, però, mentre i due Papi antichi non avevano loro stessi intenzione eretiche, ma subirono pressioni politiche che li spinsero ad avallare certe formule errate, senza aderire propriamente essi stessi a dottrine eretiche, oggi, invece, abbiamo una grave deformazione dottrinale che ha origini antiche (protestantesimo e modernismo) e che trova espressione in Amoris Laetitia, che non è conseguenza di pressioni esterne.
Gli snodi gravemente problematici di Amoris Laetitia sono molteplici: la negazione perlomeno pratica dell'indissolubilità del matrimonio, senza negarla in termini di eresia formale; la messa in questione del concetto stesso di legge divina e di legge naturale; la smentita sostanziale del Verbo (perché Gesù non è un profeta che riferisce concetti altrui, ma è Egli stesso che pone la verità che sta rivelando, Egli è il Verbo Incarnato), sicché la Sua Parola non va contestualizzata o relativizzata storicamente.
Quanto ai Dubia, essi hanno la caratteristica di domandare - appunto in termini dubitativi - qualcosa che è già certo, perché già chiarito dal magistero: il che dà il senso della gravità della crisi. Con i Dubia, senza dirlo direttamente, si dimostra che oggi si sta affermando il contrario di quello che ha stabilito il magistero già ben definito, sostanzialmente infallibile. Il che rende difficilissime sia la posizione del Papa, che si trova in una sorta di vicolo cieco, incastrato tra il rischio dell'eresia formale e quello di doversi espressamente smentire; sia la tanto attesa correzione formale che, però, secondo Pierantoni, in qualche modo dovrà intervenire, proprio per il carattere delle affermazioni di Amoris Laetitia.
Secondo il relatore il problema non potrà risolversi a livello locale, con decisioni ortodosse di singoli Vescovi: occorre una soluzione universale, così come S. Atanasio non limitò alla sua diocesi la sua opposizione all'arianesimo.
L'intervento del prof. Pierantoni è stato molto articolato, svolto in gran parte a braccio, ed ha suscitato diversi applausi "a scena aperta".
In particolare, il caso di Onorio rende evidente il principio per cui il Papa è subordinato alla tradizione, alle definizioni dei concili, e al consenso dei santi padri.
Ciò che assimila i casi storici all'attualità è che le formule che accettarono i Papi dell'antichità - Onorio e Liberio - sono formule generiche, diversamente interpretabili, così da non dar corpo ad eresia formale, ma tali da favorirla (come è ben evidente nel caso di Liberio).
Diversamente dall'antichità, però, mentre i due Papi antichi non avevano loro stessi intenzione eretiche, ma subirono pressioni politiche che li spinsero ad avallare certe formule errate, senza aderire propriamente essi stessi a dottrine eretiche, oggi, invece, abbiamo una grave deformazione dottrinale che ha origini antiche (protestantesimo e modernismo) e che trova espressione in Amoris Laetitia, che non è conseguenza di pressioni esterne.
Gli snodi gravemente problematici di Amoris Laetitia sono molteplici: la negazione perlomeno pratica dell'indissolubilità del matrimonio, senza negarla in termini di eresia formale; la messa in questione del concetto stesso di legge divina e di legge naturale; la smentita sostanziale del Verbo (perché Gesù non è un profeta che riferisce concetti altrui, ma è Egli stesso che pone la verità che sta rivelando, Egli è il Verbo Incarnato), sicché la Sua Parola non va contestualizzata o relativizzata storicamente.
Quanto ai Dubia, essi hanno la caratteristica di domandare - appunto in termini dubitativi - qualcosa che è già certo, perché già chiarito dal magistero: il che dà il senso della gravità della crisi. Con i Dubia, senza dirlo direttamente, si dimostra che oggi si sta affermando il contrario di quello che ha stabilito il magistero già ben definito, sostanzialmente infallibile. Il che rende difficilissime sia la posizione del Papa, che si trova in una sorta di vicolo cieco, incastrato tra il rischio dell'eresia formale e quello di doversi espressamente smentire; sia la tanto attesa correzione formale che, però, secondo Pierantoni, in qualche modo dovrà intervenire, proprio per il carattere delle affermazioni di Amoris Laetitia.
Secondo il relatore il problema non potrà risolversi a livello locale, con decisioni ortodosse di singoli Vescovi: occorre una soluzione universale, così come S. Atanasio non limitò alla sua diocesi la sua opposizione all'arianesimo.
L'intervento del prof. Pierantoni è stato molto articolato, svolto in gran parte a braccio, ed ha suscitato diversi applausi "a scena aperta".
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