di don Alfredo Morselli
1. Un colpo al cerchio e uno alla botte.
“Il cardinale Vicario: «Il Papa non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni». Né rigorismo né lassismo”.
Tornielli, rispolverando un intervento che risale a quasi tre mesi fa, sembra voler applicare alla teologia morale la teoria degli opposti estremismi: "Né rigorismo né lassismo"! Tuttavia, tanto il tentativo del giornalista, quanto le affermazioni del Card. Agostino Vallini, purtroppo, si scontrano con la fede e con la logica.
2. Un po' di logica.
Per dimostrare quanto affermo, è utile una sommaria spiegazione circa l'opposizione di contraddizione, ovvero circa uno dei modi in cui due proposizioni possono tra di loro opporsi.
In logica si parla di opposizione di proposizioni: ovvero del rapporto tra proposizioni che, avendo lo stesso soggetto e lo stesso predicato, differiscono sia per la qualità (affermative o negative) e/o per la quantità (universali o particolari). La definizione classica di opposizione di proposizioni è: "affermazione e negazione della medesima cosa sotto il medesimo punto di vista" (oppositio affirmationis et negationis quae est eiusdem de eodem) [2].
Le proposizioni opposte, possono essere tra di loro contraddittorie, contrarie, subalterne e subcontrarie:
Ai fini del nostro scritto, è sufficiente esaminare soltanto le proposizioni contraddittorie, ovvero l'opposizione di due proposizioni che differiscono sia per quantità (una è universale, l'altra è particolare), sia per qualità (una è affermativa, l'altra è negativa).
Aristotele spiega in questo modo l'opposizione di contraddizione:
"Dico che si oppone in modo contraddittorio (ἀντιφατικῶς) un'affermazione a una negazione quando, mentre il soggetto rimane lo stesso, l'affermazione è di carattere universale e la negazione non lo è: l'affermazione 'ogni uomo è bianco' è il contraddittorio della negazione 'non ogni uomo è bianco', o ancora, la proposizione 'nessun uomo è bianco' è il contraddittorio della proposizione 'alcuni uomini sono bianchi'" [3].
Cerchiamo di chiarire ulteriormente e l'esempio di Aristotele:
La proposizione ogni uomo è bianco è:
universale: il soggetto comprende tutti gli uomini, tutti i soggetti di una specie;affermativa: è bianco è un'affermazione.
La proposizione qualche uomo non è bianco è:
particolare: il soggetto non comprende la totalità della specie uomo;negativa: non è bianco è una negazione.
È facile constatare che, tra due proposizioni contraddittorie, se una è vera, l'altra è necessariamente falsa. Infatti, riprendendo l'esempio di Aristotele, se è vero che ogni uomo è bianco, è impossibile che sia vera qualche uomo non è bianco (= non ogni uomo è bianco) .
Come dice San Tommaso, "una sola negazione particolare è sufficiente ad invalidare una proposizione universale affermativa" [4], e viceversa.
3. La contraddizione tra il dogma e la soluzione proposta dal Card. Vallini.
Vediamo alcune proposizioni che fanno parte del deposito della fede, cioè di quanto Dio ci ha rivelato e la Chiesa ci propone a credere, e le loro contraddittorie:
a) L'adulterio è sempre peccato mortale - universale affermativa.
Contraddittoria:
a') Qualche volta l'adulterio non è peccato mortale - particolare negativa.
Qualche volta potrebbe forse essere il caso…
"…di una madre divorziata risposata che però aveva preparato la figlia alla Santa Comunione «molto meglio» di altri. «Una donna molto attiva nella Chiesa e che era in Caritas», sottolinea. Il prete non vietò a questa madre di accedere all'Eucaristia il giorno della prima comunione della figlia. «Quel prete aveva ragione», spiega Kasper, e «ho detto questo a Papa Francesco che ha confermato il mio atteggiamento». «È il sacerdote che deve prendere una decisione. D'altra parte non esiste una soluzione»"[5]?.
Oppure il caso prospettato dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires, i quali affermano che:
"Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. Amoris Laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cf. nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito" [6]?.
Se si afferma che qualche volta l'adulterio non è peccato mortale (come nei casi suddetti) - proposizione particolare negativa -, allora si dichiara falsa - volenti o nolenti - l'affermazione de fide:
“ci sono atti che per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e dalle intenzioni, sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto; tali la bestemmia e lo spergiuro, l'omicidio e l'adulterio. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene” [7].
che si può riassumere nella proposizione universale affermativa: ci sono atti (tra cui l'adulterio) sempre gravemente illeciti.
O è vera l'una o è vera l'altra, ma siccome sappiamo che ciò che è de fide è vero, allora è falsa la concessione al caso particolare; cioè questa concessione non può essere presentata come non contraddittoria con il magistero precedente.
E quanto detto sopra, si può applicare ad altri casi particolari, incompatibili assolutamente con il dogma:
b) Non si può mai ricevere la S. Comunione in stato di peccato mortale (universale negativa).b') In certi casi può ricevere la S. Comunione in stato di peccato mortale (particolare affermativa).
c) Tutti coloro che desiderano essere assolti necessariamente devono avere il proposito di non più peccare (universale affermativa).c') Qualcuno che desidera ricevere l'assoluzione non necessariamente deve avere il proposito di non più peccare (particolare negativa).
O è vera l'una o è vera l'altra, ma non tutte e due:
Al contrario Vallini afferma:
«Ma quando le circostanze concrete di una coppia lo rendono fattibile, vale a dire quando il loro cammino di fede è stato lungo, sincero e progressivo, si proponga di vivere in continenza; se poi questa scelta è difficile da praticare per la stabilità della coppia, Amoris laetitia non esclude la possibilità di accedere alla Penitenza e all’Eucarestia» [8].
E così viene invalidato necessariamente il dogma della fede, quale invece è rettamente proposto da San Giovanni Paolo II:
“Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è “il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire” [Concilio di Trento: Denz.-Schönm., 1676]” (CCC 1451). Inoltre “'atto essenziale della penitenza, da parte del penitente, è la contrizione, ossia un chiaro e deciso ripudio del peccato commesso insieme col proposito di non tornare a commetterlo, per l'amore che si porta a Dio e che rinasce col pentimento. Così intesa, la contrizione è, dunque, il principio e l'anima della conversione” [9].
“…se questa disposizione dell’anima mancasse, in realtà non vi sarebbe pentimento: questo, infatti, verte sul male morale come tale, e dunque non prendere posizione contraria rispetto ad un male morale possibile sarebbe non detestare il male, non avere pentimento” [10].
«Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell'apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, “si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale”» [11].
"La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia" [12].
Come si vede, è facile ridurre a proposizioni universali i testi pontifici appena citati, e ritrovare l'opposizione di contraddizione, semplificata negli schemi - presentati più sopra - delle proposizioni a), a'), b), b'), c), c').
Conclusione
Dire che la dottrina tradizionale sul matrimonio, formulata da tanti Papa - compresi Paolo VI e San Giovanni Paolo II e presentata dal Catechismo della Chiesa Cattolica, non è invalidata da casi particolari è un gravissimo errore: e presentare l'ammissione di casi particolari come giusta via equilibrata tra lassimo (Comunione per tutti) e rigorismo (la dottrina tradizionale, le norme di San Giovanni Paolo II etc.) è un grossolano sofisma.
NOTE
[1] Andrea Tornielli, «“Dubia” sui sacramenti ai risposati, la via di Vallini», Vatican insider Vaticano, 07.01.2017, http://tinyurl.com/hn66m5o.
[2] "Quia philosophus dixerat oppositionem affirmationis et negationis esse contradictionem, quae est eiusdem de eodem…" San Tommaso d'Aquino, Expositio Peryermeneias, lib. 1 l. 10 n. 1.
[3] "Ἀντικεῖσθαι μὲν οὖν κατάφασιν ἀποφάσει λέγω ἀντιφατικῶς τὴν τὸ καθόλου σημαίνουσαν τῷ αὐτῷ ὅτι οὐ καθόλου, οἷον πᾶς ἄνθρωπος λευκός—οὐ πᾶς ἄνθρωπος λευκός, οὐδεὶς ἄνθρωπος λευκός—ἔστι τις ἄνθρωπος λευκός"· Περί ἑρμηνείας 7, 17b 16-19.
[4] "universalis autem affirmativa removetur per solam negationem particularis", Expositio Peryermeneias, lib. 1 l. 11 n. 4.
[5] Lorenzo Bertocchi, «Kasper: Divorziati risposati, il Papa ha aperto la porta», La Nuova Bussola Quotidiana, 26-04-2016, http://tinyurl.com/gr5jocs.
[6] Cf. «Criterios básicos para la aplicación del capítulo VIII de Amoris laetitia», 5, riportato da InfoCatolica, http://tinyurl.com/z82f44k. Il Papa ha scritto a Mons. Sergío Alfredo Fenoy, delegato della regione pastorale di Buenos Aires, che questo documento rappresenta l'unica interpretazione possibile di Amoris laetitia: "El escrito es muy bueno y explícita cabalmente el sentido del capítulo VIII de Amoris laetitia . No hay otras interpretaciones". cf. http://tinyurl.com/jcseo5l.
[7] CCC 1756.
[8] Andrea Tornielli, «“Dubia”...».
[9] Esortazione apostolica Reconciliatio et paenitentia, 2-12-1984, § 31, III.
[10] Lettera al Card. William W. Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, 22-3-1996, § 5.
[11] Lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia, 17-4-2003, § 36.
[12] Esortazione apostolica Familiaris consortio, 22 novembre 1981, § 84.
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